Gli Home Restaurant rispondono alla Fipe: “siamo in regola”
Fipe aveva promosso una petizione “Per non mangiarsi il futuro”, tra i primi firmatari Claudio Sadler e Carlo Cracco
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 06/06/2019
La Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, contro la ‘concorrenza sleale’ degli Home Restaurant aveva lanciato nei giorni scorsi un appello (leggere Informacibo) alle istituzioni italiane invitando gli chef a firmare una petizione “Per non mangiarsi il futuro”, che vedeva tra i primi firmatari Claudio Sadler e Carlo Cracco.
Fipe, era scritto nel Manifesto/petizione “non chiede meno regole ma che quelle in vigore vengano applicate per la stessa professione, anche a tutela e a salvaguardia dei 10 milioni di clienti che ogni giorno frequentano i Pubblici Esercizi”.
Home Restaurant, siamo regolati dal parere del Ministero
Ora arrriva la replica della piattaforma Home restaurant Hotel all’appello-petizione lanciato dalla Federazione dei Pubblici esercizi.
“Fipe in questi anni ha adottato una linea dura contro un settore in crescita e innovativo come quello degli Home Restaurant perfettamente regolato dal parere del Ministero dell’interno del 1 febbraio 2019″. Secondo il ministero, ricorda la nota degli Home Restaurant, se l’attività è diretta a particolari soggetti ed è svolta occasionalmente, non sarà assoggettata alla disciplina di somministrazione di alimenti e bevande. In caso contrario e quindi se rivolta a un pubblico indistinto, sebbene esercitata occasionalmente, sarà classificata come somministrazione di alimenti e bevande.
La Fipe, precisano gli Home Restaurant, “non può denigrare un settore in forte crescita che si discosta di molto dall’offerta proposta dalla normale ristorazione, quanto invece dovrebbe vederla come un’attività di promozione e valorizzazione del territorio. È paradossale come in questo paese qualsiasi innovazione venga vista come un male“. E aggiungono, “a differenza di altre aziende del settore siamo in regola e spingiamo in nostri clienti ad esserlo con le norme vigenti. Mi sembra ovvio che gli Home Restaurant, in palese contrasto con quello della normale ristorazione, non può avere le stesse regole di quest’ultima, ma deve essere posto su un piano diverso in quanto offre un’esperienza calorosa, dove il cliente anche se deve essere definito ospite, si deve sentire a casa e volendo provare le prelibatezze del luogo”.
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