Da oggi si stappa il vino novello italiano
Le bottiglie made in Italy della vendemmia 2018 si stappano con 2 settimane di anticipo rispetto al Beaujoulais francese. Caratteristiche e differenze
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 30/10/2018
Arriva sulle tavole il vino novello Made in Italy con circa 2 milioni di bottiglie della vendemmia 2018 che potranno essere stappate a partire dalla mezzanotte e un minuto di martedì 30 ottobre. Quel vino giovane dal bouquet aromatico da “bere subito”, visto che la sua conservabilità è limitata.
Un vino ma anche un prodotto che si lega a tradizioni e territori. La tradizione vuole che l’apertura del vino novello – conclude la Coldiretti – si festeggi a San Martino l’11 novembre giorno in cui da sempre i contadini chiudono e fanno il bilancio di un anno di lavoro.
Il déblocage
Quest’anno, il vino novello è in anticipo. Coldiretti sottolinea infatti che stavolta il “déblocage” (lo sblocco appunto per la messa in vendita del vino novello) è anticipato di oltre due settimane rispetto al concorrente francese, il Beaujolais nouveau, che si potrà invece assaggiare solo a partire dal 15 novembre prossimo. Il vino novello – continua la Coldiretti – viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le castagne che quest’anno registrano uno storico ritorno con un raccolto record di 30 milioni di chili in aumento dell’80% rispetto a cinque anni fa.
La vinificazione
Il vino novello è leggero e con bouquet fresco e aromatico. Il cosiddetto “vino da bere giovane”. Questa specialità deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla fermentazione carbonica di grappoli integri di uve che vengono poi spremute a distanza di una decina di giorni per un vino delicato che di solito si attesta sugli 11 gradi ma che può raggiungere anche i 12.
Il vino novello in Italia
La produzione del vino novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, come spiega Coldiretti, dopo che in Francia, considerata la madre dei novelli, i vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, per rivalorizzare il loro vino prodotto con uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. Il vino novello Made in Italy basato invece su uve Dop e Igp ha quindi registrato lungo la Penisola una rapida espansione toccando il picco di 17 milioni di bottiglie dieci anni fa per poi scendere progressivamente sino ai circa 2 milioni attuali. Mentre in Francia il novello nasce in una sola zona di produzione, il Beaujolais, appunto, da cui prende il nome, in Italia ogni regione ha le sue sagre e feste dedicate, perché il novello si produce quasi ovunque.
L’origine del calo di produzione negli anni , secondo Coldiretti va individuata in una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi, fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ma soprattutto, gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata.
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