Grano/pasta e riso: da febbraio obbligo di origine in etichetta
di Informacibo
Ultima Modifica: 28/02/2018
Questo per quanto riguarda l'Italia, mentre per il regolamento europeo, direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, bisogna aspettare l'estate.
Tutti soddisfatti o quasi.
Oltre ai ministri Maurizio Martina (Politiche agricole) “Il nostro obiettivo -ha detto Martina- è dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, rafforzando così la tutela dei produttori e dei rapporti di due filiere fondamentali per l'agroalimentare Made in Italy. Non rinunceremo a spingere ancora in Europa perché questi provvedimenti vengano presi per tutta l'Ue". e Carlo Calenda (Sviluppo economico), ha esultato per l’introduzione dell’etichettatura la Coldiretti, da sempre in prima fila per la trasparenza. La Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d’Italia (è l’Associazione di categoria che rappresenta in Italia, in via esclusiva, l’Industria molitoria, articolata nei due comparti della macinazione del frumento tenero e del frumento duro) ha sottolineato come la qualità del grano duro non possa in alcun modo «essere automaticamente ricondotta al luogo di coltivazione».
I pastai italiani di Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta), che nei mesi scorsi si erano opposti, si sono adeguati.
“Da questo momento in avanti – continua Felicetti – i consumatori avranno modo di verificare che dietro ottime marche di pasta a volte ci sono semole ricavate da grani duri italiani e altre volte, invece, semole che utilizzano anche ottimi grani duri stranieri. Perché la qualità non conosce frontiere. Non bisogna infatti confondere l’origine con la qualità del prodotto: tutto il grano che utilizziamo per la pasta italiana, per bontà, sicurezza e tracciabilità, è il migliore del mondo.”
Ma questa etichetta è destinata a durare poco. “Purtroppo, come temevamo, questa etichetta sarà presto superata dal Regolamento UE sull’origine degli alimenti, che arriverà questa estate e cambierà nuovamente le carte in tavola, spiega Felicetti. Noi pastai saremmo costretti a riadeguare nuovamente l’etichetta e il consumatore troverà questa informazione scritta in un modo differente.”
Secondo AIDEPI, dopo l’avvenuta pubblicazione dell’etichetta, è il momento di concentrarsi sui temi davvero rilevanti per il futuro della filiera della pasta. La sola indicazione in etichetta dell’origine del grano non basta per superare il gap strutturale, quantitativo e qualitativo, che impone agli industriali della pasta di importare una quota (in media il 30%). del grano necessario per fare il loro prodotto.
Maggiori informazioni su Aidepi We Love Pasta
AIDEPI, l'Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, le cui aziende iscritte coprono complessivamente circa l'80% del mercato,rappresenta non solo un gruppo di produttori ma anche cultura del gusto e tradizione italiana. AIDEPI difende la tradizione italiana della Pasta, tutelando gli interessi degli associati a livello nazionale e internazionale.
La campagna We Love Pasta nasce per promuovere la cultura della Pasta, simbolo del Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo, e della dieta mediterranea, considerata patrimonio immateriale dell'Umanità.
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