Gombitelli, l'isola linguistica "indipendente" della Versilia - InformaCibo

Gombitelli, l’isola linguistica “indipendente” della Versilia

Alla scoperta di questa frazione di Camaiore, in Toscana, dove si è sviluppata l'arte norcina e un dialetto tutto locale diverso dal resto della regione

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 29/07/2022

Il borgo di Gombitelli è una pittoresca frazione di Camaiore, in provincia di Lucca, storicamente legato alla tradizione norcina. Si trova sul crinale del Monte Calvario, a circa 400 metri di altitudine sulle colline che dividono la Valle della Freddana e la Valle della Pedogna.

Il borgo è famoso per l’arte norcina e per aver sviluppato nel tempo una lingua “tutta locale”.

Gombitelli è  borgo dalle antiche origini. Si trova citato già nel 984 tra i beni del Vescovado di San Martino. Dopo anni di fortune alterne, nel 1494 con la discesa di Carlo V a Gombitelli (il cui nome era Gombetea) arrivarono anche alcuni fabbri tedeschi, al seguito dell’imperatore e qui si stabilirono.

Fu così che iniziò una fiorente produzione di chiodi (detti “gavorchi” nel dialetto lucchese) usati in carpenteria. Un chiodo di grande presa ma rozzo a vedersi, con la testa quadra e presto utilizzato per fissare travi per pavimenti e navi. Nacque una vera e propria industria tanto che provenivano da qui i chiodi degli scarponi dei soldati nella Grande Guerra del 15-18.

La “lingua” di Gombitelli

Questo unirsi di razze e idiomi diversi portò Gombitelli ad avere una lingua propria. Infatti è stata per lungo tempo un’isola linguistica, una lingua con una matrice gallo-italica che suonava così: “E a son, ti te sè, lu l’é, no a sem, vu si’, lor a i è” nel presente indicativo del verbo essere.

Ancora prima della seconda Guerra Mondiale, nonostante la sempre maggiore influenza della lingua italiana, a Gombitelli si usavano parole come: chiuccare per dormire, catre per cancello, chicca per castagna.

Prodotti tipici

coppa salumi gombitelli
La coppa a lunga stagionatura

In questo contesto, di pari passo, si è sviluppato anche l’allevamento dei maiali. Emiliani e tedeschi ne erano grandi consumatori e il territorio di Gombitelli si prestava all’allevamento dei suini ma non a quello dei bovini. I salumi sono quindi il prodotto tipico locale e sono di altissima qualità

L’aria sottile dei boschi e il vento che arriva dal mare (ad appena 12 chilometri in linea d’aria), permette ancora oggi una stagionatura perfetta, che regala sentori tipici.

A Gombitelli, anche quando le vie di comunicazione non erano facili come oggi, si venivano a prendere i salumi buoni, quelli affumicati insieme alle castagne nei metati (i seccatoi sparsi per i boschi), quelli dalla lunga stagionatura che rende il grasso morbido e profumato.

È qui che da generazioni è nato ed è cresciuto il Salumificio Gombitelli della famiglia Triglia, che oggi spedisce in tutto il mondo.

Ogni salume ha un nome e una storia particolare. Qui si produce anche la soppressata(diversa dalla soppressa veneta e dall’omonima lucana) e la mortadella, totalmente diversa dalla più famosa “Bologna” e più simile a una salsiccia.

La famiglia Triglia è famosa da sempre anche per la produzione di Lardo Rosa e Prosciutto Penitente, due  prodotti che rendono il salumificio ogni giorno di più famoso a livello nazionale.

Il prosciutto Penitente

La storia di questo prosciutto dal nome così strano affonda le sue radici nella tradizione alimentare della montagna. Infatti secondo alcuni documenti del 1797, dopo la macellazione dei suini, i prosciutti  meno pregiati, non venivano venduti ma messi a stagionare nei “metati”.

I metati erano delle costruzioni rustiche di legno o pietra che venivano costruite vicino a dove si raccoglievano le castagne. Servivano l’essicazione sui graticci, per produrre farina (qui si usava anche per fare il pane).

Ecco che così  il prosciutto “faceva penitenza”. Manteneva quel suo sapore dolce, dovuto a una stagionatura non riuscita bene,  e allo stesso tempo acquistava i profumi e gli aromi delle castagne. Un sapore molto particolare.

Il Penitente in origine era consumato solo dai contadini e dagli abitanti locali, visto che era anche più economico. I Triglia hanno recuperato questo metodo di lavorazione creando un prodotto con una dolcezza inusuale per un “toscano”.

 

Cosa vedere a Gombitelli

credits photo: Salumificio Gombitelli

Gombitelli è un paesino incastonato tra i boschi in collina. Si trova su un crinale del Monte Calvaria, a 492 metri di altezza e conta poche centinaia di abitanti. Monumento simbolo della storia del borgo è sicuramente il castello che appartenne ai Nobili di Montemagno. Oggi ne rimangono i ruderi delle abitazioni e due torri.

Altro monumento storico è la chiesa di San Michele, costruita nel XII secolo e ricordata nel 1260 come Ecclesia S.Michaelis de Gomitelli. La costruzione della chiesa attuale fu iniziata nel 1614 e la chiesa fu ampliata nel 1856. Oggi solo in alcuni tratti il campanile conserva la struttura originaria medievale.

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L'Autore

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