«Bruciare più rifiuti? Preoccupati per l’agroalimentare»
L'ampliamento dell'inceneritore di Parma e un Pirogassificatore in Garfagnana trovano il No convinto di tutte le forze sociali ed economiche
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 13/07/2018
«Bruciare più rifiuti? Preoccupati per l’agroalimentare», “Gli impianti di smaltimento rifiuti sono incompatibili con le produzioni alimentari”, sono due appelli in difesa dell’alimentare che arrivano dall’Emilia Romagna e dalla Toscana.
L’ampliamento dell’inceneritore di Parma e un Pirogassificatore in Garfagnana trovano il “no” convinto, non solo degli ambientalisti, ma coinvolge tutte le forze sociali ed economiche.
Una contestazione molto ampia: a Parma, dopo le preoccupazioni espresse dall’Unione parmense degli industriali, ora scende in campo la “Cabina di Regia per l’Agroalimentare”, e in Garfagnana un documento viene diffuso dal “Consorzio Garfagnana Produce” della provincia di Lucca.
Ecco le posizioni della “Cabina di Regia per l’Agroalimentare” di Parma e del “Consorzio Garfagnana Produce”
La nota diffusa dal Comune di Parma: “La Cabina di Regia per l’Agroalimentare, che riunisce le realtà pubbliche e private più significative del territorio di Parma (Comune di Parma: Alma – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Barilla, Consorzio per la tutela dei vini Dop “Colli di Parma”, Consorzio per la Tutela del Culatello di Zibello, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Consorzio del Prosciutto di Parma, Coppini Arte Olearia, Fondazione Parma City of Gastronomy Unesco, Mutti, Parma Alimentare, “Parma, io ci sto!”, Parma Quality Restaurants, Parmalat, Rodolfi) è fortemente preoccupata dalla possibilità che il termovalorizzatore e il Polo Ambientale Integrato di Parma vengano ampliati e quasi raddoppiati.
Nel 2015 Parma è stata dichiarata Creative City of Gastronomy UNESCO, e nel 2020 sarà la Capitale Italiana della Cultura. Due riconoscimenti importanti che dipingono il profilo di una città che si regge su due pilastri: il cibo e la cultura. Parma e la Food Valley sono luoghi di cultura, gastronomia e rispetto del territorio, e per questo la Cabina di Regia crede che meritino grande attenzione e tutela quando si parla di ambiente”.
L’Assessore Cristiano Casa contrario ad ampliare l’inceneritore di via Ugozzolo
“Crediamo che il progetto di ampliare l’impianto (l’inceneritore ndr) di via Ugozzolo vada in senso contrario rispetto ai nostri sforzi e al percorso virtuoso avviato dalla Città” spiega l’Assessore Cristiano Casa, assessore al Turismo e alle relazioni Internazionali e progetto Unesco, che in rappresentanza del Comune di Parma coordina i lavori della Cabina di Regia, ha aggiunto “La Cabina di Regia è un esempio straordinario dell’importanza di lavorare insieme per valorizzare le eccellenze locali rappresentate dal riconoscimento di Parma Città Creativa della Gastronomia UNESCO. Per questo pensiamo che l’apertura di un tavolo di confronto sui progetti del Polo Integrato di Ugozzolo sia un passo fondamentale per confrontarsi con il territorio e le sue esigenze di sviluppo sostenibile”.
Consorzio Garfagnana Produce: «Smaltimento rifiuti incompatibile col turismo e le produzioni tipiche»
Tra i sostenitori del no al pirogassificatore anche il Consorzio Garfagnana Produce.
Un no, spiega il Consorzio, che «nasce dalla ben nota incompatibilità fra impianti di smaltimento di rifiuti e aree a forte vocazione turistica e agro-alimentare come la Garfagnana. I dati ci aiutano a comprendere come l’indotto del turismo sia una voce economica assolutamente centrale per il nostro territorio, da tutelare e non da svilire con opere di un così grave impatto ambientale: nel 2017 nei 15 comuni della Garfagnana hanno soggiornato 39.600 turisti nelle molte strutture ricettive presenti con una durata media del soggiorno di 3,4 giorni. Queste 134.640 presenze complessive quanti soldi ci hanno lasciato? Ipotizzando una spesa media giornaliera di 60 euro otteniamo una cifra superiore agli 8 milioni di euro e sappiamo che in vacanza, tutti, ma in specie gli stranieri, si concedono molti altri extra, acquistano prodotti locali, usufruiscono dei musei, dei parchi avventura, degli esercizi commerciali e così via. Da quest’anno è stata inoltre istituita la tassa di soggiorno che comporta un’ulteriore entrata per i comuni e soprattutto sancisce lo status di “località turistica” per la nostra valle».
Ma, riprende il consorzio, «la costruzione dell’inceneritore causerebbe una sicura svalutazione ambientale e paesaggistica del territorio e l’aumento del traffico pesante, compromettendo così il comparto turistico e agro-alimentare nella sua totalità. Le certificazioni Dop e Igp dei nostri prodotti non potrebbero essere più sostenute e anche la nascente “Comunità del cibo” sarebbe molto penalizzata. Il brand “Garfagnana”, costruito con fatica e caparbietà da tante piccole e medie aziende sparse sul territorio cui va il merito, tra l’altro, di aver frenato lo spopolamento della montagna offrendo nuovi posti di lavoro e preservando il territorio dall’abbandono e quindi dai dissesti idrogeologici, merita ben altro rispetto a un grande impianto di incenerimento, per giunta all’interno di un centro abitato e a due passi dalla bellissima Barga. Un’azienda manifatturiera in crisi alle porte della Garfagnana, fra due parchi, inserita in un territorio di grande pregio che dal turismo trae sostentamento, ha il dovere di pensare al rilancio ma sposando una politica ambientale all’altezza del contesto in cui si colloca».
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