Commissione italiana Unesco candida la cerca e cavatura del Tartufo a patrimonio culturale dell’Umanità - InformaCibo

Commissione italiana Unesco candida la cerca e cavatura del Tartufo a patrimonio culturale dell’Umanità

Unesco, tre nuove candidature italiane per il Patrimonio Immateriale: tartufo, giochi di strada e cavallo lipizzano

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 26/03/2020

Arrivano anche le buone notizie in tempo di virus per i tartufi, frutto dall’inestimabile valore, e i suoi cercatori.

Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana Unesco ha approvato a maggioranza (via telematica) la candidatura a patrimonio culturale immateriale dell’Umanità a Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali, una candidatura che, si legge nel comunicato diramato dalla Commissione italiana, “valorizza un patrimonio che da secoli caratterizza la vita rurale di ampie porzioni del territorio italiano”: la pratica candidata “riunisce conoscenze vaste, incentrate sulla profonda conoscenza dell’ambiente naturale e dell’ecosistema, ed enfatizza inoltre il rapporto tra uomo e animale, riunendo le abilità del tartufaio e quelle del suo cane”, e inoltre rappresenta “una tradizione secolare, tramandata attraverso storie, aneddoti, pratiche e proverbi che raccontano di un sapere che riunisce vita rurale, tutela del territorio e alta cucina”.

Appresa la notizia, in qualità di proponenti la candidatura, la comunità dei tartufai, la Federazione nazionale delle loro associazioni (Fnati) e l’Associazione nazionale Città del tartufo hanno espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, ringraziando tutti coloro che hanno sostenuto il lungo e impegnativo processo, ciascuno per le proprie competenze. Da un’idea di Giacomo Oddero, allora presidente del Centro studi tartufo di Alba, e grazie allo studio di ricerca antropologica dei professori Piercarlo Grimaldi e Gianfranco Molteni, la comunità proponente ha potuto elaborare un progetto che, per la prima volta, avvia un lavoro di catalogazione finora mai realizzato, permettendo di documentare una tradizione secolare praticata e tramandata dai tartufai diffusi su gran parte del territorio nazionale.

L’Italia ha approvato complessivamente tre nuove candidature

Oltre al Tartufo l’Italia ha ufficialmente approvato altre due  nuove candidature

La candidatura transnazionale di cui l’Italia è capofila e che include Belgio, Cipro, Croazia e Francia: si chiama Tocatì, a shared programme for the safeguarding of traditional games and sportse intendeintende tutelare i giochi antichi, radicati nella vita quotidiana delle comunità e rientranti a pieno titolo in quelle pratiche sociali in grado di diventare espressioni della vita quotidiana, di riti e contesti festivi comuni ad ampie aree di Europa”.

Anche la terza è una candidatura transnazionale che vede capofila la Slovenia e include Italia, Austria, Bosnia, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia: si chiama Lipizzan horse breeding traditions e vuole proteggere l’allevamento del cavallo lipizzano che “rappresenta un complesso patrimonio di conoscenze e pratiche tramandatesi nel corso dei secoli nelle aree politicamente e geograficamente assoggettate all’influenza asburgica” (il cavallo, “dalla creazione della razza nel 1580 presso la città di Lipica, nell’odierna Slovenia”, si è diffuso “in tutti i paesi dell’impero austro-ungarico, implementando infrastrutture, architetture e saperi che continuano ancora oggi”.

Il presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, Franco Bernabè, nel chiudere i lavori del Consiglio Direttivo della Commissione, che ha approvato le tre candidature, ha espresso apprezzamento per il fattivo contributo dato dalle amministrazioni partecipanti alla Commissione alla definizione delle candidature, e ha sottolineato l’importanza che in questo difficile momento di emergenza riveste la difesa e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale immateriale, esprimendo l’impegno della Commissione perché il percorso avviato con questa decisione arrivi a compimento con successo.

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