Castelli Aperti nei castelli di Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine
di Informacibo
Ultima Modifica: 02/04/2013
di Francesco Sodi
La forza evocativa dei castelli, la loro sagoma potente e severa, la forza delle loro mura, il loro imperioso sguardo dalle loro torri di guardia, la sobria, elegante teoria dei loro cortili, la gentilezza dei loro giardini. Un mondo che si chiude in difesa e a controllo di un territorio, che lo soprintende e lo protegge con il potere delle armi. Ce ne sono alcuni di dimensioni ridotte, semplici torri di guardia, solitarie sentinelle erette su un poggio o incuneatesi fra rocce inaccessibili, quasi a nascondersi, a farsi loro stesse ‘roccia’, come camaleonti che difendono la loro prole, avamposti di avvistamento, vedette a tutela della sicurezza e ce ne sono molti altri che invece fioriscono in dimensione e bellezza con corpi di fabbrica che paiono usciti dal sogno di un bambino con quei giri murari merlati che salgono in alto inglobando edifici, abitazioni, uomini, famiglie, vita. La vita del feudalesimo, quella che ricorse allo sviluppo costruttivo di queste grandi fortificazioni per difendersi dalle incursioni di popoli ostili che scendevano dal nord Europa o che arrivavano dal mare del vicino Oriente con intenzioni non solo guerresche ma distruttive, senza nessuna etica della guerra. Castelli che dopo il feudalesimo ammorbidiranno le loro sagome, divenendo abitazioni più amene, nobili dimore per i signori del luogo in un tempo meno violento. Grande eredità storico/architettonica quella dei castelli che anche oggi per la loro diversità, conservano un fascino diverso, quasi avulso dal senso del tempo.
E come terra di confine il Friuli Venezia Giulia è fra le regioni italiane più ‘incastellate’ del Paese. Ve ne sono di bellissimi nella provincia di Udine, altrettanti in quelle di Pordenone, Gorizia, Trieste, a raccontarci, nei loro diversi stilemi costruttivi la storia, le vicende, le scelte estetiche dei nostri predecessori. Ancora oggi molti di questi complessi sono di proprietà privata e dunque difficili da visitare ma a soddisfare la curiosità del turismo più esigente ci ha pensato il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, ente con tanto di personalità giuridica e unico in Italia nato con un simile intento, che organizza la manifestazione CASTELLI APERTI, idea assolutamente sottoscrivibile che permette di comunicare valori artistici pressoché sconosciuti ai più.
La dottoressa Alessandra D’Attimis Maniago, curatrice della manifestazione, ci ragguaglia sull’importanza dell’iniziativa: “sabato 13 e domenica 14 aprile si terrà Castelli Aperti, giunto quest’anno alla sua XXI edizione. Saranno 16 i castelli che apriranno i loro portoni a chi desidera scoprire le antiche residenze fortificate del Friuli Venezia Giulia e così conoscere le vicende di antiche dimore e famiglie che hanno fatto la storia della nostra regione. Al programma aderiscono castelli normalmente non accessibili al pubblico, poiché di proprietà privata, che, svelando i loro segreti, aprendo i loro magnifici saloni e i loro giardini, doneranno al visitatore l’emozione di un tuffo nel nostro passato per scoprire affascinanti residenze, guidati spesso dallo stesso proprietario oppure da guide professionali convenzionate con il Consorzio.”
Insomma un’occasione per riprendere contatto con le antiche radici di una regione, che anche grazie alla lungimiranza dei privati, si sta dimostrando assai vitale nel creare sinergia fra pubblico e privato a tutto vantaggio di una Terra che ha ancora molto da proporre a un turismo esigente e non massificato.
Il Consorzio ha realizzato un sito (http://www.consorziocastelli.it) molto documentato e facilmente consultabile che accanto alle esaurienti schede di oltre cento castelli suggerisce itinerari tematici (http://www.consorziocastelli.it/visitatori/itinerari/tematici), dalle cantine ai giardini, dalle manifestazioni ai musei, all’ospitalità.
Per informazioni sulle visite:
t. 0432 288588 – [email protected]
dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13
BLOG IL BUONO DEL FRIULI
Il Friuli, un territorio che parla di sè attraverso i suoi vini, i suoi cibi, le sue radici nella tradizione da cui fioriscono il presente, la sua gente e le sue facce. Il Buono del Friuli è il racconto di tutto questo. Un luogo della rete dove vengono pubblicati con periodicità settimanale (da febbraio 2012) articoli originali, redatti da giornalisti, sui buoni vini e i buoni cibi, certamente, ma anche su indirizzi e itinerari gustosi. Una chiave di lettura attuale su una Regione generosa e ricca di storie buone.
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UNA TERRA DI GUSTO: Il buon vino – Il buon cibo – I buoni eventi – Indirizzi Gustosi – L’itinerario – Luoghi Golosi – Voci di gusto – Le buone nuove
I temi trattati nelle otto diverse rubriche ruotano intorno alle peculiarità dell’enogastronomia friulana. Punto di partenza sono i vini, per poi indagare di volta in volta gli abbinamenti con il meglio della produzione agricola indicando dove degustarli o acquistarli, andando, soprattutto, a ritrovare le tracce culturali e antropologiche, le testimonianze e i luoghi che ne spieghino le origini. E poi, gli appuntamenti golosi e le buone notizie intorno al vino e al cibo. Di vino ci parla soprattutto Gianni Napolitano, enologo di Attems. E ancora il ritratto dei prodotti alimentari che hanno contribuito a portare nel mondo il nome di questa terra. Intervistiamo le donne e gli uomini che raccontano i prodotti enogastronomici, la loro storia e il loro valore culturale e segnaliamo gli indirizzi dove gustare quel piatto, dove quella ricetta tipica è meglio interpretata o rinnovata fino a comporre un viaggio nel viaggio, un lungo itinerario da fare in auto, in bicicletta, a piedi oppure in barca o sugli sci.
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