A Teramo e dintorni gli ingredienti giusti per godere di una vacanza diversa: buona e bella!
di Informacibo
Ultima Modifica: 05/06/2016
di Alba Simigliani Foto di Nicola Zinni
A metà strada dalla costa adriatica e dagli Appennini, in una posizione privilegiata per una vacanza varia e gustosa, si trova Teramo, la città di provincia più a nord dell'Abruzzo. Interamnia Urbs (città fra due fiumi) il suo nome quando era colonia romana. Periodo in cui Teramo conobbe una grande prosperità testimoniata da templi, torri, teatro. Alla confluenza tra i fiumi Tordino e Vezzolla, le fanno da cornice la catena del Gran Sasso e il massiccio della Laga che la proteggono e donano al territorio fiumi, boschi, gole e cascate, da scoprire nei numerosi percorsi naturalistici.
Sui resti antichi la città nuova conserva evidenti segni del passato nell'anfiteatro romano, e nel sito archeologico di Torre Bruciata in piazza S. Anna, dove si trovano i resti della sontuosa villa romana databile I sec. a.C. Città di cultura, di natura e di arte, nella lunga sua storia conobbe alterne vicende e alterni momenti di declino e di gloria: oggi si presenta come centro vitale, sede di Università e ricco di palazzi, chiese, musei, pinacoteche.
La bella Cattedrale di Santa Maria Assunta è fra le chiese più singolari d'Abruzzo ed è il risultato dell'unione di due chiese, la più recente funge da abside alla più antica, la facciata in pietra e mattoni è quadrataa , il ricco portale cosmatesco e l'alta gullia gotica le fanno da corona e la rendono slanciata e originale. L'interno è spoglio e severo, fra le testimonianze medievali più efficaci, custodisce, tra l'altro, il prezioso Paliotto del 1400 di Nicola da Guardiagrele. L'attigua alta torre, divisa in moduli sovrapposti realizzati in epoche diverse, è il simbolo della città e punto di incontro di molti giovani.
L'interessante centro storico offre al visitatore anche l'occasione di conoscere e visitare l'atelier del noto stilista Filippo Flocco, punto di riferimento dell'alta moda nazionale ed internazionale. Versatile e poliedrico, conosce e ama profondamente la sua città e l'Abruzzo, che racconta in mille declinazioni nei suoi abiti e non solo. Da vero operatore culturale, ritenuto a ragione ambasciatore dell'Abruzzo nel mondo, Filippo Flocco, attraverso la sua arte, esalta e racconta le bellezze peculiari della sua terra e ne custodisce l'identità.
Teramo è anche culla della cucina regionale, se volete averne un saggio recatevi a Porta Romana, il quartiere più antico ed autentico della città e chiedete del cantiniere Marcello Schillaci. Nella storica Cantina del 1400 troverete un concentrato di ricordi e sapori residui di un Abruzzo in via di estinzione e tanta nostalgia del tempo che fu! Dodici anni fa questo straordinario cuoco ha voluto far tornare al passato questo luogo, dimenticato e trascurato, ma ricco di storia cittadina: “Qui era pieno di Cantine, ce ne erano sette in questo quartiere. – Racconta l'appassionato Marcello – Erano punti di accoglienza dei pastori, dei pellegrini, dei viandanti e degli stanziali che qui trovavano una cucina semplice, di casa e un buon bicchiere di vino”. Parla del tempo che fu con nostalgica commozione e raro attaccamento alla propria città e alla sua cucina. “ La migliore del mondo!” afferma perentorio Schillaci, senza ombra di dubbio. “Perché qui si incontravano le 4 culture: quella montana dei pastori transumanti, quella contadina della fertile campagna, quella marinara per la vicinanza alla costa, quella degli orti. “Qui era pieno di orti – continua – ogni casa aveva il suo orto, e gli odori, le erbe aromatiche, , li sinse, appena raccolti profumavano, arricchivano e davano grinta anche al piatto più povero”. Cucina della tradizione, genuinità, sapori forti della cucina povera: formaggio fritto, salsicce, maccheroni alla chitarra, scrippelle 'mbusse (sorta di frittatine sottili avvolte dopo una spruzzata di pecorino e bagnate con ottimo brodo), e sopra tutto e tutti le Virtù, piatto rituale del I° Maggio, simbolico e solidale che più di altri rappresenta questa città. Alla fine dell'inverno le brave massaie raccoglievano tutto ciò che restava nella credenza, i legumi secchi delle provviste invernali, ma anche i rimasugli di pasta, l'osso che restava dal prosciutto spolpato, univano il tutto alle primizie di primavera in una lunga e laboriosa preparazione e cuocevano le “virtù” in grandi pentoloni per farne dono anche al vicinato e ai bisognosi.
Alla Cantina di Porta Romana, dunque, si protegge, si custodisce il passato con cura e religiosità e, il c'era una volta… c'è ancora!
Sui resti antichi la città nuova conserva evidenti segni del passato nell'anfiteatro romano, e nel sito archeologico di Torre Bruciata in piazza S. Anna, dove si trovano i resti della sontuosa villa romana databile I sec. a.C. Città di cultura, di natura e di arte, nella lunga sua storia conobbe alterne vicende e alterni momenti di declino e di gloria: oggi si presenta come centro vitale, sede di Università e ricco di palazzi, chiese, musei, pinacoteche.
La bella Cattedrale di Santa Maria Assunta è fra le chiese più singolari d'Abruzzo ed è il risultato dell'unione di due chiese, la più recente funge da abside alla più antica, la facciata in pietra e mattoni è quadrataa , il ricco portale cosmatesco e l'alta gullia gotica le fanno da corona e la rendono slanciata e originale. L'interno è spoglio e severo, fra le testimonianze medievali più efficaci, custodisce, tra l'altro, il prezioso Paliotto del 1400 di Nicola da Guardiagrele. L'attigua alta torre, divisa in moduli sovrapposti realizzati in epoche diverse, è il simbolo della città e punto di incontro di molti giovani.
L'interessante centro storico offre al visitatore anche l'occasione di conoscere e visitare l'atelier del noto stilista Filippo Flocco, punto di riferimento dell'alta moda nazionale ed internazionale. Versatile e poliedrico, conosce e ama profondamente la sua città e l'Abruzzo, che racconta in mille declinazioni nei suoi abiti e non solo. Da vero operatore culturale, ritenuto a ragione ambasciatore dell'Abruzzo nel mondo, Filippo Flocco, attraverso la sua arte, esalta e racconta le bellezze peculiari della sua terra e ne custodisce l'identità.
Teramo è anche culla della cucina regionale, se volete averne un saggio recatevi a Porta Romana, il quartiere più antico ed autentico della città e chiedete del cantiniere Marcello Schillaci. Nella storica Cantina del 1400 troverete un concentrato di ricordi e sapori residui di un Abruzzo in via di estinzione e tanta nostalgia del tempo che fu! Dodici anni fa questo straordinario cuoco ha voluto far tornare al passato questo luogo, dimenticato e trascurato, ma ricco di storia cittadina: “Qui era pieno di Cantine, ce ne erano sette in questo quartiere. – Racconta l'appassionato Marcello – Erano punti di accoglienza dei pastori, dei pellegrini, dei viandanti e degli stanziali che qui trovavano una cucina semplice, di casa e un buon bicchiere di vino”. Parla del tempo che fu con nostalgica commozione e raro attaccamento alla propria città e alla sua cucina. “ La migliore del mondo!” afferma perentorio Schillaci, senza ombra di dubbio. “Perché qui si incontravano le 4 culture: quella montana dei pastori transumanti, quella contadina della fertile campagna, quella marinara per la vicinanza alla costa, quella degli orti. “Qui era pieno di orti – continua – ogni casa aveva il suo orto, e gli odori, le erbe aromatiche, , li sinse, appena raccolti profumavano, arricchivano e davano grinta anche al piatto più povero”. Cucina della tradizione, genuinità, sapori forti della cucina povera: formaggio fritto, salsicce, maccheroni alla chitarra, scrippelle 'mbusse (sorta di frittatine sottili avvolte dopo una spruzzata di pecorino e bagnate con ottimo brodo), e sopra tutto e tutti le Virtù, piatto rituale del I° Maggio, simbolico e solidale che più di altri rappresenta questa città. Alla fine dell'inverno le brave massaie raccoglievano tutto ciò che restava nella credenza, i legumi secchi delle provviste invernali, ma anche i rimasugli di pasta, l'osso che restava dal prosciutto spolpato, univano il tutto alle primizie di primavera in una lunga e laboriosa preparazione e cuocevano le “virtù” in grandi pentoloni per farne dono anche al vicinato e ai bisognosi.
Alla Cantina di Porta Romana, dunque, si protegge, si custodisce il passato con cura e religiosità e, il c'era una volta… c'è ancora!
Se si vuole continuare l'assaggio della città, non molto distante da Porta Romana c'è Condito, locale di recente apertura dove si possono trovare, oltre a svariate pizze e altre specialità, buoni arrosticini artigianali della schietta tradizione pastorale. Spiedini di carne di pecora o di castrato cotti velocemente alla brace. In questo locale, ampio e luminoso, Walter Ragnoli, giovane Patron di questo Ristorante e della Locanda del Convento a Mosciano S. Angelo, vi accoglierà con gioviale sorriso e con un servizio efficiente e gentile.
La città insieme al territorio circostante riassume in sé soggiorni integrati senza soluzione di continuità fra i sapori e paesaggi del mare e della montagna, Teramo e la sua provincia offrono un territorio turistico che può estendere la stagione di visita tutto l'anno per vacanze esperienziali.
Magiche atmosfere si possono ritrovare anche nella vicina Castelli “un dolce paese di fiaba” che con questo appropriato titolo dà vita ogni anno ad una magica festa in cui il prezioso artigianato locale si sposa magnificamente con le svariate dolcezze della tradizione dolciaria. Questo è il paese delle ceramiche più famose d'Abruzzo, custodite anche all' Ermitge di San Pietroburgo, ma pochi sanno che è anche il paese dove è nata la “chicchera” per gustare la cioccolata calda e che qui è arrivata prima che altrove la cioccolata. A raccontarci questa bella storia è Eugenio Merlini, artigiano del cioccolato fra artigiani della ceramica! “La Chicchera Castellana è stata il primo manufatto in ceramica adibito a bevande calde in particolar modo la bevanda al cioccolato. Dal 1600 la chicchera si è evoluta diventando una tazzina senza manici, con un piattino molto largo per ospitare qualche biscotto, con incavo centrale in cui si incastra perfettamente la tazza e permetteva di bere la cioccolata calda anche in carrozza!” Il racconto della cioccolata si inframmezza con quello del maestro ceramista Vincenzo de Simone storico artigiano che della ceramica conosce tutti i segreti e di suo figlio Antonio che continua l'opera del padre nell'antica bottega.
Intanto nei locali attigui alla bottega, dove Antonio ha ricavato la Cantina del Vasaio, per far gustare le antiche ricette della tradizione, Eugenio, tutt'uno con la favolosa dolcezza del cioccolato, da esperto “mago” prepara intriganti e irresistibili praline allo zenzero, al sale di Cervia, al marron glacé. Ci serve poi un ottimo cioccolato caldo nella versione moderna della Chicchera, opera del ceramista Simonetti che evidenzia il profilo della Faustina, la donna presente nel terzo cielo di maioliche sul soffitto della Chiesa di San Donato, definita da Carlo Levi la Cappella Sistina della maiolica. ”Il cacao è arrivato in questo piccolo borgo attraverso la dominazione spagnola del 1600. – Continua a raccontare Eugenio – A testimoniarlo è il primo pane dolce al cioccolato di cui si ha notizie dal 1640 e che è ancora oggi presente sotto il nome di Mustacciolo, con circa 27 varietà in questo territorio”.
Lasciando alle spalle Castelli con la sua storica tradizione nella produzione della ceramica e dei dolci al cioccolato, fra fitti boschi e amabili corsi d'acqua si giunge a Isola del Gran Sasso (Te) luogo di culto e di buona cucina. Qui di fronte alla maestosità della montagna più alta dell'appennino, il grande Santuario di San Gabriele è meta di pellegrinaggi religiosi e richiama migliaia di fedeli e di giovani ogni anno. Qui ha sede l'attività di tutta la famiglia Merlini che accoglie i visitatori con le sue bontà. Pasticceria, cioccolateria, gelateria di qualità, ma anche ottima cucina nell'attiguo ristorante di famiglia. Nel suo laboratorio Eugenio, oltre al cioccolato, perfeziona anche l'arte del gelato tramandata dal padre Nello e da mamma Orietta gestori anche dell'ottimo ristorante che porta il loro nome e dove si possono gustare specialità tipiche accompagnate dall'estro del talentuoso Nello Merlini.
Non molto distante, un'altra bella cittadina degna di essere visitata è Campli (Te). Fra colline popolate di uliveti e vigneti che rivelano l'antica vocazione di questa fertile terra, fa parte della Comunità Montana della Laga. Città dei Farnese, mostra il suo passato splendore nei pregevoli esempi di architetture medievale e rinascimentale, nei palazzi e nelle numerose chiese, su cui domina la Cattedrale di Santa Maria in Platea del XIV secolo. Il principale monumento religioso della città ha origini antichissime, come si evince dalla Cripta, e racchiude all'interno numerose opere d'arte. Borgo dalla storia antica, cultura e tradizione si fondono insieme al culto religioso della Scala Santa istituita grazie al privilegio pontificio di Clemente XIV. Di grande valore artistico e religioso, la suggestiva Scala dal 1772 dona l'indulgenza plenaria a coloro che salgono in ginocchio e con animo pentito i 28 gradini di dura quercia.
Patria della saporita tradizione culinaria, ha una lunga storia anche nella produzione di ottimo olio extravergine d'oliva.
Poco distante dalla cittadina, l'Oleificio CHIODI è un'azienda che con lavoro attento e scrupoloso ottiene un olio extravergine di oliva di grande qualità.
Dal 1950 il lavoro iniziato dal padre continua soprattutto con Michele e il giovane nipote agronomo Domenico.
Grazie all'impegno della locale Pro-Loco, Campli in estate si anima con numerose iniziative. Dal 1964 in agosto si tiene in questo bel borgo la più famosa Sagra della Porchetta Italica!
Possono essere questi gli ingredienti giusti per godere di una vacanza diversa, buona e bella nella provincia teramana.
La città insieme al territorio circostante riassume in sé soggiorni integrati senza soluzione di continuità fra i sapori e paesaggi del mare e della montagna, Teramo e la sua provincia offrono un territorio turistico che può estendere la stagione di visita tutto l'anno per vacanze esperienziali.
Magiche atmosfere si possono ritrovare anche nella vicina Castelli “un dolce paese di fiaba” che con questo appropriato titolo dà vita ogni anno ad una magica festa in cui il prezioso artigianato locale si sposa magnificamente con le svariate dolcezze della tradizione dolciaria. Questo è il paese delle ceramiche più famose d'Abruzzo, custodite anche all' Ermitge di San Pietroburgo, ma pochi sanno che è anche il paese dove è nata la “chicchera” per gustare la cioccolata calda e che qui è arrivata prima che altrove la cioccolata. A raccontarci questa bella storia è Eugenio Merlini, artigiano del cioccolato fra artigiani della ceramica! “La Chicchera Castellana è stata il primo manufatto in ceramica adibito a bevande calde in particolar modo la bevanda al cioccolato. Dal 1600 la chicchera si è evoluta diventando una tazzina senza manici, con un piattino molto largo per ospitare qualche biscotto, con incavo centrale in cui si incastra perfettamente la tazza e permetteva di bere la cioccolata calda anche in carrozza!” Il racconto della cioccolata si inframmezza con quello del maestro ceramista Vincenzo de Simone storico artigiano che della ceramica conosce tutti i segreti e di suo figlio Antonio che continua l'opera del padre nell'antica bottega.
Intanto nei locali attigui alla bottega, dove Antonio ha ricavato la Cantina del Vasaio, per far gustare le antiche ricette della tradizione, Eugenio, tutt'uno con la favolosa dolcezza del cioccolato, da esperto “mago” prepara intriganti e irresistibili praline allo zenzero, al sale di Cervia, al marron glacé. Ci serve poi un ottimo cioccolato caldo nella versione moderna della Chicchera, opera del ceramista Simonetti che evidenzia il profilo della Faustina, la donna presente nel terzo cielo di maioliche sul soffitto della Chiesa di San Donato, definita da Carlo Levi la Cappella Sistina della maiolica. ”Il cacao è arrivato in questo piccolo borgo attraverso la dominazione spagnola del 1600. – Continua a raccontare Eugenio – A testimoniarlo è il primo pane dolce al cioccolato di cui si ha notizie dal 1640 e che è ancora oggi presente sotto il nome di Mustacciolo, con circa 27 varietà in questo territorio”.
Lasciando alle spalle Castelli con la sua storica tradizione nella produzione della ceramica e dei dolci al cioccolato, fra fitti boschi e amabili corsi d'acqua si giunge a Isola del Gran Sasso (Te) luogo di culto e di buona cucina. Qui di fronte alla maestosità della montagna più alta dell'appennino, il grande Santuario di San Gabriele è meta di pellegrinaggi religiosi e richiama migliaia di fedeli e di giovani ogni anno. Qui ha sede l'attività di tutta la famiglia Merlini che accoglie i visitatori con le sue bontà. Pasticceria, cioccolateria, gelateria di qualità, ma anche ottima cucina nell'attiguo ristorante di famiglia. Nel suo laboratorio Eugenio, oltre al cioccolato, perfeziona anche l'arte del gelato tramandata dal padre Nello e da mamma Orietta gestori anche dell'ottimo ristorante che porta il loro nome e dove si possono gustare specialità tipiche accompagnate dall'estro del talentuoso Nello Merlini.
Non molto distante, un'altra bella cittadina degna di essere visitata è Campli (Te). Fra colline popolate di uliveti e vigneti che rivelano l'antica vocazione di questa fertile terra, fa parte della Comunità Montana della Laga. Città dei Farnese, mostra il suo passato splendore nei pregevoli esempi di architetture medievale e rinascimentale, nei palazzi e nelle numerose chiese, su cui domina la Cattedrale di Santa Maria in Platea del XIV secolo. Il principale monumento religioso della città ha origini antichissime, come si evince dalla Cripta, e racchiude all'interno numerose opere d'arte. Borgo dalla storia antica, cultura e tradizione si fondono insieme al culto religioso della Scala Santa istituita grazie al privilegio pontificio di Clemente XIV. Di grande valore artistico e religioso, la suggestiva Scala dal 1772 dona l'indulgenza plenaria a coloro che salgono in ginocchio e con animo pentito i 28 gradini di dura quercia.
Patria della saporita tradizione culinaria, ha una lunga storia anche nella produzione di ottimo olio extravergine d'oliva.
Poco distante dalla cittadina, l'Oleificio CHIODI è un'azienda che con lavoro attento e scrupoloso ottiene un olio extravergine di oliva di grande qualità.
Dal 1950 il lavoro iniziato dal padre continua soprattutto con Michele e il giovane nipote agronomo Domenico.
Grazie all'impegno della locale Pro-Loco, Campli in estate si anima con numerose iniziative. Dal 1964 in agosto si tiene in questo bel borgo la più famosa Sagra della Porchetta Italica!
Possono essere questi gli ingredienti giusti per godere di una vacanza diversa, buona e bella nella provincia teramana.
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