Confagricoltura compie 100 anni, un secolo di storia. Conte: ‘Contribuite a crescita Paese’
Il presidente di Confagricoltura Giansanti: l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 28/09/2020
Tutela dell’impresa e del lavoro, innovazione tecnologica, protezione delle risorse naturali e crescita, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale. Sono questi i principi che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura dal 1920 quando nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani diffusa su tutto il territorio.
Lo ha ricordato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, aprendo a Roma a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della Sindaca di Roma Virginia Raggi.
Il discorso di Giansanti. Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.
“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.
Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.
“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea”.
L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. “Dobbiamo cogliere l’occasione -ha detto Giansanti- per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico”.
Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte.
“E’ indispensabile, però – ha proseguito il presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”.
Giuseppe Conte: ‘Contribuite a crescita Paese’
“Nella stampa c’è un dibattito fuorviante, delle preoccupazioni infondate. Non siamo in ritardo con i tempi di presentazione del nostro piano: il governo sta già lavorando all’esame dei progetti, a partire dal settore agricolo“, ha detto il premier, Giuseppe Conte intervenendo alla celebrazione del centenario di Confagricoltura. “Il nostro piano di resilienza è motore di sviluppo, soprattutto nel mezzogiorno, per ridurre il divario tecnologico e per dare contributi ad aree interne che più di altre stanno pagando i contraccolpi di questa fase”. “Pensiamo anche a aiuti a filiere agricole perchè divengano protagoniste”. “Vi auguro che possiate contribuire ancora nel futuro alla crescita del Paese“, ha concluso il premier.
Virginia Raggi: “Questa storia è la nostra storia”
“Questa storia è la nostra storia“, ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, “Oggi ripercorriamo insieme la storia di un’associazione che ha tutelato e dato voce all’impresa agricola nazionale, dai primi passi fin al riconoscimento assoluto del made in Italy“. Nel suo intervento Raggi ha sottolineato il “senso di responsabilità” degli operatori del settore, che è stato ancor più evidente “durante l’emergenza” Covid, quando “la filiera non si è mai fermata”. La sindaca di Roma ha anche ricordato il ruolo del Centro Agroalimentare Roma (CAR) che “ha supportato la filiera senza far mai mancare” gli alimenti necessari e “i mercati rionali” che con tutte le “dovute misure di sicurezza hanno esercitato la funzione di punto riferimento collettivo“.
Tre giovani imprenditori hanno raccontato la loro storia
I tre giovani imprenditori hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale. E hanno dimostrato che, investendo sui giovani, il nostro Paese si assicura un futuro.
Sono Luca Travaglini – Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità;
Ariane Lotti – Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia;
Francesco Cambria – Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.
“Siamo consapevoli – ha concluso il presidente di Confagricoltura – che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione. Da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori è stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. Come agricoltori sappiamo bene che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi. Continueremo, perciò, a lavorare con il massimo impegno nelle nostre imprese, nel nostro sindacato e nella società. Forti di una fiducia incrollabile sul futuro del nostro Paese”.
Condividi L'Articolo
L'Autore