Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana world tour
Il 4 febbraio a Parigi si inaugura il calendario europeo del tour in dieci tappe dedicato a Gualtiero Marchesi
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 29/01/2019
Per celebrare il genio culinario di Gualtiero Marchesi, lo chef italiano più noto nel mondo: il 4 febbraio a Parigi si inaugura il calendario europeo del tour in dieci tappe che porterà la sua cucina in tutto il mondo.
Con questo giro del mondo la Fondazione Gualtiero Marchesi, che ne è la promotrice insieme a ENIT, con i patrocini dei Ministeri degli Affari Esteri, della Cultura e delle Politiche Agricole e del Turismo, di Regione Lombardia, di Fipe, di Altagamma e Assolomabarda, in partnership con “Tra il Dire e il Fare” e con il sostegno di Angelo Po, Ballarini, Ferrarelle, Ferrari Trento, illycaffé e il supporto di Calvisius, Canon Italia, Felicetti, DH, intende non solo celebrare il cuoco che ha elevato un onorevole mestiere artigiano alla dignità di arte, in un dialogo costante con la musica, le arti figurative, il design, la moda, ma segnare un punto di partenza per una riflessione e un dialogo costanti sulla formazione, la ricerca e la conoscenza in ambito alimentare.
Dopo Chicago, New York, Hong Kong, Beijing, il programma prevede quattro appuntamenti: Parigi il 4 febbraio, Londra il 12, Berlino il 19 e Mosca il 26, sempre di febbraio.
Il ‘Grand Tour’ si chiuderà a Milano, il 19 marzo, anniversario della nascita di Marchesi e precisamente un anno dopo l’indimenticabile serata di proiezione del film “Gualtiero Marchesi the Great Italian”, che sarà riproposto in tutti gli appuntamenti. Antonio Ghilardi, tra i primi cuochi della scuderia di Marchesi dai tempi di Bonvesin de la Riva, sarà l’executive chef di tutte le tappe e sarà affiancato a Parigi da Enrico Crippa e Davide Oldani, a Londra da Andrea Berton e Alfio Ghezzi, a Berlino da Ernst Knam e a Mosca da Carlo Cracco.
Alberto Capatti, Presidente della Fondazione Gualtiero Marchesi
Il Presidente della Fondazione , precisa: “Se Gualtiero Marchesi ha portato la nouvelle cuisine in Italia negli anni ’80, promuovendo una nuova cucina italiana, la nuova cucina italiana resta il progetto prioritario della Fondazione dopo la scomparsa del suo fondatore. È una eredità e un obbiettivo cui allievi, cultori, studiosi intendono rispondere con la pagina e col piatto, con la parola e con l’arte”.
La dichiarazione di Gianni Bastianelli, direttore esecutivo di ENIT
Bastianelli dice: “L’enogastronomia costituisce il principale volano dell’industria turistica italiana. Per questo motivo ENIT ha deciso di collaborare al roadshow “Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana” proposto dalla Fondazione Gualtiero Marchesi, ritenendolo una grande occasione per promuovere il brand Italia su scala mondiale.
Siamo d’altra parte onorati di potere condividere le nostre energie con l’opera del Maestro che ha contribuito alla massima valorizzazione della nostra offerta enogastronomica e turistica. ENIT, che come mission ha quella di promuovere il brand Italia all’estero, ritiene indispensabile mettere a sistema le eccellenze del nostro Paese. La collaborazione con Fondazione Marchesi e gli altri attori dell’iniziativa, costituisce un benchmark di tale modo di operare per l’intero comparto turistico”.
Matteo Lunelli, Presidente di Ferrari Trento
“Ferrari è da sempre legato alla ristorazione d’eccellenza e si propone nel mondo come ambasciatore dell’Arte di Vivere Italiana. Siamo orgogliosi di aver creduto fin dall’inizio nel progetto di ‘The Great Italian’ e di aver accolto nella nostra cantina a Trento Gualtiero Marchesi, Maestro indiscusso della cucina italiana contemporanea”, ha sottolineato Matteo Lunelli, Presidente di Ferrari Trento.
Questo grande viaggio rientra nelle attività che la Fondazione Gualtiero Marchesi sostiene e promuove: accanto all’opera di archivio, la ricerca, la formazione sulla cucina italiana contemporanea. Per questo il tour è considerato un nuovo inizio per affermare, nel segno di Marchesi, il primato e l’assoluta grandezza non solo della cucina italiana, ma della nostra tradizione, dei mestieri e delle arti. Un saper fare di alto e tradizionale magistero che deve essere riferimento irrinunciabile per le generazioni che verranno.
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