Consumi, la carica dei discount: un canale che non sente la crisi
Boom di aperture nel 2018, 50 solo Aldi. De Camillis (Nielsen): “E’ un fenomeno ancora giovane, con ampi margini di sviluppo, che rappresenta la più profonda frattura del modello distributivo”
di Vito de Ceglia
Ultima Modifica: 11/03/2019
Il fenomeno è noto come “polarizzazione” dei consumi. Gli addetti ai lavori lo usano comunemente per spiegare le dinamiche di acquisto degli italiani: ricchi da una parte e poveri dall’altra, per capirsi. Il fenomeno, a quanto pare, è ritornato a crescere negli ultimi tempi ampliando la forbice tra i due estremi, a danno del ceto medio: il più colpito da tanti anni di crisi.
In questo scenario economico assai incerto, l’unico canale distributivo che conferma di essere anti-ciclico è quello dei discount: il quale, nel 2018, ha raggiunto una quota di mercato del 18,5% nel Largo consumo confezionato. Una percentuale che continua a crescere senza sosta da 15 anni (era il 10,4% nel 2003). “Siamo nell’epoca della discount disruption”, dice Romolo De Camillis, retailer director di Nielsen Italia, che ha fatto una radiografia del settore mettendone in luce i punti di forza. “Questo canale, ancora molto giovane e con ampi margini di sviluppo – aggiunge – rappresenta la più profonda frattura del modello distributivo”. De Camillis parla di “supermarketizzazione” dei discount, derubricandoli di fatto da punti vendita di serie B.
I numeri delle nuove aperture
Aldi +50 aperture, MD +38, IN’s +39, Eurospin +34, Lidl +12. Sono numeri importanti che hanno portato il saldo rete di vendite – considerate aperture e chiusure nel 2018 rispetto al 2017 – a registrare un livello record del +168%. A cascata cresce anche il fatturato totale del settore che lo scorso anno ha sfiorato un giro di affari di 18 miliardi di euro. Con margini, in termini di Roi (ritorno sugli investimenti), che superano quelli di Luxottica (19,9% contro 17,6%) e si avvicinano a quelli di Ferragamo (22,7%), due icone del made in Italy.
L’espansione dei discount, sottolinea Nielsen, è guidata da strategie di mercato mirate che vedono al centro del business la categorie dei freschi: referenze che da sole generano il 52% della crescita del canale, il loro peso sul totale negozio è del 35% contro il 36% degli iper-supermercati. Per spiegare bene il fenomeno discount, Nielsen ha poi analizzato il caso di Aldi, la catena distributiva fondata dai fratelli Karl e Theo Albrecht, che hanno inventato il format del discount subito dopo la Seconda Guerra Mondiale in Germania. Sbarcato in Italia un anno fa, il gruppo tedesco si è già ritagliato un posto al sole nelle aree più ricche del Paese, facendo una concorrenza agguerrita a ipermercati e supermercati della zona: nel periodo settembre-dicembre 2018, hanno perso rispettivamente 3% e 1,4% delle vendite.
Lo “zoccolo duro”: 9 milioni di consumatori
Sette famiglie italiane su 10 sono entrate in un discount nel 2018, per un totale di 18,4 milioni. Circa 9 milioni di consumatori rappresentano però lo zoccolo duro di questo canale distributivo, clienti affezionati e abituali che fanno la spesa circa 59 volte all’anno (contro una media di 55 volte dei supermercati). Sono per lo più famiglie con figli sotto i 18 anni, con un reddito sotto la media (57%) e provenienti dal centro-sud (57%). Ma interessante è anche notare il profilo degli occasionali: sono per il 29% single e coppie giovani con figli, hanno un reddito sopra la media nel 53% dei casi e vivono al nord (49%).
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