Cambia la proprietà di Parmacotto
di Cristiano Bacchieri
Ultima Modifica: 16/03/2018
Parmacotto S.p.A., tra le più note aziende italiane nella produzione e commercializzazione di salumi e affettati pronti al consumo, ha annunciato il 15 marzo nel corso di una conferenza stampa, che l’imprenditore bolognese Giovanni Zaccanti, già co-fondatore di Saeco e Caffitaly, ha acquisito la maggioranza dell’azienda.
Con un fatturato di 58 milioni nel 2017 e 140 dipendenti, Parmacotto opera da 40 anni sul mercato italiano, producendo e commercializzando salumi e affini nel canale GDO e dettaglio tradizionale. Negli ultimi due anni, la proprietà della Società è passata ad un gruppo di fornitori della stessa, a seguito di un importante piano di ristrutturazione che ha puntato sulla qualità a garanzia dei prodotti e sulla notorietà del brand.
“L’acquisizione di Parmacotto -ha dichiarato Giovanni Zaccanti, che assume la carica di Presidente dell’azienda- è per me una nuova sfida. Ho lavorato tutta la mia vita nel settore delle macchine e delle capsule per caffè, ma quando mi si è presentata questa nuova avventura non ho esitato” – e continua – “Parmacotto è un’azienda che sta riacquisendo la propria solidità: negli ultimi anni, nonostante la contrazione globale del mercato e le vicende che si sono susseguite internamente all’azienda, è riuscita comunque a crescere e performare in maniera ottimale”.
Andrea Schivazappa, AD di Parmacotto dal 2017, ha dichiarato: “Questo è un momento di grande soddisfazione per tutta la Parmacotto e per tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto. Il grande risultato ottenuto lo si deve al lavoro del team e alla condivisione di valori che oggi contraddistinguono la nostra azienda: alta qualità nella preparazione dei prodotti, sicurezza alimentare, grande rispetto nelle relazioni umane, impegno etico e sociale. Questa è oggi la Parmacotto”.
I professionisti di RTZ e RTZ Legal, coordinati dal Dott. Lorenzo Rutigliano, hanno assistito la nuova proprietà nella definizione degli accordi con le parti venditrici.
La famiglia Vitali compartecipa in quota di minoranza all’operazione.
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