Ferrara Fiere cambia, presenta un progetto per gli studenti dell’Università
I prossimi Saloni diventeranno "virtual expo", e si studia come fare per soddisfare le esigenze di didattica
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 28/04/2020
Anche le fiere stanno attraversando un momento difficile e cercano di adeguarsi al nuovo clima in tempi di Coronavirus.
A battere tutti sul tempo è Ferrara Fiere con un progetto con l’Università di Ferrara.
Ma vediamo prima come cambia il panorama fieristico ferrarese.
Da fine febbraio in poi le varie manifestazioni sono state annullate o rinviate in autunno con la speranza che da settembre in poi si riescano ad organizzare e la cosa non è affatto scontata. Ferrara non sfugge a questa regola ed il Salone del Restauro e Remtech Expo in calendario dal 22 al 25 settembre così come Sealogy, il primo salone europeo dedicato al mare prevista dal 20 al 22 novembre diventeranno “virtual expo” ovvero “si sta studiando la formula – come afferma il presidente Filippo Parisini – per garantire la massima qualità”.
Niente da fare invece per il Balloons Festival previsto a settembre (Ferrara Fiere lo gestisce per conto del Comune di Ferrara). La rassegna dedicata alle mongolfiere ritornerà l’anno prossimo.
Il presidente Filippo Parisini, presenta il progetto di Ferrara Fiere all’Università
Il presidente Parisini ha inviato una informativa ai soci (Bologna Fiere, Camera di Commercio, Comune, Bper Banca, Holding Ferrara Servizi, Provincia) nella quale informa di avere esposto al rettore dell’Università di Ferrara, Giorgio Zauli e al direttore amministrativo Giuseppe Galvan, un progetto per mettere a disposizione dell’Università un ampliamento dei padiglioni giù in uso.
“Dal 2018 sacrificando la gestione caratteristica della Fiera ma innovando nel campo dell’individuazione di nuove frontiere di servizi siamo stati coautori e coprotagonisti – spiega il presidente Parisini – assieme a Unife, Comune di Ferrara e Tper della sperimentazione di un apprezzato service logistico a favore di circa duemila studenti della facoltà di biotecnologia. Nel 2019 con i medesimi attori abbiamo riconfermato il servizio che è stato esteso alle selezioni e prove d’esame. Nel medesimo anno 2019 Ferrara fiere si è aggiudicata il Career Day a comprova della costante dedizione a offrire servizi in favore delle esigenze del mondo universitario ferrarese senza dubbio originale e audace attore di proposte per lo sviluppo locale. Per i servizi riguardanti l’anno accademico 2020-2021 – prosegue Parisini – prima dell’emergenza sanitaria erano in corso interlocuzioni per l’ampliamento degli stessi. In considerazione del momento generale in previsione dell’importante prossime valutazioni assembleari (in programma il 30 aprile) al fine di delineare il futuro post Covid-19 per il risanato quartiere fieristico e le sfide che ci attendono anche alla luce di una evidente difficoltà di ripartire in tempi brevi del settore fieristico tradizionale“. La proposta di Parini è quella di utilizzare il quartiere fieristico di circa 22mila metri quadrati dotato di accessi multipli, distanziamenti, accessibilità, infrastrutture, parcheggi, dotazione di servizi, ancora maggiormente per soddisfare esigenze di didattica reale a un grande numero di iscritti (era stata chiesta una disponibilità per 4mila studenti ma si può arrivare anche a 6mila). “Questo anche nel contesto di servizi di teledidattica – spiega Parisini – già pre pandemia”. La proposta non è in contraddizione con l’idea lanciata dal rettore dell’ateneo ferrarese Giorgio Zauli di dare più spazio ai corsi a distanza e all’uso della telematica.
“Credo che caratterizzare attualmente la Fiera come un “campus” può rispondere anche ad una esigenza della città di Ferrara – conclude Parisini – che è quella di mantenere un elevato numero di iscritti all’Università con eventi ricadute positiva per la città”.
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