Angelo Gaja, decano del vino italiano nel mondo, compie 80 anni - InformaCibo

Angelo Gaja, decano del vino italiano nel mondo, compie 80 anni

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 07/03/2020

Buon Compleanno, Angelo Gaja. Anche se il regalo più grande lo hai fatto tu a noi. E continui a farne: con le due idee rivoluzionarie e il rapporto creato con mondo del vino, addetti ai lavori, giornalisti di settore, con coi mantieni un costruttivo e vivace dialogo continuo.

Nato il 7 marzo 1940, originario di Alba (Cuneo), Angelo Gaja ha letteralmente “sdoganato” i vini italiani nel mondo, dando loro il peso che meritavano nel panorama internazionale.

In Francia l’imprenditore vinicolo è soprannominato Le Roi du Barbaresco per la spinta alla conoscenza e valorizzazione del vino piemontese nel mondo. 

Visionario e innovativo, ha dato svolte importanti al vino italiano di qualità e alla sua presenza nel mondo. Una mente brillante che non si ferma mai: proprio a gennaio di quest’anno, ha lanciato l’idea di rinunciare ai fondi Ue per investire in ricerca a favore delle eccellenze italiane e della sostenibilità ambientale.

 

Ne parliamo qui:

https://www.informacibo.it/angelo-gaja-propone-rinunciamo-ai-fondi-ue-e-investiamo-in-ricerca/

L’azienda che porta il nome della sua famiglia ha una storia ancora più lunga:  nata nel 1859 fondata a Barbaresco da Giovanni Gaja, nel tempo, e con cinque generazioni che si sono succedute ha compiuto vere e proprie rivoluzioni nel mondo del vino italiano. La prima a impiegare i barrique, ad allungare i colli delle bottiglie, la prima in moltissime cose che hanno segnato la storia del vino made in Italy. Giovanni ebbe un’intuizione geniale per l’epoca: introdusse la filosofia di imbottigliare solo le annate migliori vendendo sfuse le altre.

L’azienda fu la prima a sdoganare e rendere affermato il Barbaresco nel mondo, proprio durante la guida di Angelo Gaja; da qui l’appellativo “Re del Barbaresco” di Angelo Gaja, vero e proprio “angelo custode” del noto vino piemontese.

La cantina Gaja  è da sempre riconosciuta come uno dei nomi-simbolo nella produzione di Barbaresco.
Dal fondatore Giovanni sino ad Angelo Gaja e ora avanti con i suoi figli, che hanno preso in mano le redini dell’azienda, questa famiglia ha saputo imporsi nel panorama vinicolo mondiale grazie ad una ricetta ben precisa: la ricerca della qualità sempre e comunque.

Il Piemonte è una delle regioni più vocate per la produzione di grandi vini, dove il Nebbiolo assume spesso i contorni della poesia, ma il terreno ovviamente non basta: sono necessarie grandi idee, grandi passioni e grandi persone.  Il nome Gaja è proprio questo.

Vi riproponiamo i suoi “appunti di viaggio in Giappone”, che pubblicammo qui nel 2013

Gli appunti di viaggio di Angelo Gaja in Giappone

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L'Autore

giornalista