Chiude Pernigotti, in 100 a casa. Oggi la protesta dei sindacati - InformaCibo

Chiude Pernigotti, in 100 a casa. Oggi la protesta dei sindacati

Chiude la storica fabbrica di Novi Ligure ma resta il marchio. Cento dipendenti perderanno il lavoro. Oggi presidio di protesta.

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 06/11/2018

La decisione di chiudere la Fabbrica Pernigotti, storico marchio dolciario made in Italy, è arrivata ieri dai vertici dell’azienda, come riportava ieri il quotidiano La Stampa. Sono un centinaio i licenziamenti annunciati. L’azienda di Novi Ligure ad oggi conta 200 dipendenti e la metà rischiano di perdere il lavoro.

Resterà il marchio, ma probabilmente la produzione verrà spostata all’estero, secondo quanto riportato dai quotidiani locali.

Oggi sindacati e lavoratori realizzeranno un presidio di protesta davanti ai cancelli della fabbrica di viale Rimembranza. Il programma è intenso: dalle 6 del mattino, assemblea permanente a oltranza in stabilimento e alle 11 una delegazione della rsu della Pernigotti e una rappresentanza delle organizzazioni sindacali incontrerà il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, nel palazzo municipale di via Giacometti. Intanto i gruppo di minoranza del consiglio comunale chiedono una posizione ferma del primo cittadino contro i licenziamenti

C’è anche chi protesta sui social, e nella pagina Facebook del marchio dolciario trai commenti c’è chi scrive che non acquisterà mai più prodotti Pernigotti a causa del licenziamento dei dipendenti.

La storia dell’azienda ha più di un secolo di vita. Una storia di eccellenza e anche di sfortune.

Tutto comincia nel 1860, quando Stefano Pernigotti aprì nella piazza del Mercato a Novi Ligure (AL), una drogheria specializzata in “droghe e coloniali” e già rinomata fin dagli inizi per la produzione di un pregiato torrone. Il 1º giugno del 1868 nacque ufficialmente,con un capitale di seimila lire, la “Stefano Pernigotti & Figlio”, azienda alimentare specializzata in produzione dolciaria.

Da allora l’azienda è sempre stata li: prima commercializzando soprattutto mostarda e torrone,  una specialità forse di origine araba, diffusasi inizialmente nel nord Italia e poi pian piano nel resto della penisola.

Il primo riconoscimento ufficiale arriva il 25 aprile 1882 quando Re Umberto I in persona concede alla società la facoltà di innalzare lo stemma reale sull’insegna della sua fabbrica, che accompagnerà il logo dell’azienda fino al 2004. In questa maniera, l’azienda diventa fornitore ufficiale della famiglia Reale italiana.

Nel 1919 Paolo Pernigotti sostituisce il padre Francesco alla guida dell’azienda. Ma la data che forse segna la storia dolciaria dell’azienda è il 1927, anno in cui avvia per la prima volta la produzione industriale del gianduiotto, famoso  cioccolatino italiano nato ufficialmente a Torino nel 1865 e che prende il nome da Gianduia, la maschera di Carnevale piemontese.

Nel 1935 Paolo Pernigotti acquista la ditta Enea Sperlari, azienda cremonese specializzata nella produzione del torrone. Nel 1936 avvia una nuova produzione, quella dei preparati per gelateria.

La storia di Pernigotti vede anche momenti drammatici: i bombardamenti da cui ripartire dopo la seconda guerra mondiale, la crisi degli anni Ottanta che porta à alla cessione della Sperlari nel 1981 agli americani della H.J.Heinz Company.

Nel 1995 Stefano Pernigotti, rimasto senza eredi dopo la scomparsa dei due figli ancora giovanissimi in un incidente stradale in Uruguay nel luglio 1980, cede lo storico marchio novese alla famiglia Averna. L’11 luglio 2013 l’azienda viene ceduta al gruppo turco appartenente alla famiglia Toksöz.

 

 

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