Un cocktail per i 150 anni di Gabriele d'Annunzio by Luxardo - InformaCibo

Un cocktail per i 150 anni di Gabriele d’Annunzio by Luxardo

di Informacibo

Ultima Modifica: 01/04/2013

Parma 2 aprile 2013. 1863 – 2013: il mondo dei liquori ricordano i primi 150 anni del Vate D’Annunzio. Il 12 marzo 1863 nasceva a Pescara, in una casa dell’attuale Coro Manthonè, Gabrile D’Annunzio e proprio in occasione dei 150 dalla nascita del Vate abruzzese l’azienda  Luxardo, con il patrocinio della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, ha voluto contribuire al ricordo del poeta organizzando il concorso Cocktail Competition Letterario Sangue Morlacco.

Grazie alla sua fertile fantasia D’Annunzio aveva la capacità di battezzare i prodotti più diversi, dai liquori (Sangue Morlacco, Unicum, Aurum), ai dolci (torta Parrozzo, biscotti Saiwa), alle insegne di magazzini (La Rinascente), un antesignano dei copywriter.

E la Luxardo non si è lasciata sfuggire l’occasione e proprio per questa ricorrenza ha creato il Concorso  Cocktail Competition, evento a cui potranno partecipare i migliori, più ispirati e talentuosi bartenders, che avranno inviato, entro il 14 aprile, le migliori 35 ricette a base di sangue Morlacco.

Le ricette devono contenere almeno 15 ml del noto liquore di ciliegie marasche, così ribattezzato nel 1919 a Fiume da D’Annunzio in omaggio ai fieri pastori-guerrieri della Dalmazia. Particolare insolito, ogni cocktail deve essere accompagnato da una frase, citazione o verso del Poeta. Al vincitore va in premio un viaggio per 2 persone per un fine settimana a Vienna. Non è previsto alcun volo commemorativo in biplano come quello che compì D’Annunzio nel 1918 inondando di manifestini tricolore la capitale austriaca.

Sangue Morlacco

Dopo il Maraschino, il Sangue Morlacco è la seconda specialità della Luxardo prodotta fin dal 1840 circa: si tratta di un liquore di marasche che costituisce una varietà del cherry brandy, ottenuto appunto dalle ciliegie marasche.
Dalla lavorazione delle marasche si ottiene un succo che ha tenore alcolico, a seconda del grado brix del raccolto attorno agli 8/10°. L’invecchiamento previsto dal capitolato di produzione del Sangue Morlacco è di 2 anni in tini di rovere, con accurati rimontaggi e rotazioni della cantina. Il cherry brandy Luxardo venne ri-battezzato con il curioso nome di “Sangue Morlacco”dal poeta Gabriele D’Annunzio nel 1919 in occasione dell’impresa di Fiume, a causa del suo colore rosso cupo (per inciso, il nome “Morlacco” deriva da quello di un’orgogliosa popolazione dell’entroterra dalmata). Il sapore corposo e l’aroma inebriante rendono il Sangue Morlacco particolarmente adatto all’abbinamento con il cioccolato. Ottimo per correggere i sapori alla vaniglia, per aromatizzare la zuppa inglese e per inzuppare i savoiardi delle torte charlottes.

Dopo il Maraschino Originale, il Sangue Morlacco è la seconda specialità storica della Luxardo. E’un liquore di marasche (varietà acidula della ciligia, coltivata in esclusiva da Luxardo) che costituisce una variante del cherry brandy. Ottenuto per infusione del succo fermentato delle marasche e invecchiato per due anni in tini di rovere. Il cherry-brandy Luxardo venne ribattezzato con il curioso nome di Sangue Morlacco dal poeta Gabriele D’Annunzio nel 1919 in occasione dell’impresa di Fiume, a causa del suo colore rosso-cupo (per inciso,il nome “Morlacco”deriva da quello di un’orgogliosa popolazione dell’entroterra dalmata).

Colore: rosso cupo

Profumo: intenso e inebriante di marasca.

Gusto: corposo di marasca, molto rotondo al palato. Assai insolito rispetto ai normali cherry-brandy, sia per l’intensità del sapore tipico della ciliegia, qui decisamente esaltato, sia per l’espansione sorprendente del retrogusto, che lo rende impagabile in abbinamento con cioccolato fondente.

Packaging: Bottiglia rotonda personalizzata, capsula nera, etichetta frontale in cui compare l’autografo di D’Annunzio relativo al “battesimo” del Sangue Morlacco. Retroetichetta contente suggerimenti di consumo e diciture di legge.

Utilizzo del Sangue Morlacco:

  • Liscio, a temperatura ambiente o ghiacciato, come after-dinner o come liquore da meditazione;
  • Nel bere miscelato, nei numerosi cocktails internazionali codificati con l’impiego del cherry-brandy come ingrediente: Singapore Sling, Yale, Hollander Pousse Café, Cherry-Brandy Flip, Cherry Cobbler, etc.;
  • Con frutti di bosco (lamponi, mirtilli, ribes, etc.);
  • Abbinamento consigliato: con cioccolato da degustazione.

Per adesioni visitare il sito http://www.luxardo.it/

Via Romana 42 – 35038 Torreglia (Padova)
Tel. 049.99.34.811

Le incursioni dannunziane nel mondo liquoristico

Anche al mondo dei liquori il Vate dedicherà vari motti, tra cui “Purpureo sanguine potior” (Posseggo sangue purpureo), creato per il liquore da lui chiamato Sangue di Morlacco (un semplice sherry): “l’antico ratafià divenne il liquore cupo che alla Mensa di Fiume chiamavo Sangue Morlacco”. Così appariva un avviso pubblicitario per il liquore Sangue di Morlacco. Come ricordato da Giovanni Comisso ne Le mie stagioni (1951) il battesimo avvenne nella saletta di una vecchia trattoria di Fiume, “Il Cervo d’oro”, ma ribattezzata dal solito D’Annunzio “L’Ornitorinco”. Scrive Comisso: “All’Ornitorinco il Sangue Morlacco riceve la sua denominazione. Innocuo Sherry Brandy, discretamente appiccicoso, estremamente discutibile, sotto nessun aspetto il liquore si merita tanto nome; sennonché un giorno un quotidiano britannico rese di pubblica ragione come D’Annunzio fosse “un tiranno barbaro che succhiava il sangue dei Morlacchi”. La trovata ci tenne allegri e il Comandante impose di nuovo il nome al falso Sherry Brandy”.

Molte altre sono le incursioni dannunziane nel mondo liquoristico, delle quali in pochi oggi si ricordano ma che all’epoca furono il baricentro di intere campagne pubblicitarie a lui riconducibili e che facevano lievitare la fama di questi prodotti. Sarà così ad esempio per il liquore abruzzese Aurum: “Ad Amedeo Pomilio che mi donò levis ponderis aurum” (dedica al produttore abruzzese che da allora, era il 1922, chiamerà il suo prodotto appunto Aurum); e ancora a Pomilio invia il seguente telegramma: “La Cerasella è squisitissima. La mia fine d’anno si annega in un ruscello di Cerasella per disperazione di questa mia vita miseranda…”; oppure “La bottiglia di Aurum è andata a ruba”, e in una lettera del 26 maggio 1926 pubblicizzata dalla “Ditta Gazzoni” di Bologna si legge di mano del poeta “Amaro Montenegro: il liquore delle virtudi”.

L’Aurum era una bevanda alcolica con una gradazione di 40°, nato dall’unione fra un distillato di vino brandy e un infuso di agrumi all’arancio, caratterizzato da una perfetta fusione di profumi e sapori, netti e precisi, condensati negli alambicchi della distilleria e poi equilibrati in botti di rovere nella quiete delle cantine. Era un prodotto di nicchia, poco conosciuto al di fuori dell’Abruzzo, ma che rappresentava una delle sue specialità più apprezzate. Viene ancora oggi prodotto a Pescara e la sua nascita risale agli anni Trenta legata appunto al nome di Amedeo Pomilio che, alle doti di imprenditore appassionato, univa un’attività di uomo di cultura. Il nome del liquore venne scelto da Gabriele D’Annunzio ai primi del Novecento, in riferimento alle origini romane attribuite alla ricetta. La parola deriva dal termine latino aurantium  per l’arancio, il frutto dell’oro. L’Aurum può essere bevuto liscio o con ghiaccio fuori pasto, è adatto anche da  miscelare nei cocktails. Quindi grande rispetto a questo liquore che lo stesso D’Annunzio definì “oro di lieve peso” (levis ponderis aurum). Per rafforzare i legami storici con la romanità il liquore venne confezionato in bottiglie particolari, che nella forma arrotondata, e nel colore scuro, ricordavano alcuni contenitori rinvenuti negli scavi archeologici di Pompei. Perfetto l’abbinamento col dolce Parrozzo, di cui parleremo.

Ancora in ambito liquoristico come non ricordare l’italianissima Acquarzente (al posto dell’esterofilo cognac), di cui il poeta scriveva l’11 maggio del ’27 a Lionello Stock, amico di Umberto Saba e produttore del noto cognac italiano Stock (Stock 84): “Mio caro Lionello Stock, dall’Istria vengono a me tutte le cose migliori e tutte le peggiori: le delizie e le angosce, le grazie e gli strazi. […] Questa Acquarzente, che voi mi donate con tanta gentilezza, sembra contenere non so quale amabile colore, non so qual forza e quale aroma, che mi rappresentano in un modo essenziale l’anima dell’Istria. Vis est ardentior intus. Ecco il mio gallo che eccita l’aurora. Excitat auroram. Il vostro, Gabriele D’Annunzio”. La traduzione del motto rivela un emblematico e simbolico La forza è più ardente all’interno.

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Capo Redattore