Guida al Genepy, il Liquore delle Alpi - InformaCibo

Guida al Genepy, il Liquore delle Alpi

Scopri i segreti di questo elisir alpino che unisce tradizione e gusto

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 10/09/2024

Settembre è sinonimo di ritorno del clima più fresco, dei primi funghi in montagna e dei sapori che la accompagnano, come gli amari. Il Genepy è uno dei più famosi. Conosciuto come il “Liquore delle Alpi“, è un’istituzione della tradizione enogastronomica montana.

Cos’è il Genepy?

Il genepy è un liquore aromatico prodotto principalmente nelle regioni alpine di Italia e Francia. Parlando di regioni, possiamo identificarlo nella zona di Piemonte e Valle d’Aosta. Il suo nome deriva dalla pianta omonima, l’artemisia alpina, che cresce spontaneamente ad alte quote sulle Alpi. Questo distillato si distingue per il suo colore che varia dal giallo paglierino al verde chiaro, con una gradazione alcolica che oscilla tra il 30% e il 40% vol. L’aroma intenso e balsamico del genepy si accompagna a un sapore complesso, in cui note dolci si intrecciano con sfumature amare e speziate, creando un’esperienza gustativa unica.

Caratteristiche

Il Genepy,  si distingue per il suo caratteristico colore giallo-verdolino e il suo profumo balsamico. Il suo gusto pieno e leggermente amarognolo lo rende un eccellente digestivo da sorseggiare a fine pasto. La tradizione di questo liquore affonda le sue radici nella storia di alcune valli come Valle d’Aosta e Piemonte dove per secoli è stato utilizzato come rimedio terapeutico per varie patologie infiammatorie. La pianta di artemisia da cui deriva, che cresce rigogliosa sulle morene glaciali e le pietraie sopra una certa altitudine, trova nel terreno ricco di minerali della Valle d’Aosta e in quello dell’Alto Piemonte il suo habitat ideale. Il Genepy si produce attraverso l’infusione o la distillazione dei fiori di Genepy nero (Artemisia spicata wulfen) e/o Genepy bianco (Artemisia umbelliformis lam), un processo che si è industrializzato solo verso la fine dell’Ottocento con la diffusione degli opifici di trasformazione.

La storia del Genepy: dalle erbe medicinali al liquore

La storia del genepy affonda le sue radici nell’antichità. Inizialmente utilizzato come rimedio medicinale dai montanari, questo liquore ha attraversato i secoli trasformandosi in una bevanda apprezzata per il suo gusto. Le sue origini risalgono ai tempi dei Celti e dei Romani, che ne in questo mix di erbe macerato in alcol apprezzavano le proprietà curative. Durante il Medioevo, i monaci perfezionarono le tecniche di distillazione, gettando le basi per la produzione moderna. Fu però nel XVIII secolo che iniziò una produzione su scala più ampia, portando il genepy a diventare, nel corso del XX secolo, un simbolo della cultura alpina.

Il legame con il territorio: un prodotto autenticamente alpino

artemisia alpina
Artemisia Alpina. Foto di Orobicon – Opera propria, CC BY-SA 3.0,

 

Il genepy è intrinsecamente legato al territorio alpino. In primis, per la sua materia prima.  La pianta di artemisia mutellina infatti infatti cresce solo ad altitudini elevate, attorno ai duemila metri, in condizioni ambientali specifiche. Questo forte legame con il territorio si riflette non solo nella materia prima locale, ma anche nei metodi di produzione tradizionali che si sono tramandati di generazione in generazione. Il genepy è diventato parte integrante della cultura montana, soprattutto in alcune zone come il Genepì Autoctono delle Valli Cuneesi alcune aree, a testimonianza del suo valore non solo gastronomico ma anche culturale.

 

Curiosità sul Genepy

La produzione del genepy è circondata da interessanti curiosità. La raccolta della pianta è strettamente regolamentata per preservare l’ecosistema alpino, un aspetto che sottolinea l’importanza della sostenibilità nella produzione di questo liquore. Esistono diverse varianti regionali del genepy, ognuna con le sue peculiarità, che riflettono la ricchezza e la diversità del territorio alpino. Oltre al suo uso come digestivo, il genepy trova impiego in cucina per aromatizzare piatti e dessert, dimostrando la sua versatilità gastronomica. Molti credono ancora nelle sue proprietà benefiche, attribuendogli effetti digestivi e antisettici.

Essendo l’artemisia genepi una specie protetta, oggi quella per produrre il liquore si coltiva. Le principali aree di coltivazione si concentrano in Valle d’Aosta e Piemonte, regioni che vantano appunto una lunga tradizione nella produzione del liquore di Genepì. Interessante notare come queste coltivazioni si svolgano a quote relativamente basse, generalmente tra i 1.900 e i 2.000 metri sul livello del mare. Questo contrasta con l’habitat naturale del Genepì selvatico, che prospera a quote ben più elevate, tipicamente tra i 2.200 e i 3.000 metri. La scelta di coltivare a quote inferiori però facilita la gestione delle piantagioni, e contribuisce anche a proteggere le popolazioni naturali di questa preziosa pianta alpina.

Come degustare il Genepy

Per apprezzare appieno questo liquore alpino, è consigliabile seguire alcune semplici regole. Il genepy va servito freddo, ma non ghiacciato, per preservarne gli aromi delicati. Si consiglia l’uso di bicchieri piccoli, tipo shot, che permettono di concentrare i profumi e di sorseggiare lentamente, percependo tutte le sfumature aromatiche. Gli appassionati più creativi possono sperimentare il genepy in cocktail o come ingrediente in ricette. Ad esempio, mai provato nel gelato o per marinare una carne?

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L'Autore

giornalista