Il Giudice di Palermo dispone l’assunzione a tempo indeterminato per un rider di Glovo
La Cgil: “È una vittoria di tutti e per tutti. Per la prima volta viene riconosciuto da un tribunale italiano il rapporto di lavoro subordinato, a tempo pieno e indeterminato, di un rider"
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 25/11/2020
“Una sentenza storica. È una vittoria di tutti e per tutti. Per la prima volta viene riconosciuto da un tribunale italiano il rapporto di lavoro subordinato, a tempo pieno e indeterminato, di un rider”. Lo dice la Cgil di Palermo.
La decisione del giudice del lavoro Paola Marino
La Cgil di Palermo, attraverso il Nidil, la categoria dei lavoratori atipici, “canta” vittoria per la decisione presa dal giudice del lavoro, Paola Marino, del tribunale di Palermo che, dopo una proposta di conciliazione non andata a buon fine, ha emesso la sentenza definitiva disponendo la reintegra Marco Tuttolomondo, 49 anni, nel posto di lavoro con un contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, con uno stipendio orario, quindi non più a cottimo, con inquadramento di sesto livello, applicando il contratto collettivo del Terziario, distribuzione e servizi. Il giudice ha anche disposto un risarcimento del danno, da parte di Glovo, dal giorno della disconnessione al giorno della effettiva reintegra e la differenza retributiva tra quanto guadagnato dal rider con il contratto autonomo e quanto gli sarebbe spettato con un contratto di lavoro subordinato.
La dichiarazione della Cgil di Palermo
“Questo riconoscimento – dicono il segretario Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso e il segretario generale di Palermo Mario Ridulfo – potrebbe perfino andare ben oltre il perimetro del lavoro dei rider, arginando la proliferazione degli ultimi anni di contratti di lavoro autonomo per mansioni che sono state sempre tipiche del lavoro subordinato“.
Il casus bellum
“Il rider, assieme al sindacato, aveva partecipato a una trasmissione su una rete televisiva locale, denunciando la condizione di difficoltà vissute dai ciclofattorini delle piattaforme di consegna a domicilio. Poco dopo – spiegano i dirigenti della Cgil – la sua app è stata bloccata. Questa è la prima pronuncia del genere”.
Molto risalto alla notizia è stata data dalla stampa nazionale e un servizio gli ha dedicato il TG3 da dove abbiamo ripreso la foto di copertina mentre intervista un rider che difende la decisione del giudice e parla della mancanza dei diritti dei rider.
Gli incontri al Ministero del Lavoro continuano, il 3 e il 9 dicembre
Intanto proseguono al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gli incontri tra la ministra Nunzia Catalfo e le parti sociali sul tema dei rider.
Dopo il primo incontro dove la ministra ha illustrato il contenuto del Decreto con il quale ha istituito l’Osservatorio permanente in materia di tutela del lavoro tramite piattaforme digitali del quale fanno parte Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Alleanza Cooperative Italiane per la parte datoriale e Cgil, Cisl, Uil, Ugl e RidersXiDiritti per quella sindacale, c’è stato l’incontro del 24 novembre, sul caporalato digitale.
Il confronto proseguirà nelle prossime settimane: il 3 dicembre ci sarà un per tutelare la salute e la sicurezza dei ciclofattorini e quello del 8 dicembre per agevolare il dialogo fra le parti e garantire ai rider l’effettività dei diritti minimi inderogabili sanciti dalla legge.
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Dopo Glovo seguono Deliveroo, Just Eat e Uber Eats. Le piattaforme food delivery puntuali nel 95% dei casi mentre i costi di consegna si aggirano sui 2 euro.
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