Finisce in una bolla di sapone la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - InformaCibo

Finisce in una bolla di sapone la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano

di Informacibo

Ultima Modifica: 18/12/2014

Reggio Emilia 18 dicembre 2014. E' finita in una bolla di sapone la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, accusato di aver sottratto dei documenti dal ministero dell’Agricoltura.
Una vicenda che finisce bene e riabilita in pieno Deserti, dopo che il pm ha chiesto l’archiviazione, concessa dal tribunale.

La notizia è giunta sabato al legale di Deserti, Gianluigi Pieraccini, soddisfatto per l’esito della vicenda culminata nel 2013 con un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti del direttore del Consorzio, che fu poi sospeso dalla carica in via cautelativa. Il presidente dell’ente, Giuseppe Alai, ha sempre difeso a spada tratta Deserti, confidando nell’archiviazione, della quale si è discusso ieri nel cda del Consorzio, che ha voluto mettere a verbale la felice conclusione della traversia giudiziaria. «Dopo il provvedimento cautelare – spiega Pieraccini – avevamo fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Roma che aveva già annullato l’ordinanza per difetto sui gravi indizi. Il successivo ricorso del pm in Cassazione era stato dichiarato inammissibile. In assenza di altri elementi, alla procura non restava che chiedere l’archiviazione».

Già da qualche mese il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano era tornato a coprire la posizione di vertice con tutte le deleghe. Lo si era già visto nelle assemblee e al lavoro a pieno ritmo, in un momento peraltro difficile per l’ente che sta affrontando il problema del calo dei prezzi del formaggio, che sta riducendo i margini dei produttori.

La parabola presa dall’inchiesta era cominciata lo scorso marzo, quando il Tribunale del Riesame di Roma ha annullato l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Roma, del 3 febbraio, che aveva disposto gli arresti domiciliari per Deserti. Misura che fece scalpore all’interno del sistema consortile, rassicurato però da Alai e dai dirigenti. Una volta tornato in libertà, il direttore aveva guardato con fiducia al futuro. Il manager aveva spiegato con dovizia di particolari, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, ciò che accadde in quella giornata in cui lo stesso Deserti ha incontrato, per motivi di lavoro, alcuni funzionari dello stesso ministero.

Aveva anche chiarito che deteneva alcuni atti originali, appartenenti allo stesso ministero, in modo inconsapevole, in quanto asportati per errore assieme al corposo materiale di lavoro personale dopo che si era dimesso dall’ufficio ministeriale per il quale lavorava prima di passare al Consorzio.

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Capo Redattore