Emilia Romagna, il ruolo dei mercati per la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp
La prima iniziativa è organizzata dal Caab. Focus sui prodotti nei mercati all'ingrosso e sul primato dell'Emilia Romagna per impatto economico
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 10/12/2020
L’Emilia Romagna si conferma al top dell’agroalimentare italiano di qualità.
La regione vanta 44 eccellenze tra Dop e Igp e tre province sul podio per impatto economico di questi prodotti.
A guidare la classifica italiana è Parma, seguita a ruota da Modena e Reggio Emilia.
Proprio alla valorizzazione dei prodotti tipici da parte dei mercati all’ingrosso è dedicato l’evento di Bologna Award in programma, su piattaforma digitale, giovedì 10 dicembre alle ore 11, organizzato dal Caab – Centro agroalimentare di Bologna e di Fondazione Fico in sinergia con la Regione Emilia Romagna.
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Il ruolo dei mercati per la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp
Dal titolo “Il ruolo dei mercati per la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp“, il webinar sarà introdotto dal presidente Caab Andrea Segrè e il direttore generale Alessandro Bonfiglioli. Seguiranno gli interventi di Duccio Caccioni, vicedirettore di mercato e direttore marketing del Caab; Claudio Scalise, direttore di Sg marketing e di Alberto Ventura, funzionario dell’assessorato Agricoltura Regione Emilia Romagna.
Seguiranno poi le testimonianze dei Consorzi ortofrutticoli Dop e Igp della regione con interventi di Alessandra Ravaioli, consulente marketing strategico Cso Centro servizi ortofrutticoli; Francesca Nadalini, responsabile commerciale Op Sermide Ortofruit e titolare Nadalini società agricola e Patrizia Manghi, responsabile Sal Frutta Srl.
Mercati e prodotti
L’utilizzo dei mercati all’ingrosso nella valorizzazione dei prodotti tipici appare fondamentale per sviluppare armonicamente il settore Dop/Igp. Si calcola che nel sistema dei mercati della Regione Emilia Romagna, i prodotti ortofrutticoli marchiati con Dop, Igp e Stg ammontino a circa 25 milioni di kg per un controvalore all’ingrosso di circa 42 milioni di euro.
A questi prodotti vanno poi aggiunti prodotti tipici di eccellenza con connotazione tipicamente territoriale, prodotti in genere da piccoli agricoltori, che senza la possibilità di accedere ai mercati andrebbero incontro all’estinzione con un notevole danno non solo economico ma anche per il patrimonio gastronomico e per la biodiversità. La valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli certificati e soprattutto di quelli “minori” nei mercati all’ingrosso svolge quindi un prezioso ruolo di supporto per migliaia di piccole aziende produttrici, ed è base di rifornimento per i piccoli distributori di eccellenza come i mercati di piazza.
Dal suo scrigno gastronomico Dop, l’Emilia Romagna può estrarre – oltre a prodotti celeberrimi come il Grana padano, il Parmigiano reggiano, il Prosciutto di Parma e l’aceto balsamico di Modena – anche l’olio extra vergine d’oliva di Brisighella e delle colline di Romagna, l’aglio di Voghiera, la patata di Bologna e tra le 25 Igp oltre alla rinomatissima mortadella di Bologna anche – fra gli altri – l’anguria Reggiana, i cappellacci di zucca ferraresi, l’asparago verde di Altedo, lo scalogno di Romagna, il fungo di Borgotaro, il marrone di Castel del Rio, le pere dell’Emilia Romagna, pesca e nettarina di Romagna, la ciliegia di Vignola.
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