Expo, un manifesto del made in Italy: 10 punti per rilanciare l’Italia
di Informacibo
Ultima Modifica: 11/10/2015
Milano Expo 2015. Promuovere all’estero una visione dell’«Impresa-Italia», creare sinergia e investire in formazione. Ecco l’anima del «Manifesto per il Made in Italy» lanciato ieri a Expo. Frutto della ricerca condotta da Sanpellegrino su oltre 450 aziende del territorio — e promosso in collaborazione con Fondazione Altagamma — il documento vuole rilanciare il ruolo del Paese dopo l’Esposizione.
Secondo il 33 per cento degli imprenditori intervistati, il «Made in Italy» è centrale nell’identità culturale e rappresenta un patrimonio di conoscenze da difendere.
Punti deboli su cui lavorare sono invece la modesta competitività in ricerca e innovazione e la difficoltà di aprirsi al cambiamento.
Il decalogo del “Manifesto per il Made in Italy”
1. Il Made in Italy è uno degli elementi fondante dell’identità culturale italiana
2. Difendere e favorire la trasmissione dei saperi produttivi di generazione in generazione è il primo passo per valorizzare il nostro patrimonio identitario
3. Creare valore attorno al Made in Italy significa dare una visione globale alle eccellenze territoriali
4. Prendersi cura del Made in Italy significa soddisfare al meglio i bisogni immateriali della società: estetica, cultura, emozionalità, socialità
5. Creare sinergie tra settori affini e categorie complementari è una strada non più rinviabile per aumentare la competitività del Made in Italy
6. Fare sistema significa instaurare un rinnovato spirito cooperativo tra tutti gli attori politici, sociali, economici e imprenditoriali
7. La sola difesa del Made in Italy non è più sufficiente: la percezione del valore passa dal racconto dell’arte del saper far tipica della creatività italiana
8. Per vincere all’estero il Made in Italy deve presentarsi con una visione d’insieme che promuova non singole imprese ma l’Impresa Italia
9. Aumentare gli investimenti in formazione e saper innovare significa ridurre il disallineamento con l’offerta emergente
10. Fisco, burocrazia e visione strategica sono handicap che le Istituzioni hanno il dovere di trasformare in punti di forza del modo di fare impresa
“Questo Manifesto rappresenta la necessità di mettere a frutto le conoscenze maturate durante l’Expo e il valore creato attorno alle nostre eccellenze per dare al Made in Italy una prospettiva strutturale al sistema economico italiano" afferma Stefano Agostini, Presidente e AD del Gruppo Sanpellegrino.
L’Italia in certi Paesi del mondo è «poco nota: serve uno straordinario sforzo di marketing oltre che uno di sistema», ha aggiunto Piero Galli, direttore generale Eventi di Expo. In questo senso l’evento milanese può (e deve) essere un trampolino di lancio.
Il documento è stato ufficialmente consegnato in rappresentanza del Governo a Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato al Ministero delle Riforme costituzionali e Rapporti con il Parlamento, che sull’iniziativa ha dichiarato: “Permettere alle nostre aziende di operare e accedere con semplicità ai mercati internazionali è importante per l’economia del nostro paese. Il Governo ha stanziato 260 milioni di euro nel “Piano straordinario 2015 per la promozione del Made in Italy” per intervenire sull’export e l’attrazione degli investimenti, valorizzare l’immagine dell’Italia nel mondo, permettere di ampliare il numero delle piccole imprese che operano nel mercato globale, difendere i prodotti italiani”.
Partendo dall’esperienza di Expo, il Manifesto punta a delineare le linee programmatiche future che abbiano il Made in Italy quale elemento fondante dello sviluppo del Sistema-Italia e rappresenta il lascito dell’imprenditoria italiana alla responsabilità della politica.
Tra i firmatari alcuni degli imprenditori appartenenti ai settori emblema del Made in Italy quali Stefano Agostini, Presidente e AD del Gruppo Sanpellegrino, Andrea Illy, Presidente IllyCaffe; Lamberto Tacoli, Presidente e AD di CRN-Yacht-Ferretti Group e Presidente di Nautica Italiana; Antonella Nonino, AD di Nonino Distillatori; Roberto Gavazzi, AD di Boffi e di De Padova; Massimiliano Giansanti, Vicepresidente di Confagricoltura; Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato.
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