Ciao Expo, dopo 184 giorni di Esposizione Universale a Milano
di Informacibo
Ultima Modifica: 02/11/2015
Milano Expo 2015. Signori si chiude. Con i fuochi di artificio si sono spenti i riflettori sui sei mesi di Expo 2015 Milano. Dopo tante polemiche, le inchieste giudiziarie e gli inciampi degli ultimi mesi sono arrivati gli indiscutibili risultati che oggi festeggiamo.
Adesso si iniziano i lavori per smontare Padiglioni e le strutture create ad hoc. Resteranno al loro posto, in attesa di riaprire in primavera, l'Albero della Vita, Palazzo Italia e il Padiglione Zero. Ciao, Expo.
E adesso che sono tutti padri dell’Expo, perché come diceva Longanesi si corre sempre in soccorso del vincitore, bisogna anche non esagerare.
Lasciamo alla spicciola propaganda politica parlare di "esportare a Roma il metodo Milano", siamo seri ogni realtà ed evento ha una storia a se stante, quello che possiamo dire chiaramente è quello che ha detto con semplicità il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Milano si è «vinto la sfida perché (siamo rimasti) uniti».
Le parole del Presidente Mattarella
«La sfida» di Expo, ha detto nel discorso di chiusura il Presidente Mattarella, «non è stata vinta da qualcuno contro qualcun altro. È stata vinta da un'Italia che, quando si unisce in un impegno comune, evitando che le naturali diversità producano eccessi di antagonismo, sa esprimere grandi doti e mostrare al mondo le sue originali qualità», ha aggiunto il capo dello Stato, esortando il paese a soddisfare la richiesta di Italia da parte del resto del mondo. C'è infatti «una grande domanda di Italia. Di bellezza italiana, di cultura italiana, di gusto italiano».
Una vittoria dell'Italia e di Milano nelle parole dell'assessore milanese Franco D'Alfonso
Sulle ricadute "turistiche" ha ragione Franco D'Alfonso, Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo, Marketing territoriale, Servizi Civici di Milano, nell'affermare: "La nostra città ha dimostrato un appeal turistico di molto superiore alla media nazionale. E non si tratta di una bolla, considerando che il trend dura da quattro anni. Gli otto milioni di pernottamenti registrati quest'anno possono essere confermati anche nel 2016. Milano, inoltre, ha retto con perfetta efficienza a questo semestre così impegnativo: basti pensare che servizi cittadini hanno accolto una media di 300.000 persone in più al giorno".
Obiettivo raggiunto, quindi. Le opportunità di business avute dalle imprese sono state all’altezza di un grande evento internazionale come Expo.
I costi finali, la reale entità del bilancio dell’Esposizione, la profittabilità o meno dell’evento, le spese per la gestione complessiva saranno chiare soltanto fra qualche tempo ma oggi possiamo e dobbiamo festeggiare l’orgoglio ritrovato.
Per tanti motivi.
L’Expo si è rivelato una esperienza straordinaria e importante e ci lascia in eredità i temi della Carta di Milano.
Molte cose sono andate bene.
Ha funzionato il sistema delle opere di collegamento. Si temevano gli intasamenti delle strade, code sulle tangenziali treni affollati ma tutto il sistema infrastrutturale per accedere al sito ha funzionato.
Expo è stato un importante strumento di promozione del made in Italy, basti pensare solo agli incontri B2B che si sono svolti all’interno del Padiglione Cibus è Italia promossi da Federalimetare e Fiere di Parma.
Le delegazioni dall’estero sono state oltre 300 (istituzionali, commerciali e industriali) oltre a 60 Capi di Stato e di Governo.
Uno degli obiettivi degli organizzatori era portare a Expo milioni di studenti e ne sono arrivati ben 2 milioni.
E poi 8000 volontari e il record dei Paesi ospitati, ben 144.
I benefici sull’economia si vedranno in futuro, se sono serviti o meno i 14 miliardi spesi, ma fasciarsi la testa come hanno fatto gli amici de Il Fatto Quotidiano (leggere qui sotto) è davvero da partito preso!
Rimane, è vero, il problema di cosa fare ora sull’area di Expo-Rho. Ma ne parleremo.
Ma oggi, a poche ore dalla chiusura di Expo 2015, diciamo che ce l’abbiamo fatta e diciamo anche che si deve continuare sulla strada intrapresa per non disperdere un patrimonio di lavoro e conoscenza che ha ridato non solo a Milano ma all’Italia intera una consapevolezza perduta: quella di avere qualcosa da mostrare e insegnare al mondo, la capacità di fare e sapere fare.
Una bella soddisfazione per chi come noi di INformaCIBO siamo stati tra i primi, insieme agli #expottimisti e al ministro Maurizio Martina, a credere all’Expo 2015.
Ci abbiamo sempre creduto e lo dimostrano questi trentuno numeri di Expo Point dove abbiamo raccontato, settimana dopo settimana, il Bello e il Buono di Expo Milano.
E proprio all’Expo abbiamo dedicato un lavoro specifico: 99 ricette per Expo.
Abbiamo lavorato all’uscita di uno speciale EBook chiamato “99 Ricette per l’Expo”, dove abbiamo riversato il meglio delle ricette di chef italiani che hanno partecipato alla kermesse “La Cucina Italiana nel Mondo verso l'Expo 2015” che aveva ricevuto il patrocinio di Expo 2015, del Comune di Parma, della Regione Emilia Romagna, dell’Apt Servizi ed era stato promosso grazie alla collaborazione del Consorzio del Prosciutto di Parma, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Fabbri 1905, Parma Alimentare, Cibus, Alma, Pentole Agnelli, Delverde.
QUI è possibile scaricare l'Ebook con le ricette e gli scritti del Ministro alle Politiche agricole e delegato per Expo 2015, Maurizio Martina, Cesare Azzali, Presidente di ParmaforExpo, Cristiano Casa Assessore al Turismo del Comune di Parma e Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma.
Ma se insieme all'Esposizione Universale chiude anche le pagine di questo “Expo Point”, certamente non chiuderà il racconto di Expo che passa, d'ora in poi, sulle pagine di INformaCIBO.
Grazie a voi lettori e arrivederci su www.informacibo.it
Il buio oltre le code. Expo tra debiti e banche alle costole di Gianni Barbavetto e Marco Maroni (Il Fatto Quotidiano)
Il bilancio di Expo secondo Aldo Bonomi (da Il Manifesto)
Intervista con Aldo Bonomi. Chiude l'esposizione universale, per il sociologo il bilancio è in chiaroscuro: «I grandi eventi possono essere socialmente positivi, ma modello vincente è l’inclusione»
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