Cibo, nel 2100 la richiesta aumenterà quasi del doppio
Il fabbisogno calorico medio giornaliero per persona salirà di ben 253 calorie
di Vito de Ceglia
Ultima Modifica: 02/01/2020
Nel 2100 potrebbe servire quasi l’80% di cibo in più, ovvero quasi il doppio del fabbisogno attuale, per sfamare la popolazione mondiale. A lanciare l’allarme è uno studio condotto dall’Università tedesca di Göttingen e pubblicato sulla rivista Plos One, da cui emerge che circa il 60% dell’aumento del fabbisogno alimentare servirà a sostenere l’incremento della popolazione mondiale, la quale – stando alle stime delle Nazioni Unite – passerà dai 7 miliardi del 2010 agli 11 del 2100. Mentre più del 18% servirà invece a sostenere la crescita di peso e altezza delle persone, che secondo i trend attuali sono in continua ascesa.
Fabbisogno calorico
I ricercatori tedeschi hanno calcolato che il fabbisogno calorico medio giornaliero per persona salirà di ben 253 calorie tra 2010 e 2100. Secondo quanto riferito alla BBC News da Lutz Depenbusch del World Vegetable Center, uno degli autori dello studio: “Su scala globale, calcoliamo che l’effetto dell’aumento medio di peso e altezza potrebbe portare a richieste caloriche aggiuntive pari a quelle attuali di India e Nigeria messe insieme”. In termini di quantità di cibo queste 253 calorie al giorno in più nella dieta di una persona, ha spiegato Depenbusch, “equivalgono al consumo giornaliero di due banane di grandi dimensioni in più o a una porzione di patatine fritte in più”.
Generi alimentari
Secondo il modello dei ricercatori tedeschi i paesi dell’Africa sub-Sahariana saranno i più colpiti da queste aumentate richieste caloriche, in quanto già ora a causa dell’incremento rapido della popolazione queste aree del mondo stanno fronteggiando una crescita delle richieste alimentari. Questo fenomeno anomalo, concludono i ricercatori, potrebbe portare a forti rincari dei prezzi dei generi alimentari: sebbene il Nord del mondo sarà in grado di far fronte a questo possibile scenario, non sarà altrettanto facile per i paesi poveri, col risultato che potrebbero aumentare ulteriormente le iniquità tra le aree ricche e povere del pianeta.
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