Olio extravergine d'oliva: un superfood che molti italiani non conoscono abbastanza - InformaCibo

Olio extravergine d’oliva: un superfood che molti italiani non conoscono abbastanza

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 25/11/2024

L’olio extra vergine d’oliva si conferma prezioso alleato della salute, ma gli italiani ne ignorano i benefici. È questo il paradosso emerso dalla conferenza “Olio d’oliva: quando la scienza è da servire a tavola”, che ha riunito i maggiori esperti del settore nell’aula magna dell’Università degli Studi di Milano. Mentre la ricerca scientifica accumula evidenze sui suoi effetti protettivi, quasi la metà dei consumatori non ne conosce le proprietà benefiche.

Durante l’evento è stato presentato  uno studio promosso dalla Fondazione ETS – Istituto Nutrizionale Carapelli, che rivela i meccanismi genetici responsabili degli effetti salutistici dell’olio extra vergine di oliva, assieme ad una ricerca condotta sui consumatori che dimostra che gli italiani, in particolare i più giovani,  non ne conoscono i benefici e ne consumano quantità insufficienti.

Le nuove frontiere della ricerca

La ricerca multicentrica, condotta dalle Università di Milano, Perugia, Padova e Napoli, ha dimostrato che le diete ricche di olio extra vergine d’oliva con alto contenuto di polifenoli migliorano significativamente il profilo metabolico. “I nostri risultati aprono nuove prospettive nella prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento e all’obesità”, spiega il professor Enzo Nisoli (nella foto in alto) dell’Università degli Studi di Milano, coordinatore dello studio . La ricerca ha evidenziato in particolare gli effetti positivi sul peso corporeo e sul controllo della glicemia, suggerendo un ruolo protettivo contro il diabete di tipo 2.

Un gap da colmare

I dati sulla consapevolezza dei consumatori dipingono però uno scenario preoccupante. Un’indagine condotta su 1.000 italiani rivela che il 46% non conosce i benefici dell’olio extra vergine d’oliva e il 35% ne consuma quantità insufficienti – meno di due cucchiai al giorno contro i tre-quattro raccomandati dagli esperti. Ancora più allarmante la situazione tra i giovani: un under 25 su due non sa cosa siano i polifenoli, le molecole responsabili di gran parte degli effetti benefici.

Tre pilastri per l’informazione

La tavola rotonda, moderata dalla nutrizionista e divulgatrice scientifica Elisabetta Bernardi, ha identificato tre aree chiave per colmare questo divario culturale. “Dobbiamo agire su più fronti”, sottolinea la professoressa Maria Lisa Clodoveo dell’Università di Bari, “a partire dalle etichette, che l’80% dei consumatori legge ma spesso non comprende”. L’unico claim salutistico attualmente autorizzato – “I polifenoli dell’olio di oliva contribuiscono alla protezione dei lipidi ematici dallo stress ossidativo” – risulta oscuro per oltre un terzo degli italiani.

Il secondo pilastro è l’educazione alimentare nelle scuole. “La salute richiede un’azione coordinata tra istituzioni, università, consumatori e industria”, afferma il Dr. Roberto Copparoni del Ministero della Salute. “L’educazione alimentare è lo strumento più potente per sensibilizzare i giovani sui rischi di cattive abitudini alimentari”.

Infine, il ruolo cruciale dei medici di famiglia. “Il medico di base deve diventare un educatore sistematico sui benefici dell’olio d’oliva”, sostiene il Dr. Claudio Cricelli della Società Italiana di Medicina Generale. “È necessario fornire ai medici strumenti aggiornati basati sulle più recenti evidenze scientifiche”.

Un patrimonio da proteggere

L’importanza strategica di questa missione educativa è stata sottolineata dall’intervento dell’On. Letizia Moratti: “È fondamentale che i cittadini europei siano pienamente consapevoli dei benefici straordinari dell’olio extra vergine d’oliva, un’eccellenza che va oltre la nostra cultura mediterranea per diventare un pilastro della salute pubblica”.

Per supportare questo processo di divulgazione, il Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli ha realizzato un compendio che raccoglie tutte le più recenti evidenze scientifiche. Il documento, presentato dal Prof. Francesco Visioli dell’Università di Padova, sarà distribuito a medici, nutrizionisti e istituzioni scolastiche. E voi potete scaricarlo qui Compendio_BeneficiEVO

Dal laboratorio alla tavola

“L’alimentazione è cultura e la cultura è prevenzione”, sintetizza il Prof. Michele Carruba, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Nutrizionale Carapelli. “Non stiamo parlando di un farmaco, ma di un alimento che, assunto quotidianamente nella giusta quantità, può influenzare positivamente lo sviluppo, la prevenzione e persino la terapia di molte malattie non trasmissibili, dall’obesità alle patologie cardiovascolari, dal diabete di tipo 2 ad alcuni tumori”.

La sfida ora è tradurre il patrimonio di conoscenze scientifiche in pratiche alimentari consapevoli, specialmente tra le nuove generazioni. Un obiettivo ambizioso che richiede il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera della salute, dalla ricerca alla divulgazione, dall’educazione alla pratica medica quotidiana.

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