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Consorzio Parmigiano Reggiano

di Informacibo

Ultima Modifica: 27/03/2013

Reggio Emilia, 27 marzo 2013. Non c’è alcuna incompatibilità a carico del presidente Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, e questa condizione sussisteva già prima delle sue dimissioni dalla presidenza della cooperativa Itaca,che dopo quattro anelli di partecipazioni non influenzabili dopo il primo (Itaca in Sofinc, ma poi Sofinc in Nuova Castelli, quest’ultima – a maggioranza di un privato – con una quota minoritaria in una spa che a propria volta controlla la società ungherese Magyar), produttrice di un similgrana), arriverebbe a detenere, se si trattasse di una via diretta, lo 0,12% della società magiara.

Sono queste le conclusioni cui sono giunti, all’unanimità, il Comitato Esecutivo (ieri) e il Consiglio di amministrazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano (oggi) rispetto alla presunta “riconducibilità” dello stesso presidente Alai, proprio in qualità di presidente di Itaca (incarico dal quale si è dimesso due mesi fa) e attraverso le partecipazioni di quest’ultima, alla società Ungherese Magyar.

Comitato Esecutivo e Consiglio di amministrazione del Consorzio hanno innanzitutto preso atto del parere espresso da uno studio legale, che in modo netto esclude tale “riconducibilità”, essendo del tutto assente qualsiasi possibilità di influenza sulla capacità decisionale dell’azienda in questione o anche solo la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio, in danno del Consorzio, ogni e qualsiasi informazione appresa nell’esercizio del suo incarico consortile.

Al parere legale, si sono poi associate le spiegazioni di dettaglio fornite agli amministratori del Consorzio dal presidente Alai, ed è proprio su queste due basi che il Consiglio di Amministrazione, dopo aver ascoltato anche la relazione del Comitato Esecutivo, ha stabilito all’unanimità che “nel caso in questione non sussistono, e non sussistevano nemmeno in precedenza alle sue dimissioni da Itaca, condizioni di “riconducibilità e quindi di non conformità all’articolo 37 dello Statuto”.

“Per parte mia – sottolinea Giuseppe Alai – non avevo dubbi, ma da Itaca mi sono dimesso ben prima che venisse artatamente sollevata la questione della presunta incompatibilità con l’incarico di presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano”. “Su questo punto – prosegue Alai – le decisioni spettano sempre e in ogni caso ai produttori sulla base di una valutazione che dovrebbe esclusivamente riguardare risultati e programmi, e non essere inficiata da interessi che non hanno nulla a che vedere con quelli che i produttori legano ai loro redditi, alla tutela della qualità e dell’immagine del prodotto, alla sua affermazione su nuovi mercati che consentano di dare prospettive di sviluppo e stabilità al comparto”.

“E’ proprio di questi obiettivi – prosegue Alai – che vorrei si parlasse e che solo su questi si lavorasse, perché il problema, semmai, è come rafforzare la tutela dei redditi, continuare ad accrescere l’export e far fronte ad una concorrenza che punta molto sui prezzi e, quindi, diviene molto più aggressiva in presenza della pesante crisi economica che investe il nostro Paese e riduce la capacità di acquisto delle famiglie”.

“Se questo passaggio – per quanto grave e spiacevole – era necessario per sgombrare il campo da ogni dubbio e rendere più unito il mondo lattiero-caseario comprensoriale, ben venga”, conclude Alai; sarei invece molto più rammaricato se si fosse trattato di una “querelle” sollevata per nascondere altri interessi”.

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Capo Redattore