Giornata internazionale dell’Olivo: Assitol propone di costruire una nuova cultura dell’olio - InformaCibo

Giornata internazionale dell’Olivo: Assitol propone di costruire una nuova cultura dell’olio

Città dell’Olio: con l’olivo celebriamo le nostre radici ma anche il nostro futuro sempre più improntato ad un turismo dell’olio e ad una agricoltura sociale

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 25/11/2020

Novembre, questo è il mese dedicato all’olio, perché in questo periodo si provvede generalmente alla raccolta delle olive, un rito antico e tradizionale.

 

Giovedì 26 novembre si svolge la Giornata internazionale dell’Olivo   

Dai 60 anni dell’extra vergine alla Giornata mondiale dell’Olivo, in questi giorni si susseguono le ricorrenze dedicate a questo prezioso alimento.

ASSITOL propone di costruire una nuova cultura dell’olio, che ne promuova il consumo e lo valorizzi anche nella lotta al cambiamento climatico.
Il mese di novembre dedicato alla cultura dell’olio d’oliva. La proposta arriva da ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’industria olearia, in vista della Giornata mondiale dell’olivo, che si celebrerà il 26 novembre.

10 anni fa la Dieta Mediterranea

Per il mondo dell’olio, –scrive in una nota Assitol– sono davvero tanti gli anniversari importanti: il 13 novembre 1960, con la Legge 1404, è nata ufficialmente la categoria dell’extra vergine.
Dieci anni fa, il 16 novembre la Dieta mediterranea, di cui l’olio è uno dei pilastri, ha ottenuto il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità.
Infine, la Giornata del 26 novembre dedicata all’ulivo, ideata dall’Unesco per sottolineare l’importanza, storica e culturale, di questo albero e della sua coltivazione.

 Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL

«Novembre è il mese per eccellenza dell’olio d’oliva – commenta Anna Caneecco perché proponiamo di dedicarlo, anche solo idealmente, a questo alimento prezioso e alla cultura che lo riguarda. E per celebrare questo momento, in un periodo molto complicato, ci sembra giusto invitare tutta la filiera ad una riflessione sul futuro dell’olio.»
Per l’Associazione, l’olio d’oliva ha bisogno di una nuova ripartenza. Le proprietà nutrizionali di questo prodotto sono riconosciute da decine di ricerche scientifiche, come pure i suoi benefici per la salute.
I consumatori in tutto il mondo, non soltanto in Italia, ne amano il gusto. Tuttavia, soltanto il 4% dei consumi di grassi alimentari nel mondo riguarda l’olio d’oliva.
«Segno che molto resta da fare per promuovere la conoscenza di questo alimento – afferma la presidente – anche noi italiani diciamo che fa bene, ma ne abbiamo dimenticato i motivi.»

La stessa Dieta mediterranea, che vede nell’olio uno degli elementi costituenti, è seguita in Italia da meno della metà della popolazione.

Ecco perché, secondo gli imprenditori del comparto, il dopo-pandemia potrebbe essere l’occasione per costruire una nuova cultura dell’olio d’oliva, capace di raccordare le conoscenze della scienza con la tradizione e la storia di questo alimento, e di rilanciarne il consumo.
In questa ottica, ASSITOL appoggia la proposta di un Ufficio dedicato alla Dieta mediterranea presso il Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali.
«Apprezziamo l’iniziativa del ministro Bellanova – spiega la presidente del Gruppo olio d’oliva di ASSITOL – e ci auguriamo di poter collaborare con le istituzioni, incoraggiando il ritorno a questo modello alimentare.»
L’Associazione auspica al riguardo la definizione di un grande piano di educazione alimentare, in cui dare ampio spazio all’assaggio di oli diversi.

Le Città dell’Olio ricordano la Giornata internazionale dell’olivo

“In un momento storico di grande incertezza, l’olivo simbolo universale di pace, saggezza, armonia ed espressione di una civiltà millenaria che affonda le sue radici nel Mediterraneo, rappresenta la nostra solida identità. Noi delle Città dell’Olio vogliamo rendere omaggio a questa pianta sacra, rinnovando il nostro impegno nella sua valorizzazione e promozione. Un impegno che va avanti da più di 25 anni”.

Con queste parole Michele Sonnessa presidente delle Città dell’Olio ricorda la Giornata internazionale dell’olivo, istituita il 26 novembre 2019 dall’Unesco.

Un anno fa, infatti, con una risoluzione approvata all’unanimità, il Consiglio esecutivo dell’Unesco sanciva che l’olivo contribuisce allo sviluppo economico e sociale sostenibile dei popoli ed elemento di unità e diversità di tutte le culture, trascendendo i confini e consentendo scambi tra i popoli.

L’Unesco ha riconosciuto all’olivo il suo ruolo culturale e il suo ruolo di volano nello sviluppo delle comunità rurali. Intorno all’olivo – spiega Sonnessa – nascono le città di identità come le conosciamo oggi, che attraverso l’insieme di saperi e mestieri ad esso collegati, promuovono prodotto e paesaggio insieme. L’olivo e l’olio sono un elemento identitario a cui non possiamo rinunciare, perché parla di chi siamo e delle nostre radici. Ma è anche una leva potente di sviluppo turistico ed occupazionale, attraverso un’offerta integrata di esperienze legate all’olio improntate alla conoscenza e alla convivialità e investimenti a sostegno dell’autoimprenditorialità legata all’agricoltura sociale”.

Inoltre, questa Giornata ci ricorda che la pianta di olivo oltre ad essere un elisir di lunga vita essendo l’alimento principe della Dieta Mediterranea, costituisce una barriera ambientale efficace contro la desertificazione e la protezione contro l’erosione ed è un agente nella lotta contro il riscaldamento globale, catturando più CO2 di quanta ne emette nell’atmosfera sotto forma di gas a effetto serra durante l’intero ciclo di coltivazione e durante il processo di produzione dell’olio d’oliva. Allo stesso tempo, riconosce l’impatto del settore olivicolo sull’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente e il conseguente contributo allo sviluppo sostenibile, nonché le virtù dell’olio d’oliva per la salute, le sue proprietà terapeutiche e i suoi benefici alimentari.

Olio Extravergine di Oliva: gli Stati Generali del settore

L’Olio come forma di turismo, cultura ma anche veicolo di promozione del territorio. Il rapporto di Roberta Garibaldi

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