Dal vino sub all’archeo vino:11 novità di tendenza nel mondo del vino
Dal vino che viene fatto invecchiare sott'acqua o in miniera, agli spumanti-gioiello, all'identikit digitale. 10 curiosità per wine lovers presentate a Vinitaly da Coldiretti
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 08/04/2019
Le novità 2019 che fanno tendenza nel mondo del vino si concentrano su sostenibilità ambientale, recupero e legame al territorio, ma anche su metodi alternativi di invecchiamento o identificazione, in un alternarsi tra ultime tecnologie e rievocazioni di antichi saperi. Dall’etichetta fatta di fieno al vino scomponibile, da quello invecchiato nelle acque del lago a quello che matura in miniera, dai tappi di zucchero a quelli che diventano gioielli, fino alle bottiglie con il termometro incorporato o con la tecnologia blockchain, una sorta di identità digitale, c’è spazio anche per l’archeo-vino e i bianchi e rossi ottenuti dai nuovi vitigni “green”.
Ecco 11 curiosità e tendenze presentate alla Casa Coldiretti al Vinitaly
Tra queste, la prima etichetta fatta con fieno a km0 che sostituisce quella di carta, ideata dalla Cantina di Venosa (Potenza. Una soluzione totalmente sostenibile che punta sull’economia circolare per rendere realmente “green” le bottiglie di Aglianico del Vulture Doc.
Il vino scomponibile viene, invece, dalla Puglia, con la società vinicola “Otri del Salento” di San Pancrazio Salentino (Brindisi): mini bottiglie di vetro da 25 centilitri che, messe ad incastro una sull’altra, formano un’unica bottiglia con 3 tipologie di vino diverse.
Il vino “sub”. C’è chi ha ideato forme di invecchiamento alternative alla classica cantina, per dare al vino valori organolettici e caratteristiche unici. Un esempio viene dall’azienda agricola Monte Due Torri di Genzano (Roma) che mette a maturare per uno o due anni spumante e vino rosso sul fondo del lago di Nemi. “Riposa” poi addirittura sotto il lago ghiacciato di Levico lo spumante Lagorai prodotto dalla cantina Romanese, in provincia di Trento. Duemila bottiglie che passano l’inverno chiuse in 4 gabbie d’acciaio a 20 metri di profondità.
Il vino in miniera. C’è poi chi ha preferito la montagna per l’invecchiamento del proprio vino. La Cantina Tramin per sette anni fa maturare il suo Gewürztraminer in una delle gallerie dell’ex miniera di Monteneve, a 2000 metri di quota, tra le Valli di Ridanna e Passiria, in Alto Adige, a 450 metri di profondità.
L’archeo-vino.Ha puntato, invece, sulla tradizione antica di conservare il vino nelle anfore di terracotta Francesco Gabriele Bafaro, giovane agricoltore-archeologo di Acri, in Calabria. Per il suo archeo-vino Acroneo ha ricostruito il processo di vinificazione usato nel Bruzio, l’antica Enotria. E in anfore di terracotta da 800 litri, create dai mastri artigiani fiorentini, viene conservato all’Isola d’Elba anche il vino della Cantina Arrighi.
Il setage. La cantina di Valdobbiadene Canevel nel Gruppo Masi, ha ideato il metodo di spumantizzazione “Seta’ge”, che nasce dalla fusione delle parole “seta” e “perlage” e consiste nell’ottenere bollicine sottili ed eleganti come la seta.
L’etichetta-termometro. A Perugia le Cantine Goretti hanno inventato un’etichetta che cambia colore in base alla temperatura, facilitando il giusto abbinamento ai piatti. Hanno addirittura un microchip le bottiglie dell’azienda Madonna delle Macchie, di Castiglione in Teverina (Viterbo). Grazie a una app, basta avvicinare lo smartphone per avere tutte le informazioni sul vino: dalla raccolta delle uve, alle fasi di vinificazione, alla certificazione, imbottigliamento.
Identità digitale. Alberto Marsetti a Sondrio ha, invece, dotato il suo pregiato Sfursat della Valtellina di una carta d’identità digitale che racconta la storia e le peculiarità di ogni singola bottiglia.
I vini ancestrali, green e super bio.Nel Bergamasco l’azienda agricola “Nove Lune” coltiva vitigni resistenti alle malattie che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti chiamati super-bio, da cui nasce un vino ancestrale, ottenuto da una antica tecnica di vinificazione. In questo modo il bianco prodotto rimane torbido naturale. Puntano sui vitigni resistenti anche l’azienda agricola Pravis, la cantina in verticale della giovane Erika Pedrini a Trento, e a Padova l’azienda agricola Parco del Venda di Vò Euganeo (Padova).
I tappi di zucchero. L’impatto ambientale si riduce anche con i primi tappi di zucchero, chiusure ideate dalla PlantCorc di Vinventions, realizzate utilizzando un polimero plastico derivato dalla canna da zucchero.
Bollicine- gioiello. L’economia virtuosa passa anche dal riciclo, che con la creatività diventa anche prezioso. Come nel caso di Alessandra, viticoltrice veronese, per tutti “Madame Zamuner” che usa le capsule del suo spumante per realizzare gioielli orecchini, pendagli e bracciali, assieme all’artigiano orafo vignaiolo Giò Patuzzi.
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