Cantine Ceretto, vendemmia 2015: cinque cru di Barolo 100% biologico
L'annata 2015 conclude il percorso di conversione in biologico
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 06/03/2019
Nei vigneti delle Cantine Ceretto si conclude il percorso di conversione in biologico. Con l’annata 2015 dei suoi Barolo, l’azienda presenta i cinque cru 100% bio
Le aziende Vitivinicole Ceretto, fondate nel 1937, sono tra le maggiori proprietarie di vigneti del Piemonte che si sviluppano su oltre 160 ettari situati nelle aree più pregiate delle Langhe e del Roero, comprese le DOCG Barolo e Barbaresco. I fratelli Bruno e Marcello Ceretto furono tra i primi a intuire l’importanza di salvaguardare i cru autoctoni intraprendendo negli anni ‘60 un percorso di valorizzazione dei vigneti langaroli, diventando pionieri del Barolo, vino celebrato in tutto il mondo. Oggi la terza generazione prosegue quel percorso raccontando le caratteristiche del territorio attraverso le 18 etichette di produzione.
Nel 2010 su intuizione di Alessandro Ceretto, enologo fortemente sostenuto dalla famiglia, è stato adottato il modello biologico su tutta la superficie vitata, ottenendo con la vendemmia 2015 la Certificazione. 160 ettari che rappresentano un sistema di coltivazione e di sviluppo sostenibile che ha cambiato la storia dei vini di famiglia favorendo il ritorno a una terra sana, rigogliosa, forte e in pieno equilibrio con l’uomo. Un metodo di coltivazione che rispetta il terreno del vitigno impiegando solo sostanze naturali ed escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
L’agricoltura sostenibile è stata per noi un nuovo punto di partenza, che ci ha portato a risultati entusiasmanti, producendo un vino sano, buono e capace di esprimere al meglio questo territorio in termini di sfumature non convenzionali. Proteggere la terra è per noi un lavoro quotidiano e un atto di responsabilità verso tutti, per diffondere un modo diverso di fare vino, una cultura concreta della sostenibilità, una via percorribile per la nostra azienda che a tutti i livelli è sempre più radicata nelle Langhe
Roberta Ceretto
Un lungo percorso completato con i Barolo 2015 (Bricco Rocche, Brunate, Cannubi San Lorenzo, Prapò e il nuovo Bussia) che, con il Moscato I Vignaioli di Santo Stefano annata 2018, uscito a novembre, rende tutta la produzione delle Cantine Ceretto certificata bio.
Il millesimo 2015, da molti considerato semplicemente come “mediterraneo”, necessita di una lettura più profonda in relazione all’andamento climatico disomogeneo che ha segnato l’iter agricolo di tutta la Langa, soprattutto con una stagione estiva discontinua (caldo eccessivo alternato a notti fresche e mancanza di piogge) normalizzatasi tra agosto e settembre, riequilibrando una vendemmia che altrimenti sarebbe stata da annoverare fra le più “tropicali” degli ultimi anni. L’epoca di raccolta, in ogni caso, è stata anticipata, concentrandosi tra la fine di settembre ed i primi giorni di ottobre. Il raccolto è stato di ottima qualità e discreto dal punto di vista quantitativo.
Il 2015 è anche l’annata di esordio per il Barolo Bussia, prodotto da una piccola parcella nel cuore della Bussia Soprana (appena 7.000 mq per 3.500 bottiglie e 200 magnum prodotti). Bussia, al suo debutto, si propone di raccontare nel bicchiere tutta la sua tipicità territoriale: potente e cremoso, è allungato sul finale da una piacevole acidità. Un vino che sfoggia il suo carattere terroso, punteggiato da rimandi di sottobosco, fiori blu, arancia amara, dalla rimarchevole struttura e il raffinato profilo tannico.
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