“Cibo e cultura”: il Salento da raccontare nei territori dell’Unione delle terre di mezzo
di Loredana Fumagalli
di Informacibo
Ultima Modifica: 13/01/2018
Andare alla scoperta del Salento e constatare che nella penisola salentina oltre Lecce, Gallipoli e Porto Cesareo c’è molto di più da conoscere.
Il progetto creato e condotto dall’Associazione culturale Jump In, ha focalizzato un bello e un buono meno conosciuto, fatto di piccoli paesi che hanno coraggio, speranza e soprattutto amore per un territorio variegato ma unito dallo stesso obiettivo di promozione turistica. A partire da Botrugno, un comune di poco più di 2.800 abitanti, uno dei sette dell’Unione delle terre di mezzo. Già dal suo toponimo, Botrugno svela la sua contaminazione con la storia bizantina e il riferimento ad uve e vigne è chiaro nello stemma. Il Palazzo Marchesale al centro della piazza, edificato dalla famiglia Maramonte, mantiene la struttura delle residenza nobiliare dei Castrioti Granai che lo acquistarono nel 1654. L’affascinante dimora, rigorosa e imponente, offre al turista curioso due raccolte museali, la più ampia dedicata alle divise militari della seconda guerra mondiale, la più insolita a un piccolo oggetto della quotidianità, la lametta da barba.
Sotto i cieli azzurri del Salento dell’entroterra, così ispirati da richiamare il mare poco lontano, i sette Comuni delle Terre di mezzo osservano un lavoro preciso e coraggioso nel preservare tradizioni e identità spiccate.
Proprio qui è nato un progetto straordinario, probabilmente unico nel suo genere, “Abitare i Paduli”, con lo scopo di lanciare nuove forme di turismo eco-sostenibile a supporto del settore agricolo.
In quello che nel Salento fino al 1800 era il Bosco Belvedere e che si è progressivamente trasformato in una monocoltura olivicola, è stato costituito il Parco Agricolo Multifunzionale dei Paduli. Giovani ragazzi, entusiasti e pieni di speranza progettuale, sanno raccontare con competenza “Il Programma integrato di rigenerazione urbana” che si propone di valorizzare i beni paesaggistici, ambientali e architettonici, intrecciando la tutela delle testimonianze storico culturali con la difesa della funzione agricola.
Cinque Associazione dell’Unione delle terre di mezzo fanno vivere questo ambizioso progetto.
La LEB di Botrugno con “Nidificare i Paduli” conduce alla scoperta di un modo di stare nell’uliveto in maniera simbiotica e fiabesca.
L’uliveto di San Cassiano è trasformato in albergo diffuso dove si alloggia in “rifugi” costruiti con materiali di scarto delle attività agricole.
Li chiamano i “nidi” e sono messi a disposizione di chi vuole sperimentare una totale immersione nel Salento ancora poco raccontato, quello che mai si immaginerebbe di incontrate, dove nei momenti di condivisione dei pasti, si riconoscono le icone del food salentino, a partire dall’olio prodotto con il raccolto di 500 ulivi acquisiti in comodato d’uso gratuito da proprietari ormai esausti di dedicare la vita al lavoro dell’olivicultore.
“Lampa” è diventato quindi la denominazione di un grande obiettivo: coinvolgere le comunità locali per riprendere possesso di alcuni uliveti abbandonati e dare vigore al rilancio di una attività agricola della tradizione salentina, ma secondo parametri di sostenibilità ambientale attraverso i quali favorire i sistemi più efficaci per curare il paesaggio e il territorio.
L’olio “Terre dei Paduli” è ora il veicolo principe dell’intero progetto, un simbolo di “innovazione sociale” che comunica con la qualità di prodotto una riflessione sulla storia della penisola salentina, il suo valore e la presenza di intenzioni progettuali concrete per promuoverlo e preservarlo.
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