E’ in Edicola “Parola di Brera” a cura di Gianni Mura
di Informacibo
Ultima Modifica: 18/12/2012
Parma 17 dicembre 2012. Come ogni anno in questi giorni viene ricordato da amici, giornalisti, scrittori e lettori, Gianni Brera, Grande giornalista e scrittore. Siamo quasi alla vigilia del ventesimo anniversario della sua morte, avvenuta il 19 dicembre 1992, in un incidente stradale mentre tornava da una cena, e fioccano i ricordi.
Una pagina della Gazzetta di Parma scritta da Claudio Rinaldi in ricordo di Gioannfucarlo
Lo scorso 13 dicembre il giornalista Claudio Rinaldi, uno dei discepoli più cari di Brera, gli ha dedicato una intera pagina del quotidiano La Gazzetta di Parma dove lavora come redattore capo. (qui la pagina de La Gazzetta di Parma scritta da Rinaldi con una citazione di Brera sulla cucina parmigiana).
Rinaldi alcuni anni fa ha anche scritto, insieme a Paolo Brera, figlio di Gianni un libro “Gioannfucarlo. La vita e gli scritti inediti di Gianni Brera” (editore Selecta, Pavia tel. 0382/539672).
Ci piace qui ricordare l’incontro tra Brera e il giovanissimo Rinaldi come lo ha descritto nel suo libro il valente giornalista parmigiano.
Claudio Rinaldi, aspirante giornalista non ancora diciassettenne, andò senza preavviso a trovare Brera nella casa di vacanza a Monterosso, nell’ agosto 1985. e incontra il grande giornalista-scrittore alla stazione ferroviaria (Brera era andato lì a spedire un fuorisacco): “Buongiorno, dottor Brera, sono venuto da Parma per conoscerla”. “Piacere”. “A Parma si mangia bene”, tentai di attaccare bottone. “A Parma si mangia bene un cazzonulla”. Così scrive Rinaldi nel libro e aggiunge; Naturalmente “mezz’ora dopo eravamo sulla sua veranda a bere”.
Se la grandezza si misura anche col peso dell’assenza, Brera è stato e resta grande
“La superiorità di Brera è il peso dell’assenza”, così ha scritto Gianni Mura, amico ed erede di Gianni Brera, nel presentare su La Repubblica (edizione Milano) di sabato 15 dicembre 2012, le tante iniziative a vent’anni dalla morte.
In particolare mercoledì 19 uscirà La Repubblica di Brera, una antologia di scritti breriani nei suoi ultimi dieci anni di lavoro. E’ appena uscito un inedito, Brambilla e la squaw (Frassinelli editore), con postfazione del figlio Paolo.
Il Saggiatore ha inoltre acquisito l’archivio Brera (una piccola miniera di scritti).
Da ricordare che recentemente è uscito “Un Secolo di Guerino, la storia di Guerin Sportivo che proprio quest’anno festeggia il suo secolo di vita. (“Un secolo di Guerino” di Paolo Facchinetti Editore Minerva).
La firma più illustre di tutta la storia del Guerin Sportivo è senza dubbio quella di Gianni Brera che non a caso Rinaldi per l’abilità di Brera di ‘inventare’ un suo particolare linguaggio ha appropriatamente definito , il suo linguaggio particolare inserito nel lessico dell’italiano.
Il primo scritto di Brera su il Guerin Sportivo con lo pseudonimo di “Gibigianna”
Brera iniziò la sua collaborazione col Guerino il 19 maggio 1939, con un articoletto “Chiacchierata sulla C” e firmato con lo pseudonimo di “Gibigianna”. Aveva poco più di 19 anni ed ecco qui, ripreso dal libro “Un Secolo di Guerino”, il racconto in prima persona di quel debutto:
<Stavo finendo il Liceo a Pavia e scrivevo sul Corriere del Calcio e sul Popolo di Pavia. A Milano avevo la ragazza. Un giorno che ci sono tornato, ho ricevuto l’invito ad una festa presso la sede del Vittoria, fra Porta Venezia e Monforte. Nel Vittorio avevo chiuso la mia breve carriera di calciatore. Ci giocavo ormai di nascondone: all’inizio della prima finale di campionato ragazzi (….) un interno dei Ferrovieri mi fece ponte su una rimessa e caddi sul polso sinistro in così malo modo da fratturarmelo: non una grave jattura ma intanto scoprirono a casa mia che giocavo ancora, dopo tante promesse di mettere la testa a posto, e mi spedirono nella capitale della Bassa natia, dove ero più controllato e dovevo studiare per forza. Da pedalante che ero divenni allora giudicante e incominciai a scrivere. Bene: torno alla sede del Vittoria. Ci sono tutti i compagni di ieri e di avant’ieri, dirigenti delle società più popolari di Milano, e dirigenti dell’ULIC (Unione Libera Italiana del Calcio) e fra questi dirigenti il caro vecchio Brunone Slawitz, che non vedevo dai tempi della rappresentativa milanese, lui addetto stampa, Angiolino Madri tecnico e allenatore. La rappresentativa era allestita ogni anno a primavera per un incontro Milano-Torino (Trofeo Baravaglio). Vedendomi giocare nella Carducci, Brunone Slawitz aveva scritto di me che ero il novello Monti (dico proprio Luigi, della Juventus e della Nazionale). Quando io ero stato mandato a Pavia, Slawitz era emigrato a Torino, dove si editava il Guerin Sportivo.
In redazione c’era lui solo ogni giorno e ci andava Carlin il martedì mattina, con il pezzo già scritto e i disegni già fatti. Brunone faceva da segretario, redigeva il commento della B e la pagina del Cestino: la domenica scriveva il resoconto di una partita che era quasi sempre quella del Torino (…..).
Adesso ritornava trionfante fra la piccola gente dell’ULIC. E aveva anche la sorpresa di incontrarmi dopo due anni, e fu molto carino a lagnarsi, accusandomi di aver dimenticato (….) e quanti altri avevano contribuito alle buone vittorie di Milano su Torino (….).
Brunone mi aveva letto sul Corriere del Calcio e non solo era lieto di incontrarmi, bensì anche di propormi una collaborazione al Guerino: provassi a mandargli un commento sulla C. Scelsi il pseudonimo di Gibigianni che è il riflesso dell’acqua e d’uno specchio al sole: mandai il commento di prova e venni accettato. Direttore del Guerino era il caro Emilio Colombo, gran personaggio del giornalismo sportivo milanese; caporedattore era Carlo Begoglio, Carlin, che scriveva così bene da proporsi a tutti noi come maestro. Il lungo commento della A era la sua sola fatica di scriva in sette giorni; il commento della B era di Slawitz, il commento della C del carneade Gibigianna>.
Brera nel dopoguerra tornerà a collaborare col Guerino dal 1954 ma sono gli anni sessanta quelli della sua piena maturità professionale. Aveva appena passati i 40 anni, alle spalle aveva la direzione della Gazzetta dello Sport e fu anche la penna di punta del quotidiano Il Giorno.
Il bandito Graziano Mesina scrive a Brera
Gli scritti di Brera erano tanto suggestivi che nessuno poteva sfuggire al suo fascino e a dimostrazione di come la sua scrittura contagiava tutti persino il bandito Grazianeddu, alias Graziano Mesina, nel 1942 da latitante gli scrisse una lettera da Orgosolo che ripubblichiamo qui sotto.
Caro Brera,
la tua penna è più forte di un mitra. Dove non arriva Taviani (al tempo Ministro dell’Interno, n.d.r.) con i suoi giocatori arriva il guerrino…..
Forzza Cagliari. Arcimatto ASuguri di Buon Natale e felice Anno.
Graziano Mesina
(Orgosolo, 1942)
Oltre al calcio lo si ricorda come grande gourmet e scrittore di vino e cibo:noi ricordiamo il Grande Maestro Brera con questo scritto di Claudio Rinaldi ripreso da INformaCIBO (Il «miracolo delle bollicine nell’incanto di Franciacorta» raccontato da Gianni Brera).
“Per capire un vino gli bastava annusare il turacciolo. E non sbaglava mai“, ha scritto recentemente Claudio Rinaldi su laGazzetta di Parma. E non era un modo di dire!
– Tutta colpa di Brera da Gramellini (La Stampa 19 dicembre 2012)
– “Vent’anni senza Gioàn Brera” di Claudio Rinaldi Gazzetta di Parma 13 dicembre 2012
– Gianni Brera Il Maestro del giornalismo sportivo italiano
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