Gruppo CLAI, obiettivo qualità: intervista a Gianfranco Delfini
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 10/05/2018
Rapporto con il territorio, fiducia nei giovani e un obiettivo costante: la qualità. CLAI Salumi si racconta a Cibus 2018
Con una filiera formata da soci lavoratori e da soci allevatori, il Gruppo CLAI opera sia nel settore dei salumi che in quello delle carni fresche bovine e suine. L’azienda emiliana – composta da due brand, Zuarina, storico salumificio di Langhirano e CLAI, Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi – a Cibus 2018 si è presentata puntando sul rispetto della tradizione, della qualità e dell’artigianalità italiana.
Insieme a Gianfranco Delfini, responsabile marketing del Gruppo CLAI, ci siamo soffermati sullo stato di salute dell’azienda e su alcuni temi d’attualità per chi fa impresa e lavora nel mondo della carne. Abbiamo parlato in particolare di filiera del benessere, sostenibilità e rapporto umano.
L’intervista a Gianfranco Delfini
Secondo i nutrizionisti, lo spazio a disposizione degli animali, come vivono, mangiano e vengono curati, sono tutti fattori che influiscono positivamente sulla qualità della carne, non solo sul benessere dell’animale mentre è in vita.
Abbiamo fatto di questo genere di filiera uno dei nostri tratti distintivi, proprio perché CLAI nasce come cooperativa di soci allevatori e lavoratori. Quindi il fatto che i soci gestiscano gli allevamenti e poi conferiscano quello che è il risultato della loro attività è stato ed è una delle distintività della nostra azienda. E una volta conferito il prodotto, ci sono altri soci, i lavoratori, che aiutano nel processo di trasformazione. Dunque questo concetto di filiera, la certificazione, il controllo è un tema che da sempre sposiamo e cavalchiamo proprio perché siamo nati con questa logica.
In questo contesto, il rapporto umano è fondamentale dunque. Oltre ai canali consueti, avete anche una rete di punti vendita locali che vi mette in diretto contatto con il consumatore. Senza dimenticare che CLAI nasce proprio come cooperativa e quindi si basa sul legame comunità-territorio. È dunque possibile fare impresa e contemporaneamente curare i rapporti umani?
Assolutamente sì, è uno dei nostri valori fondamentali. Essere cooperativa vuol dire riuscire a coinvolgere i soci nella gestione, nella vita quotidiana dell’attività d’impresa. E, ovviamente, anche nel consiglio d’amministrazione. Altra distintività, i 7 punti vendita con circa 70 persone che ci lavorano raccontando giornalmente il prodotto al cliente. Dai campi alla tavola: dal socio allevatore al collega della cooperativa che propone ciò che arriva dai campi al consumatore.
Altra tematica di grande attualità è quella del rispetto per l’ambiente. Come vi state muovendo in tema di sostenibilità?
È un tema importante per noi. Faccio un esempio significativo. Ci siamo mossi già qualche anno fa in questa direzione con un investimento importante: quello di un impianto biogas, che funziona con il sottoprodotto della macellazione, gli scarti, i liquami dell’azienda agricola, i cereali dell’attività dei campi: la fermentazione di questi elementi produce del biogas che poi messo nel motore genera l’energia elettrica con cui soddisfiamo tutta la necessità degli impianti produttivi.
Obiettivi per il futuro? Oltre agli investimenti economici, è previsto un restyling del brand.
Il nostro sviluppo futuro ha un nome: qualità. Percorso che prevede tante tappe tra cui il rebranding, un intervento che non lo stravolgerà, ma dovrà renderlo più appealing, più attuale, per aiutarci a diffondere al meglio la nostra proposta di qualità.
A Cibus avete portato con voi uno chef stellato come Max Mascia che ha realizzato diversi showcooking. Qual è l’importanza degli chef nel raccontare e comunicare il prodotto?
Sono elementi di valore che ci aiutano in questo percorso di qualità. Con chef Mascia, due stelle Michelin al San Domenico di Imola, c’è un rapporto importante da diversi anni. Lo coinvolgiamo spesso perché ha la capacità, conoscendo molto bene il nostro territorio, di riuscire a pensare piatti che permettano ai consumatori di apprezzare le caratteristiche delle nostre carni.
Lo stesso vale anche per Zuarina, marchio apprezzato da chef europei, a Montecarlo, a Dubai. Il rapporto con gli chef ci aiuta.
Infine, quali sono i prodotti di cui siete più orgogliosi?
Per quanto riguarda Zuarina, sicuramente il 24 mesi: dolce, riconosciuto e rinomato nel mondo. Nell’offerta CLAI invece, salame contadino, salame campagnolo e casereccia sono i prodotti di punta. Anche se ultimamente uno dei più venduti è Bella Festa, salame light, stessa gradevolezza ma con il 50% di grassi meno.
Sviluppo e investimenti, ecco come cresce anche l’occupazione giovanile
Con Pietro D’Angeli, direttore CLAI e presidente di Zuarina, abbiamo parlato invece di numeri. Il Gruppo è infatti in crescita:
Il fatturato del 2017 ammonta a 261 milioni di euro, con una crescita di 30 milioni rispetto al 2016. Anche il primo quadrimestre del 2018 ha fatto registrare una crescita, sia per quanto riguarda la carne (+2,8%) che per il salame (+7,5%). Inoltre l’azienda continua a espandersi sia all’estero che in Italia. Per il nostro salame l’Europa è il mercato più importante, parliamo di Francia, Germania e Regno Unito. Mentre il primo mercato per Zuarina è il Giappone, seguito da USA, Canada e Europa.
Una crescita che si riflette su altri numeri, quelli dell’occupazione. In particolare quella giovanile.
In totale siamo 495 dipendenti, nel 2001 eravamo 350: quindi oltre 140 unità in 17 anni. E l’età media della nostra cooperativa è di 43 anni, ne siamo molto orgogliosi: gli under 35 sono il 22,4%. Il nostro obiettivo è crescere tutti gli anni, perché se cresciamo sempre poi possiamo dare lavoro e quindi assumere giovani.
Crediamo nei ragazzi, ma si possono assumere se si crea sviluppo.
E mentre dice ciò, Pietro D’Angeli ci presenta Gabriele, giovane neo-assunto dal Gruppo CLAI. Testimonianza di come lo sviluppo dell’azienda si ripercuota positivamente sul territorio e quindi sui ragazzi che ci vivono e studiano:
Prima di prenderlo con noi però gli abbiamo posto una condizione: l’assunzione sarebbe partita dal giorno dopo laurea, perché non vogliamo assolutamente che interrompano gli studi.
In conclusione, il direttore CLAI ci ha spiegato che i progetti futuri prevedono anche diversi investimenti.
Abbiamo in corso un investimento importante di 10 milioni di euro al salumificio di Sasso Morelli che sarà ultimato all’inizio del prossimo anno. E poi stiamo studiando un progetto di ristrutturazione e ampliamento dello stabilimento di lavorazione delle carni a Faenza, sempre di 10 milioni di euro. Inoltre stiamo investendo anche nel centro direzionale, un’antica villa (Villa La Babina, del circuito Grandi Giardini Italiani, nda) con un bellissimo parco dove vogliamo fare un percorso con le querce che porta allo stabilimento, a toccare con mano cos’è il Gruppo CLAI.
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