Vitigni piemontesi storici: il rilancio del Cortese tra eventi diffusi e turismo
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 01/12/2020
Dopo il Dolcetto, tocca al Cortese: è questo vitigno storico piemontese a essere protagonista della campagna di promozione programmata da Regione Piemonte, i tre Consorzi di Tutela, le Enoteche regionali e le Botteghe del vino.
Iniziata già quest’anno con il claim “2020 anno del Cortese”, proseguirà anche nel 2021 con un programma di valorizzazione promosso da VisitPiemonte (società in house della Regione partecipata da Unioncamere che lavora per la valorizzazione turistica e agroalimentare del territorio) attraverso la diffusione del calendario di eventi in programma sui propri canali web e social, con la realizzazione di un video dedicato al vitigno e la creazione di un’apposita pagina web.
Cortese, il vino del Piemonte
Oltre 13 milioni di bottiglie prodotte nel 2019, l’85% delle quali esportate all’estero, 3mila ettari coltivati, una Docg e quattro Doc: questa è la carta d’identità del Cortese, vitigno autoctono del Piemonte la cui tradizione risale addirittura al XVII secolo.
Le sue caratteristiche principali sono alta concentrazione zuccherina, elevata acidità e bassa alcolicità, insieme al colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, all’odore delicato e al sapore fresco e secco.
Coltivato sulle colline a sud di Alessandria, da Ovada fino ai Colli Tortonesi, in provincia di Asti e di Cuneo, in bassa Valle Brembo, il Cortese è una delle tipologie di vino previste dalla denominazione Piemonte Doc. Conosciuto anche con i termini dialettali di Corteis, Courteis e Courteisa, il vitigno Cortese predilige i terreni ricchi di sedimenti argillosi che esaltano le note fruttate dell’uva.
Ma tra le espressioni del vitigno spicca anche la versione “Marengo”, di nuova introduzione nel disciplinare Piemonte DOC Cortese: vini spumanti o frizzanti ottenuti con uve Cortese coltivate nel territorio della celebre battaglia di Marengo; un’ampia area che si estende nel sud del Piemonte tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo, dove il 14 giugno 1800 le truppe francesi di Napoleone Bonaparte si scontrarono con quelle austriache.
La prima documentazione storica sul Cortese compare nel 1614 nell’inventario della cantina del castello di Casale Monferrato: oggi sappiamo che il Cortese era il vino di corte della nobiltà genovese, cosa che ne incentivò la coltura specializzata, favorita anche dalla vicinanza con il Mar Ligure.
Ampiamente coltivato in Piemonte fino a tutto l’800, il Cortese ha vissuto un periodo di oblio dovuto agli effetti distruttivi della fillossera, per poi conoscere una nuova valorizzazione a partire dagli anni’50 del ‘900 grazie anche all’opera dello scrittore, giornalista e regista Mario Soldati, che così scriveva:
Un verde, rilassante, dolcissimo crocevia: ecco come vivo io le colline del Gavi…E i suoli: talvolta bianchi, talvolta rossi, in un composito mosaico di complessità trasferita da mani sapienti nei bicchieri di chi, curioso, voglia conoscere il vero protagonista di tutto questo: il Cortese.
Gli eventi tra vino e turismo
La Regione, conferma Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura e Cibo di Regione Piemonte, “prosegue le iniziative a favore dei vitigni autoctoni e dedica il 2020 e 2021 al rilancio del Cortese, un prodotto poco valorizzato rispetto ad altri vini bianchi piemontesi che si sono affermati sul mercato nazionale ed estero”.
Attraverso il sostegno dell’Assessorato regionale all’agricoltura, i consorzi di tutela, le enoteche regionali e le botteghe del vino, insieme a VisitPiemonte, hanno realizzato un programma di iniziative diffuse a livello regionale e nazionale, per un’azione significativa di promozione sia del vino che del territorio.
Del resto, il Piemonte vanta 59 Doc e Docg, 340 Prodotti agroailimentari tradizionali (Pat), 46 chef stellati e un patrimonio importante di materie prime e realtà ristorative.
“I vini piemontesi sono veri e propri ambasciatori del territorio e, insieme agli altri prodotti agroalimentari e alla gastronomia, occupano un posto di primaria importanza nella valorizzazione turistica della nostra regione – aggiunge Luisa Piazza, direttore generale di VisitPiemonte -. Non a caso il Piemonte, e il territorio delle Langhe Monferrato Roero, è stato individuato come caso studio italiano del progetto europeo SPOT, a cui VisitPiemonte sta lavorando insieme all’Università di Verona: una ricerca che analizza destinazioni europee vocate al turismo che unisce cultura, ruralità ed enogastronomia, per mettere in rete metodi e strumenti di promozione”.
Secondo i dati del Rapporto sul Turismo del Vino in Italia, l’anno scorso il nostro Paese ha registrato una crescita del 7% di visitatori (da 14 a 15 milioni) e del 6% di giro d’affari (da 2,5 a 2,65 miliardi di euro). Una cornice in cui il Piemonte si colloca, per attrattività, al secondo posto per un target di visitatore che spende da 85 a 160 euro al giorno. E, in un contesto di ripartenza come quello attuale, anche l’iniziativa 2020 Anno del Cortese rappresenta occasione per dare visibilità al territorio piemontese, alle sue tipicità, e alle storie imprenditoriali locali.
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