A Firenze il Simposio mondiale del vino dell’Institute of Masters of Wine
di Informacibo
Ultima Modifica: 06/06/2013
Roma, 6 giugno 2013. Il prossimo anno i 304 Masters of Wine, veri e propri guru mondiali del vino, saranno per la prima volta in Italia.
Provengono da 28 Paesi e dal 15 al 18 maggio 2014, infatti, Firenze ospiterà l’8° Simposio mondiale del vino dell’Institute of Masters of Wine, grazie alla collaborazione con l’Istituto Grandi Marchi che comprende le 19 aziende icona dell’enologia made in Italy (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.) che insieme raggiungono i 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore complessivo dell’export nazionale.
“Identità, innovazione e immaginazione” sono le parole chiave del simposio quadriennale che dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford giunge per la prima volta nel nostro Paese. “L’Italia oggi non può essere solo una superpotenza produttiva del vino – ha detto il presidente dei Grandi Marchi, Piero Antinori – ma deve affermarsi maggiormente anche come opinion leader del settore. I Masters of Wine lo sono, grazie a una profonda conoscenza dei prodotti internazionali e l’influenza presso tutti i canali di sbocco della filiera, dall’horeca ai principali media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, a partire dai mercati emergenti”. A sessant’anni dalla nascita (in Inghilterra) della più esclusiva compagine enologica al mondo, l’Italia, infatti, non è ancora rappresentata all’interno dell’Istituto. Una lacuna che, in seguito alla partnership avviata nel 2009 con i Grandi Marchi, unica realtà italiana major supporter dei Masters of Wine, sarà presto colmata con i primi Master of Wine italiani provenienti dai candidati selezionati nei due corsi organizzati per la prima volta in Italia negli ultimi due anni. La parte internazionale prevede, invece, l’organizzazione entro l’anno di un programma di formazione in Asia e Australia.
“C’è molta attesa per il nostro primo evento italiano – ha detto la presidente del comitato organizzatore (e past president) dell’Institute of Masters of Wine, Lynne Sherriff -. La nostra accademia vanta un profilo sempre più globale ed è importante per noi intensificare i rapporti con uno degli epicentri mondiali del vino. A Firenze – ha concluso la Sherriff – partiremo dall’analisi delle radici dei luoghi e dei processi di vinificazione per scoprire i segreti di un successo planetario di un prodotto che è diventato simbolo di lifestyle a livello mondiale ”.
Al simposio, che conterà decine di relatori in 11 sessioni di lavoro, potranno partecipare anche gli operatori italiani che si iscriveranno al sito http://www.mastersofwine.org/.
Tra i relatori internazionali, i principali produttori (Chateau Margaux, Baron de Rothschild, House of Krug e molti altri); associazioni di settore, multinazionali (parteciperà, tra gli altri, il presidente worldwide partnership and business solution di Google); giornalisti e docenti universitari. Per l’Italia, tra gli altri, hanno già dato la loro adesione, Gaia Gaja, Marchese Piero Antinori e Ferruccio Ferragamo.
Per l’Italia hanno già preannunciato la volontà di sponsorizzare l’8° Simposio dell’ Institute of Masters of Wine: Agriventure, Consorzio del vino Chianti Classico, Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Enoteca Italiana di Siena e Toscana Promozione.
Il saluto dell’onorevole Nunzia De Girolamo, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
Saluto il Presidente Antinori, gli organizzatori e tutti i presenti,
Vi ringrazio in primo luogo per avermi invitata a questo appuntamento al quale purtroppo non posso partecipare a causa di impegni istituzionali.
Tuttavia intendo cogliere quest’occasione per esprimere il mio più sincero apprezzamento per questo evento e per tutto il lavoro dell’Istituto del Vino Grandi Marchi, che permette alle eccellenze del nostro Made in Italy enologico di essere promosse e valorizzate a livello internazionale.
Il successo del vino italiano è prima di tutto espressione della cultura e della storia del territorio nel quale nasce e delle straordinarie capacità dei nostri imprenditori che hanno dimostrato di essere un modello da seguire, contribuendo in modo significativo a dare prestigio al Made in Italy.
In questo momento così difficile che ci troviamo ad affrontare, ritengo ancora più apprezzabile la Vostra iniziativa che ha come obiettivo proprio quello di sostenere nel mondo l’immagine del vino di qualità italiano. La partnership avviata con l’autorevole Institute of Masters of Wine costituisce una buona pratica di cui tenere conto. In questa prospettiva, assume ancora più rilievo l’impegno da Voi assunto per l’appuntamento dell’VIII Simposio mondiale.
Come Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali intendo manifestarVi tutta la mia attenzione per il grande lavoro che state portando avanti.
Certa dell’ottimo esito dell’incontro di oggi, non mi resta che augurarVi buon lavoro.
La presentazione dell’ Istituto del Vino Grandi Marchi – Institute of Masters of Wine
Istituto del Vino Grandi Marchi
L’Istituto Grandi Marchi, tremila anni di storia e cultura vitivinicola italiana e 12 regioni rappresentate, è l’associazione che, dal 2004, riunisce le 19 cantine icona dell’enologia italiana: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
Emblema delle eccellenze produttive contraddistinte da elevati standard di prodotto e di immagine di marchio a livello nazionale e internazionale, l’Istituto Grandi Marchi – presieduto da Piero Antinori – rappresenta in tutto il mondo l’eccellenza del vino italiano ponendosi, in molti mercati, quale portabandiera e apripista dell’intero settore, con programmi di formazione e di educazione rivolti alla valorizzazione del brand “Italia”. 231 le missioni internazionali realizzate nei 9 anni di promozione dell’Istituto, più di 45mila gli operatori e decision maker incontrati nei mercati consolidati ed emergenti per il vino italiano tra cui Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Singapore, Taiwan, Thailandia, UK e USA.
Con un vigneto coltivato di 6930 ettari, l’Istituto Grandi Marchi esprime complessivamente un fatturato di quasi 500milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore dell’export nazionale. Tra i principali mercati di destinazione dell’export dei Grandi Marchi, l’Unione Europea (38%), seguita da Usa (21%), Canada (14%), Asia (8%) e Russia (4%).
Institute of Masters of Wine
Fondato a Londra nel 1955 l’Institute of Masters of Wine è l’istituzione che, da quasi 60 anni, si occupa di formare i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino. Tra gli obiettivi della prestigiosa accademia londinese: promuovere l’eccellenza professionale, la cultura, la scienza e il business del vino attraverso selezionati e pluriennali programmi di formazione che, ad oggi, hanno portato la comunità dell’Istituto a 304 Master of Wine sparsi in 28 Paesi.
Inizialmente attivo nel solo territorio britannico, l’IMW decide a fine anni ’80 di aprire alle candidature di aspiranti MW provenienti da altri Paesi con il debutto, nel 1988, del primo MW australiano. Da allora l’accademia mondiale dell’enologia si è diffusa in tutto il mondo con MW in Usa (primo ingresso nel 1990), Europa (1992), Asia (2008) e Giappone (2010). Nessun MW, invece, per l’Italia, primo Paese produttore di vino al mondo che, a tutt’oggi, non ha ancora una rappresentanza all’interno della compagine londinese. Una lacuna che, sia l’Istituto Grandi Machi sia L’Institute of Masters of Wine colmeranno entro i prossimi due anni.
Essere MW non è solo una questione di prestigio; i MW, infatti, ricoprono ruoli di vertice in settori chiave per il vino e la diffusione della sua conoscenza (distribuzione, importazione, horeca, catene alberghiere internazionali e stampa).
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