Concluso il Cibus Global Forum: sostegno all’export agroalimentare – Cibus all’Expo 2015
di Informacibo
Ultima Modifica: 18/05/2013
Parma, 18 maggio 2013 – La recessione è durissima. Ogni giorno chiudono le imprese. I colpi della crisi non risparmia alcun settore produttivo neanche quello dell’agroalimentare.
Ma di fronte all’afasia dei consumi interni una strada c’è, ed è l’unica opzione possibile: uscire da casa e andare all’estero. L’export è il nostro futuro, insieme all’energia imprenditoriale di tanti nostri capi d’azienda e al mondo del lavoro nel suo insieme.
Questi i tratti principali usciti dalla due giorni di Cibus Global Forum, gli Stati generali del food italiano, che si è concluso ieri alle Fiere di Parma.
E proprio la consapevolezza di questa situazione ha portato il Presidente di Fiere di Parma, Franco Boni, a dichiararsi soddisfatto: “Abbiamo avuto in due giorni la presenza di 500 aziende alimentari che hanno seguito con attenzione i lavori del Cibus Global Forum. Mercoledì 22 partiamo per Bangkok per portare 100 aziende italiane alla grande fiera alimentare Thaifex. E poi l’appuntamento è per una edizione storica di Cibus nel maggio del 2014”.
Parma dunque fa da battistrada alle imprese italiane verso l’export e il mercato globale, perchè non dimentica di essere la Food Valley italiana.
Un concetto-strategia ben delineato da Antonio Cellie con questa sua dichiarazione: “Il mondo guarda con crescente interesse al nostro stile di vita e impresa alimentare – dice l’Amministratore delegato delle Fiere di Parma- per questo si deve tracciare un percorso per mantenere e se possibile incrementare gli straordinari tassi di crescita del nostro export agroalimentare”.
Ma senza il supporto di una forte azione di sostegno da parte di Governo e Parlamento, sia italiano che europeo, l’export alimentare italiano non potrà crescere a livelli adeguati. (Sui risultati positivi dell’export si era concentrata Annalisa Sassi, presidente dei giovani imprenditori della federazione, nella relazione di apertura del Forum).
Il ruolo dell’ICE nelle parole di De Castro e di Riccardo Monti
“Il Governo italiano deve avere ben chiaro che proprio a causa dei problemi strutturali dell’industria italiana e in mancanza di una grande distribuzione italiana presente all’estero il ruolo dell’ICE va potenziato – ha detto Paolo De Castro, Presidente commissione agricoltura della Ue – L’industria alimentare italiana sconta un problema di nanismo, con molte aziende con meno di 9 addetti e deve affrontare troppe barriere sanitarie che ne frenano l’export. L’Unione Europea deve avere un atteggiamento più aggressivo e meno difensivo, per esempio nei riguardi delle barriere sanitarie Usa”.
Sul ruolo di sostegno alla internazionalizzazione delle imprese alimentari italiane Riccardo Monti, Presidente dell’ICE ha puntualizzato: “Ci aspettiamo maggiore attenzione dal nuovo Governo e dal nuovo Parlamento, ma è chiaro che l’ICE non potrà più disporre dei fondi che aveva negli anni scorsi. Tuttavia, il fondo per la promozione del food made in Italy di 50 milioni grazie ad una collaborazione con privati, Regioni, Camere di Commercio ed altro godrà di un effetto moltiplicatore che lo porterà fino a 200 milioni. Quindi la strada maestra è quella delle sinergie. In questo contesto l’elemento fieristico può dare un contributo importante e Cibus sarà un ottimo show case in giro per il mondo”.
Governo e Parlamento dovranno dunque confrontarsi con una ricca agenda che prevede: impegno ad abbattere le barriere sanitarie promozionali all’estero; coordinamento di tutte le iniziative dei vari enti preposti alla promozione all’estero; agevolazione burocratica e fiscale alla costituzione di reti e consorzi tra imprese per l’export; sviluppo di piattaforme logistiche e strutture commerciali comuni tra imprese sui mercati esteri principali; maggiore defiscalizzazione delle fusioni tra imprese al fine di favorirne la crescita dimensionale.
Una agenda resa ancor più urgente dallaforte caduta dei consumi alimentaricome ha sottolineato Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare: “La contrazione ha raggiunto i 12-13 punti nel periodo 2008-2013, rispetto ai circa 9 punti accusati in parallelo dalla media dei consumi nazionali. La insufficiente proiezione export oriented del settore (in assoluto, rispetto alle sue potenzialità, e comparativamente, rispetto al manifatturiero nazionale e alla migliore concorrenza europea) rendono più che mai importanti le potenzialità sui mercati esteri e preziosi gli approfondimenti recati da da un appuntamento come il Cibus Global Forum”.
Le imprese alimentari si attendono un maggior sostegno anche da parte delle istituzioni europee come ha sottolineato Mella Frewen, Direttore Generale di Food Drink Europe, che riunisce 25 associazioni alimentari europee: “Date le difficoltà ad intervenire in sede tecnica sulla abolizione delle barriere sanitarie, come il WTO, sarebbe opportuno un impegno politico diretto da parte dell’Unione Europea”.
Un problema supplementare è rappresentato dalla mancanza di catene distributive italiane all’estero, some ha sottolineato Alessandro Montanari, Direttore Export Auchan Italia: “Coop e Conad non hanno punti di vendita all’estero, ma catene come Carrefour e Auchan da anni distribuiscono il made in Italy. Auchan Italia è a tutti gli effetti una azienda Italiana che esporta il food made in Italy a prezzi concorrenziali, quando molti importatori vi applicano sopra un ricarico del 100/200% rendendo i prodotti italiani all’estero carissimi”.
Sull’argomento è intervenuto Vincenzo Tassinari, Presidente di Coop Italia, che ha annunciato un grosso progetto di creazione di un supermercato virtuale Coop tramite il quale sarà facile acquistare prodotti italiani dall’estero.
Esiste comunque un problema di scarsa visibilità dei marchi italiani e della origine italiana sugli scaffali della grande distribuzione europea ed asiatica, come hanno evidenziato con dovizia di particolari Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch.it e Andrea Rasca di BTG Group: spesso il prodotto italiano si perde tra gli scaffali, quando non è riunito in un area italiana, e spesso le etichette dei prodotti italiane non evidenziano a sufficienza la provenienza italiana, la storia produttiva, le caratteristiche e via dicendo. Un problema che Auchan sta cercando di risolvere con l’introduzione di QR CODE leggibili da qualsiasi smartphone.
Cibus all’Expo 2015
Le imprese alimentari italiane avranno modo di presentarsi al pubblico internazionale grazie ad Expo 2015, il cui Padiglione Italia è stato presentato in dettaglio a Cibus Global Forum da Marina Geri, Direttore Marketing di Padiglione Italia.
Fiere di Parma ha annunciato, come anticpato ieri da INformaCIBO, che grazie ad un progetto sviluppato assieme a Federalimentare, circa 1000 aziende potranno esporre ad Expo 2015, all’interno di un padiglione dedicato e gestito da Fiere di Parma.
Guido Barilla: Avanti con coraggio, la lezione di mio padre
Al Forum ha partecipato anche Guido Barilla, Presidente dell’omonimo gruppo, che ha ricordato la figura del padre, alla memoria del quale in occasione del centenario dell’azienda, sarà intitolata la sala congressi di Fiere di Parma.
Guido Barilla nel suo intervento ha esortato gli organizzatori di Cibus a procedere nella strada intrapresa: “Se Pietro Barilla fosse qui oggi vi direbbe: andate avanti con coraggio e determinazione, fate poche cose, ma fatte bene, in maniera molto determinata, molto approfondita, evitare i costi non necessari, focalizzare sul cliente e sulla produzione, investire in innovazione».
«Ci ha insegnato – ha proseguito Guido – che si può essere bravi imprenditori solo se si è persone equilibrate, coscienti, con le caratteristiche di uomo. Ci ha insegnato la disciplina che non è dover fare delle cose ma uno stato della mente. Di fare il nostro lavoro con coraggio e la capacità di fare ogni giorno le stesse cose tentando di migliorarle ogni volta».
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