Nelle terre del Barolo. Viaggio nella cantina Damilano
di Emanuele Scarci
Ultima Modifica: 29/04/2020
Barolo è il paese che dà il nome al cosiddetto “Re dei vini, il vino dei Re”. È la patria del Nebbiolo, vitigno delicato e complesso: è stato chiamato così perché, pur essendo il primo a germogliare, è l’ultimo a perdere le foglie con l’apparire delle prime nebbie.
Barolo è nelle Langhe, in provincia di Cuneo, nella parte sud-ovest del Piemonte, una terra dal paesaggio straordinario che, da giugno 2014, è diventato Patrimonio culturale vitivinicolo mondiale dell’Unesco.
Il Re di vini si produce nei comuni di Barolo, La Morra, Monforte, Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, Novello, Grinzane Cavour.
Vigneti dorati, dove le quotazioni per ettaro hanno scalato da tempo la classifica nazionale. Secondo il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria un ettaro di vigneto nella Denominazione del Barolo raggiunge un massimo di 1,5 milioni. Ma nella zona dei cru più rinomati ci sarebbero state transazioni per 2,5 milioni o più a ettaro. Alla fine non lontano dalla Borgogna dove le quotazioni sono di 3 milioni di euro.
In Italia però la zona del Barolo sovrasta tutte le altre zone dorate: Montalcino viaggia intorno a 700 mila euro a ettaro e Bolgheri a 400 mila.
Una delle più antiche cantine di Barolo: Damilano
La produzione di Barolo oscilla mediamente intorno ai 12 milioni di bottiglie Damilano è una delle antiche cantine di Barolo. L’attività della famiglia Damilano inizia nel 1890 quando, nel comune di Barolo, Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, iniziò a coltivare e vinificare le uve di proprietà.
È però con la generazione successiva, con Giacomo Damilano, che la cantina assume il nome attuale. È lui a dare impulso alla cura delle vigne, a costruire la cantina e ad apportare costanti miglioramenti nella qualità della vinificazione. Infine, dal 1997 la conduzione dell’azienda è in mano ai suoi tre nipoti: Guido, Mario e Paolo Damilano.
La nuova generazione ha lavorato per la valorizzazione del vitigno principe delle Langhe, il Nebbiolo, e in special modo per mettere in bottiglia i vigneti più vocati, primo fra tutti Cannubi.
Barolo e le Langhe
In questo territorio dalle varie geometrie si trovano i vigneti di Damilano: 40 ettari di vigne collocate nel cuore dei grandi vini piemontesi tra Barolo, Monforte, Grinzane Cavour, Novello, La Morra e Casorzo.
Tra essi ci sono alcuni vigneti diventati delle icone: evocano l’eleganza e la longevità dei Barolo. La più importante è la collina di Cannubi, il luogo per eccellenza del Barolo dove nascono i due cru portabandiera dell’azienda: Barolo Cannubi e Barolo Riserva Cannubi “1752”.
Secondo i produttori, il primo interpreta l’approccio rigoroso della famiglia a questo territorio unico; il secondo vuole rappresentare la summa della filosofia produttiva e nasce proprio dal nucleo storico della vigna Cannubi di Damilano.
La collina Cannubi è particolarmente vocata per la produzione di Barolo. La bottiglia più antica, con la scritta Cannubi risale al 1752 ed è conservata a Bra presso la famiglia Manzone.
La collina icona del Barolo si trova ai piedi del paese di Barolo e si allunga sulla strada che conduce ad Alba, fin quasi alla Cantina Damilano.
Accanto alla collina di Cannubi, la Cantina Damilano ha individuato altri appezzamenti che, grazie a microclima e suoli particolari, permettono una produzione di Barolo di personalità: Brunate, Cerequio, Liste e Raviole. Alcuni distanti l’un dall’altro poche centinaia di metri ma che regalano un Barolo con caratteristiche molto diverse.
“Nulla di nuovo – frena Paolo Damilano -. Lo stesso accade in Borgogna, dove spesso la strada del vigneto separa la parte alta del vigneto, che genera un certo vino, dalla parte bassa che ne produce un altro. Idem a Barolo: tra il vigneto Liste e il Cannubi ci saranno, in linea d’aria, non oltre 600-700 metri. Tuttavia Liste sembra un vino fatto a Serralunga, estremamente tannico, mentre Cannubi è morbido, facile da bere. E questa è anche la cosa divertente e, al contempo, affascinante del Barolo, espressione di comuni e vigneti così diversi tra di loro”.
Chi conduce cosa
Tutte le vigne sono condotte dall’agronomo Giampiero Romana. I vigneti sono gestiti in modo convenzionale ma ragionato, puntualizzano in azienda, effettuando progressivamente diverse fasi di avvicinamento alla conduzione biologica.
La vendemmia, che si svolge generalmente tra settembre e ottobre, viene condotta rigorosamente a mano. Le uve Nebbiolo da Barolo vengono raccolte e vinificate separatamente per ciascuna menzione. In cantina l’interpretazione della vigna è affidata all’enologo Alessandro Bonelli che affianca il direttore generale Guido Damilano nel lavoro quotidiano.
La cantina si trova a La Morra, al confine con il comune di Barolo e risale al 1965. Le pratiche di fermentazione sono quelle di un vino rosso importante da lungo invecchiamento.
La fermentazione alcolica si svolge in vasche d’acciaio termo-condizionate e varia per il Nebbiolo tra 8 e 15 giorni con controlli analitici e assaggi quotidiani. L’utilizzo di lieviti indigeni e la gestione dei processi naturali con controlli delle temperature trasformano i mosti in vini lasciando intravedere la personalità di ogni parcella.
Per favorire la massima estrazione delle bucce, segue un periodo di macerazione piuttosto lungo. Dopo la svinatura (le vinacce percorrono la via della distilleria e daranno vita alla Grappa Damilano) il vino viene lasciato decantare naturalmente.
Il vino matura in botti di legno (50 e 100 ettolitri) dalla leggera tostatura per un periodo che varia tra i 24 e i 36 mesi.
L’obiettivo dell’azienda è infatti quello di mantenere intatte le varie componenti per ritrovare nel bicchiere le caratteristiche della singola vigna. Infine, a seconda della tipologia di vino, il percorso si chiude con un periodo di affinamento in bottiglia.
La gamma del re
L’azienda produce prevalentemente vini rossi con, ovviamente, al centro l’eccellenza del Barolo.
Cannubi, Riserva Cannubi “1752”, Brunate, Cerequio, Liste e il nuovo Raviole sono i cru dell’azienda e si distinguono per uno spettro organolettico diverso tra loro, ognuno figlio delle specifiche caratteristiche della sua terra.
Accanto ai cinque cru c’è il Barolo Lecinquevigne, un assemblaggio di uve provenienti da cinque diversi vigneti nei comuni di Barolo e Grinzane Cavour per un totale di 10 ettari. L’azienda lo descrive come “un’espressione orizzontale con un bouquet aromatico di grande complessità che rappresenta a tutti gli effetti un percorso tra i vigneti della tenuta”.
Ma non c’è solo Barolo con il brand Damilano. A partire dalla vendemmia 2015 viene prodotto, in poche migliaia di bottiglie, G.D., interprete dell’eleganza delle Langhe attraverso il vitigno Chardonnay e dedicato al fondatore Giacomo Damilano.
La gamma è completata dalle altre denominazioni del territorio: Langhe Nebbiolo Marghe, Barbera d’Alba LaBlù, Barbera d’Asti, Dolcetto d’Alba, Langhe Arneis, il Rosato, il Moscato; il Barolo Chinato, Grappa di Nebbiolo da Barolo. Tra gli spumanti Brut Metodo Classico e Brut Metodo Classico Millesimato, punto d’incontro fra la struttura del Pinot Nero e la piacevolezza dello Chardonnay.
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