Caiarossa e le mille sfumature naturali della Val di Cecina
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 28/11/2024
Pochi chilometri separano le colline di Riparbella, in Val di Cecina, dal mare, ma sono sufficienti per entrare in un mondo a sé, fatto di silenzio, profumi di macchia mediterranea e colori che sembrano accesi da una luce speciale. È qui, in questo angolo di Toscana lontano dal turismo di massa, che si trova Caiarossa, cantina nata con l’intento di interpretare il territorio in modo diverso. Non un progetto legato solo al vino, ma un approccio che vuole tenere al centro la natura e la sua energia.
Dalla Francia alla Toscana: il sogno di Eric Albada Jelgersma
Nel 2004, Eric Albada Jelgersma si innamorò di questo territorio toscano, appartato e distante dalle grandi folle turistiche, ma anche molto vicino a Bolgheri. Proveniente dal mondo dei grandi châteaux bordolesi, come Château Giscours nella denominazione Margaux, Eric Albada aveva già scritto pagine importanti nella storia del vino francese. Eppure, fu qui, tra i profumi della macchia mediterranea e la ricchezza di un terroir affacciato sulla costa tirrenica, che decise di dare vita a un nuovo capitolo. Caiarossa, fondata nel 1998 con un’impronta biodinamica, sembrava aspettare qualcuno che ne cogliesse il potenziale.
L’acquisto della cantina non fu solo un’operazione commerciale, ma una vera dichiarazione d’amore. Eric Albada Jelgersma non si limitò a rilevare la proprietà: la trasformò in un laboratorio di creatività e rispetto per la natura. Dopo la sua scomparsa, i figli Dennis, Derk e Valérie continuarono a portare avanti la sua eredità con la stessa dedizione, aggiungendo le loro visioni a un progetto in costante evoluzione.
In nome della terra
Caiarossa non è un nome scelto a caso. Richiama “Gaia”, la divinità della Terra, e il rosso delle sfumature delle colline di Riparbella, un colore che domina il paesaggio e si riflette anche nella cantina stessa. Costruita con materiali naturali e seguendo i principi del Feng Shui, l’edificio è rosso come il cuore pulsante del terreno su cui sorge. Ogni dettaglio, dall’orientamento alla scelta dei materiali, è pensato per integrarsi con l’ambiente circostante e rispettare il ritmo della natura.
Anche il simbolo dell’azienda racconta una storia: il volto di Dioniso, il dio del vino e della vegetazione, ispirato a una statua etrusca trovata nei dintorni di Volterra. È un richiamo alle radici culturali di questa terra, dove la vite e l’uva sono state coltivate per secoli.
Un mosaico di suoli e uve
Caiarossa si estende su 40 ettari vitati, divisi in 59 parcelle che sembrano un mosaico naturale. Ogni terreno ha la sua personalità: argilla, calcare, sabbia, pietre. Un ventaglio di suoli che dialoga con dieci varietà di uve diverse, dal Sangiovese al Merlot, dal Cabernet Franc al Petit Verdot. È un processo che richiede precisione e cura, ma che permette di creare vini che sono una fotografia tridimensionale del territorio.
Tra questi spicca il Caiarossa, un blend che porta il nome dell’azienda e ne racchiude l’essenza. Ma per la cantina toscana non è solo un vino: è una narrazione liquida di ciò che questa terra può offrire, oltre che il racconto dell’evoluzione che ha di anno in anno.
Un territorio “nascosto”
Riparbella e la Val di Cecina sono luoghi che si discostano dall’immaginario della Toscana da cartolina. Qui non ci sono file di turisti in posa davanti al panorama. Ci sono colline silenziose, riserve naturali, corsi d’acqua nascosti e una pace che sembra fatta apposta per ispirare. A pochi chilometri dal mare, i vigneti di Caiarossa godono di un microclima unico, influenzato dalle brezze marine e dalla macchia mediterranea che circonda la zona.
Ed è proprio questa biodiversità che la famiglia Albada Jelgersma ha deciso di proteggere, seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica per coltivare non solo viti, ma anche un rapporto più sano con l’ambiente.
La filosofia produttiva e i vini di Caiarossa
La vinificazione di Caiarossa segue i principi della biodinamica, che si integrano perfettamente con le tecniche biologiche adottate fin dall’inizio. Questo approccio mira a esaltare la vitalità del terreno e la qualità naturale dell’uva, senza l’uso di prodotti chimici. Ogni fase, dalla vendemmia manuale alla fermentazione, è curata nei minimi dettagli per rispettare l’identità di ogni parcella e varietà.
La fermentazione avviene in contenitori di materiali diversi – cemento, acciaio inox e legno – scelti in base al tipo di uva e al carattere desiderato per il vino. L’affinamento, invece, si svolge in barrique e tonneaux di rovere francese, ma anche in anfore di terracotta, un richiamo alla tradizione etrusca che caratterizza il territorio. L’obiettivo è uno solo: creare vini equilibrati, espressivi e capaci di raccontare il terroir di Riparbella.
La gamma di vini prodotti dall’azienda spazia da etichette complesse e strutturate a proposte più fresche e immediate. Ecco una panoramica:
Caiarossa
Il vino icona della cantina è un blend di Sangiovese, Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Petit Verdot. Dopo una fermentazione in cemento e acciaio, il vino affina per circa 14 mesi in barrique e tonneaux, seguiti da ulteriori 12 mesi in bottiglia. È un rosso elegante e intenso, con note di frutti rossi maturi, spezie dolci e un finale lungo e minerale.Pergolaia
Un omaggio al Sangiovese, protagonista assoluto di questo blend in cui si aggiungono piccole percentuali di Merlot e Cabernet Franc. Il risultato è un rosso morbido e fresco, con sentori di ciliegia, prugna e una piacevole acidità che lo rende perfetto per la tavola.Aria di Caiarossa
Questo blend di Merlot, Cabernet Franc, Syrah e altre varietà è pensato per offrire un’esperienza più immediata. Il vino affina in cemento e legno per 12 mesi, regalando una beva piacevole e vivace, con aromi di frutti rossi, erbe mediterranee e spezie.Bianco di Caiarossa
L’unico bianco della cantina, prodotto da Viognier e Chardonnay, è un vino aromatico e complesso. Fermenta in barrique, tonneaux e anfore, acquisendo una struttura cremosa e una grande eleganza, con note di fiori bianchi, agrumi e un tocco di vaniglia.Oro di Caiarossa
Il passito dell’azienda è un’espressione rara e preziosa del territorio. Ottenuto da uve appassite naturalmente, regala un bouquet avvolgente di miele, albicocca secca, agrumi canditi e spezie dolci, con una dolcezza mai stucchevole.
Oltre il vino: un invito a vedere
Uno degli angoli più suggestivi di Caiarossa è segnato da un’installazione: un paio di occhiali in pietra, che sembra invitare chi passa a fermarsi e guardare il mondo attraverso lo sguardo di Eric Albada Jelgersma. È un gesto semplice ma potente, che ricorda come la bellezza sia spesso una questione di prospettiva.
Visitare Caiarossa non è solo un’esperienza enologica, ma un viaggio nella filosofia di una famiglia che ha scelto di fare le cose diversamente. Qui si produce vino con l’ambizione di creare qualcosa che duri, non solo in bottiglia, ma nel rapporto con la terra e le persone che la abitano.
Una nuova generazione di Super Tuscan
In un mondo che celebra spesso la tradizione a scapito dell’innovazione, Caiarossa cerca di essere una sintesi rara: un’azienda giovane che si è affermata con pazienza e visione, portando una nuova prospettiva tra i cosiddetti “Super Tuscan”. Non cerca il lusso appariscente, ma l’autenticità; non insegue le mode, ma un equilibrio che nasce dal rispetto per la natura.
E così, sorseggiando un calice di Caiarossa, si percepisce qualcosa di più di un vino: una storia di territorio, che continua a crescere tra le colline toscane. Perché, in fondo, il vino è questo: un racconto liquido, da condividere e ricordare.
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