Spreco alimentare: la fame non è un problema di scarsità di risorse, ma di sistema
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 02/02/2024
Il 5 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che punta a sensibilizzare azioni e comportamenti concreti per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile contenuti nell’Agenda Onu 2030. Il numero 12, in particolare, punta a dimezzare lo spreco di cibo entro il 2030.
La fame nel mondo
Nel mondo, circa 783 milioni di persone soffrono la fame (fonte: SOFI 2023). Si tratta di un grande paradosso perché ci sarebbe cibo a sufficienza per tutti, ma c’è un problema di accesso alle risorse e distribuzione. Il che porta a un paradosso ancora più crudele: secondo i dati della FAO, il cibo perso e sprecato ogni anno a livello globale potrebbe sfamare 1,26 miliardi di persone, cioè quasi il doppio di quelle che ogni giorno vanno a letto senza cena.
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La fame in Italia
Se stai pensando che questa situazione riguardi zone del mondo lontane, sei fuori strada. Dai numeri registrati dall’Istat nel 2023, infatti, in Italia quasi una persona su 10 è povera e non ha accesso a un’alimentazione adeguata.
Eppure, ogni settimana buttiamo nella spazzatura circa mezzo chilo di cibo (dati Waste Watcher 2023). Cosa non funziona?
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Il problema della fame
Nella loro essenzialità, spiega Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame, “questi numeri parlano chiaro: la fame non è un problema di risorse, ma di sistema”.
Il che significa che c’è una buona notizia: “Non si tratta di una piaga ineliminabile, ma può essere sconfitta agendo sulle cause strutturali, tra cui figurano anche le disuguaglianze nella distribuzione di risorse a livello globale”.
La Giornata di prevenzione dello spreco alimentare è quindi un’occasione importante per sensibilizzare sul tema del cibo e dei sistemi alimentari e per riflettere sull’altra faccia della medaglia, ovvero il cibo che manca.
“Creare consapevolezza è un primo passo necessario verso il cambiamento, che deve investire sia le pratiche individuali che le scelte politiche dei governi – ribadisce Garroni -. Solo ripensando profondamente i sistemi alimentari globali e lavorando per un’equa distribuzione delle risorse potremo garantire a ogni persona il diritto a una vita libera dalla fame”.
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