Com’è una cena post lockdown? Cronache di una Nuova Normalità
La Ripartenza di bar e ristoranti, tra speranze e timori. E tante manifestazioni di vicinanza
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 19/05/2020
Mascherina, disinfettante, guanti: sono i nuovi accessori must have di una cena fuori ai tempi del coronavirus. Lunedì 18 maggio, primo giorno di riapertura per bar e ristoranti in quasi tutta italia, la nuova normalità si presenta con quattro punti cardine su cui fondarsi: fiducia, sicurezza, tecnologia, inventiva.
Quattro punti che troviamo ad Angera, località turistica sul lago Maggiore in Lombardia, dove quasi tutti i locali hanno riaperto. Siamo stati in uno di questi, il Miralago Pizza & Cucina di Matteo Barbieri e Laura Torresin, per capire come è una cena ai tempi della Nuova Normalità. Riaprire subito è stata la loro scelta, anche per dare un segnale positivo ai cittadini..
Riaprire insieme, dove i gestori dei locali prima della riapertura si sono incontrati e confrontati tra loro per ideare strategie e soluzioni comuni per garantire sicurezza e serenità a personale e clienti.
Laura ha un ruolo fondamentale all’accoglienza all’ingresso: guida il cliente alle fasi iniziali pre cena: disinfezione, controllo della temperatura. Poi, indossando la mascherina, si viene accompagnati al tavolo, dopo aver prenotato.
Comincia la cena, con menu plastificati sanificati dopo ogni impiego, che saranno presto sostituiti da una app o da tovagliette usa e getta.
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Le premesse positive ci sono: secondo un recente studio di Tradelab diffuso da Host Milano, 8 italiani su 10 vogliono tornare in bar e ristoranti, con cautela e le giuste misure di sicurezza.
I ristoratori però lanciano un appello:
“In questo momento, aiutateci. Se vedete qualcosa che non va o avete qualche consiglio, segnalatelo al gestore o al personale, non con foto critiche sui social, mettendo alla berlina persone che lavorano che ce la stanno mettendo tutta. La categoria è messa a dura prova dalla pandemia. E ha bisogno dell’aiuto di tutti.
Il primo giorno di riapertura il pienone non c’è, ma i passaggi per salutare, per avvisare che si andrà presto, sono continui.
Anche al locale limitrofo, lo storico Bar Haiti di Giancarlo Brasca, famoso per gli aperitivi fronte lago. Il gestore ha aperto più per spirito di servizio e per passione per il suo lavoro. Gli occhi sorridono sotto la mascherina: “Questa è la nostra vita ci ripaga di tutti i sacrifici” commenta.
Il Comune inoltre concede ai locali tutti gli spazi aperti sul lungolago, nelle piazze e davanti al Municipio. Bar e ristoranti della città così fino a ottobre potranno allargare i loro spazi all’aperto mantenendo il social distancing, senza pagare le tasse di occupazione del plateatico, una formula che diverse località turistiche stanno valutando di adottare, almeno dove è possibile per via di spazi disponibili.
E una bella pizza o un piatto che amiamo, non ce li leva nessuno
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