Di Maio: "Una legge per legare i marchi ai loro territori". - InformaCibo

Di Maio: “Una legge per legare i marchi ai loro territori”.

La proposta del ministro a margine dell'incontro sulla chiusura di Pernigotti. Intanto sui social la solidarietà degli utenti verso i lavoratori che perderanno il posto

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 16/11/2018

“Entro la fine dell’anno faremo una proposta di legge che lega, per sempre, i marchi al loro territorio: non è più accettabile che si venga in Italia, si prenda un’azienda come Pernigotti, si acquisisca il marchio, poi si cambino 5 manager in 5 anni. Sicuramente non si produce un effetto positivo per l’azienda se si prende il marchio e si molla la gente”: così il ministro per lo Sviluppo Economico Luigi di Maio ieri al termine del tavolo di crisi per discutere della situazione produttiva e occupazionale dell’ azienda Pernigotti Spa, dopo la decisione del gruppo turco Toksoz, proprietario del marchio, di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure.

All’incontro hanno presenziato  anche il vice capo di Gabinetto del MiSE Giorgio Sorial, il Sottosegretario al Lavoro Claudio Duringon, l’Assessore della Regione Piemonte Giovanna Pentenero, il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere e i rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali.

Una legge per tutelare marchi e territori

Al termine del tavolo, il ministro Di Maio ha incontrato i lavoratori della Pernigotti che si trovavano in presidio davanti al Ministero e, cioccolatini alla mano, ha dichiarato:

”Oggi siamo stati al tavolo con i rappresentanti della proprietà della Pernigotti, dei lavoratori, della Regione e del Comune. Pernigotti è un marchio del Made in Italy: se esiste lo dobbiamo alla tradizione del territorio e ai suoi lavoratori che lo hanno creato e lo hanno fatto diventare grande.

Noi daremo qualsiasi tipo di disponibilità su cassa integrazione e incentivi tecnologici per l’azienda, ma dev’essere chiara una cosa: il destino dei lavoratori non può essere diviso dal destino del marchio, perché qui si sta pensando di prendere il marchio, smembrarlo e metterlo in produzione terzi. Questo farà perdere posti di lavoro e farà perdere credibilità al marchio, cosa non accettabile perché questa gente ha creato la Pernigotti.

Il Tavolo va avanti ma solo se viene la proprietà ed è per questo che il Presidente del Consiglio in persona convocherà la Pernigotti e la proprietà turca alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove   lì incontreremo e spiegheremo che per noi la Pernigotti e i suoi lavoratori sono uniti.

Se la proprietà turca non vuole più investire in questo stabilimento deve allora dare la totale disponibilità a cedere il marchio e lo stabilimento: ci impegneremo a trovare nuovi soggetti interessati.

Entro la fine dell’anno faremo una proposta di legge che lega, per sempre, i marchi al loro territorio

Non è più accettabile che si venga in Italia, si prenda un’azienda come Pernigotti, si acquisisca il marchio, poi si cambino 5 manager in 5 anni. Sicuramente non si produce un effetto positivo per l’azienda se si prende il marchio e si molla la gente.Non è quello che abbiamo in mente come idea del Paese e ce la metteremo tutta per proteggere queste persone che sono, prima di tutto, protette dai loro rappresentanti, che al tavolo si sono fatti valere e a cui voglio fare complimenti perché tutto quello che si sta chiedendo all’azienda è frutto di battaglie dei lavoratori.

La Cassa integrazione per cessazione è legata alla reindustrializzazione: non cessa l’azienda, ma cessa semmai la proprietà perché la cassa serve come ponte a trovare un nuovo soggetto interessato a tenere aperti i battenti dello stabilimento, a farlo funzionare e produrre un marchio più forte. In caso contrario mi premurerò di dire in giro per il mondo che Pernigotti non ha più il suo stabilimento ma produce per conto terzi”.

L’amarezza sui social

Intanto, l’amarezza scorre anche sui social: “Non compreremo mai più i vostri prodotti”, “100 persone perderanno il lavoro”: è protesta sui social network degli utenti contro la chiusura dello stabilimento di Novi Ligure di Pernigotti.

L’ultimo post sulla pagina Facebook del marchio risale al 31 ottobre 2018 ma i commenti sono più recenti e partono soprattutto da alcuni giorni fa, quando la notizia della chiusura ha cominciato a circolare.

Non bastano foto di cioccolattini e dolciumi per scongiurare l’amarezza dei commenti degli utenti.

“Non siete né i primi né gli ultimi che “espatriate” con le vostre fabbriche… ma spero che abbiate almeno la decenza di cambiare la grafica del marchio e di togliere la data “dal 1860”” scrive un visitatore della pagina.

credits photo: Ministero dello Sviluppo Economico

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