Cresce l’export, il mercato interno no. Alimentare a due velocità
Istat: a marzo +2,7% in controtendenza con l’andamento generale della produzione italiana (-1,4%). Federalimentare: “Settore anticiclico”. Filiera Italia: “Compensata la flessione dei consumi domestici”.
di Vito de Ceglia
Ultima Modifica: 14/05/2019
L’industria alimentare si conferma un punto di forza della produzione in Italia, dimostrando ancora una volta le sue doti anticiliche del settore. I dati Istat sulla produzione di marzo segnano infatti per l’industria alimentare un +2,7% sul marzo 2018, il tasso migliore tra i 13 macro comparti censiti dall’Istat (con l’eccezione delle apparecchiature elettriche che fanno +3,3%) e in controtendenza con l’andamento generale dell’industria che registra, sullo stesso periodo dell’anno precedente, un -1,4%. Una controtendenza evidenziata anche dai numeri del trimestre gennaio-marzo 2019 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con un +1,3% della produzione alimentare contro un -0,5% del totale industria.
La posizione di Federalimentare
“Sono numeri che dimostrano come il nostro comparto continui a smarcarsi da un trend generale che mostra delle difficoltà, anche se sappiamo bene che questi dati sono frutto di un export alimentare che continua a essere il fattore trainante del settore, a fronte di consumi interni stagnanti (su cui incombe anche la minaccia dell’aumento dell’Iva)”, sottolinea Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare. A confermarlo, le vendite del settore alimentare deludenti rispetto al trend di produzione: su gennaio-marzo le vendite alimentari destagionalizzate e complessive scendono dell’1,6% in valore e del 2,6% in volume sul 1° trimestre 2018, con una frenata della grande distribuzione e dei discount alimentari. “Questo dimostra che, nonostante alcuni segnali positivi, occorre prudenza tanto più che il +0,2% del Pil trimestrale pare essere un rimbalzo tecnico e non un vero e proprio segnale di ripresa”, conclude Vacondio.
La posizione di Filiera Italia
“Merito senza dubbio di un export che si attestava stando agli ultimi dati disponibili sul +7,8% e capace di tamponare la perenne stagnazione dei consumi interni su cui ricordiamolo grava anche la minaccia dell’aumento Iva”, dice Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia. Le vendite al dettaglio, come riportato prima, si confermano infatti deludenti sia a valore che a volume. “Ecco perché oggi più che mai è importante sostenere il Made in Italy all’estero valorizzando tutta la filiera che unisce l’eccezionale qualità dei nostri prodotti allo storytelling dei nostri territori, conclude il presidente.
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