Consumatori globali “infedeli”, amano provare nuovi prodotti e brand
I dati di uno studio Disloyalty condotto da Nielsen su un campione di oltre 30.000 consumatori connessi a Internet in 64 Paesi del mondo
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 28/06/2019
I livelli di “infedeltà” sono in aumento tra i consumatori di tutto il mondo.
Solo l’8 per cento delle persone preferiscono rimanere sul sicuro, provando raramente nuovi brand/prodotti. Questo è il primo dato che emerge dal recente studio Disloyalty condotto da Nielsen su un campione di oltre 30.000 consumatori connessi a Internet in 64 Paesi del mondo.
Lo studio dimostra che i consumatori globali sono attivamente alla ricerca di novità, grazie anche all’aumento del reddito pro capite nei mercati in via di sviluppo, che ha come conseguenza la riduzione dei rischi correlati all’acquisto di prodotti “nuovi”. Un significativo 42% afferma infatti di provare nuovi prodotti/brand molto volentieri e quasi la metà (49%) – pur preferendo comprare ciò che conosce già – ogni tanto è disposta a sperimentare novità. E gli italiani? Rimangono un po’ più fedeli ai loro brand.
Il 35% degli italiani ama provare nuovi prodotti e brand vs. 42% dei consumatori globali
Anche le percentuali italiane sono indicative di una rinnovata voglia di novità, anche se in numero inferiore: il 35% dei consumatori ama provare nuovi prodotti e brand, e il 57% è disposto a provarli ogni tanto.
In generale, i consumatori delle regioni asiatiche e del Pacifico hanno una maggiore propensione a questa “infedeltà”, il concetto che dà il titolo allo studio Nielsen: il 47% di loro dichiara infatti di amare provare nuovi prodotti e brand. I consumatori del Nord America e dell’Europa sono invece i meno propensi ad abbandonare i propri brand preferiti (36% e 33% rispettivamente).
“L’aumento dell’infedeltà nei consumi crea nuovi rischi, ma anche opportunità di diversificazione dell’offerta” dichiara Christian Centonze, Food Industry Director di Nielsen in Italia. “Parte di questa infedeltà è riconducibile al cosiddetto effetto Amazon, che ha espanso le possibilità di scelta e creato una maggiore consapevolezza sui prezzi. Ma non solo. Anche la sempre maggiore convergenza tra online e offline cambia le logiche di relazione con i clienti. Marche e insegne devono lavorare sulla customer retention dando sempre maggiore rilevanza ai servizi correlati al prodotto, sempre più parte integrante di una relazione capace di sfuggire a una logica puramente price-based”.
A livello globale, il 39% dei consumatori indica il rapporto qualità-prezzo come fattore chiave nella scelta di un nuovo brand/prodotto, seguito da una qualità superiore (34%), dal mero prezzo (32%) e dalla convenience (31%). Al contempo solo il 28% dei consumatori è influenzato dalla notorietà e affidabilità di un brand. Ovviamente queste percentuali fluttuano a seconda delle diverse categorie merceologiche.
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