Il 2020 in casa Berlucchi: "Momento terribile ma pensiamo positivo" - InformaCibo

Il 2020 in casa Berlucchi: “Momento terribile ma pensiamo positivo”

di Emanuele Scarci

Ultima Modifica: 18/11/2020

Il virus minaccia i brindisi di Natale e Capodanno, con ricadute pesanti per i produttori italiani, in primis di Franciacorta e Metodo classico.
Il lockdown della scorsa primavera aveva provocato un blocco delle vendite nell’Horeca (hotel, ristoranti ed enoteche) e un rallentamento nella grande distribuzione complessivamente stimabile nel 20% sull’anno prima.

Con la seconda ondata i danni potrebbero essere più pesanti: sono a rischio una settantina di milioni di bottiglie di spumante che abitualmente si consumano durante le festività di Natale per un valore di qualche centinaio di milioni.

“E un momento terribile per il mercato del vino, soprattutto per quelli offerti nella ristorazione – premette Arturo Ziliani, amministratore delegato e comproprietario della franciacortina Guido Berlucchi -. Dopo il primo lockdown, nei mesi estivi, abbiamo recuperato tanto terreno perduto, lavorando più del normale. Nonostante tutto però rimango ottimista”.

Famiglia Berlucchi

La Guido Berlucchi è l’azienda che ha “inventato” gli spumanti della Franciacorta. Nel 1961 l’enologo Franco Ziliani produsse 3 mila bottiglie di Pinot di Franciacorta, il primo metodo classico della Franciacorta, ma il  Consorzio è arrivato solo nel 1990.


Nel 2019 le vendite consolidate della Guido Berlucchi sono cresciute del 3% a 43 milioni, con un +2,9% in Italia e +4,6% all’estero. L’utile è stato di 5,2 milioni. Le bottiglie prodotte hanno superato la soglia di 4 milioni.

Il lockdown attuale nelle regioni italiane rosse e arancione potrebbe sgonfiare il consumo di bollicine, come nel primo lockdown?

Il pericolo è concreto anche se oggi, contrariamente al primo lockdown, si continua a lavorare quasi normalmente e quindi, alla sera, i consumatori passano dal supermercato ad acquistare la bottiglia di vino. Inoltre, nonostante il clima cupo, gli italiani a Natale non rinunceranno al brindisi. Non dico che ci sia ottimismo ma la consapevolezza che la pandemia verrà risolta nel 2021. I nostri interlocutori della grande distribuzione non prevedono catastrofi. Ma fino al 31 dicembre non possiamo dire nulla né fare previsioni considerata la situazione di estrema incertezza.

Insisto: quanto vi preoccupa il rischio Natale?

Molto dipende dalla durata di questa situazione che, secondo me, penalizza tantissimo i giovani. Per quanto riguarda la nostra azienda abbiamo la fortuna di veicolare il 65% delle vendite nel canale della grande distribuzione e, di questo, la metà lo realizziamo nell’ultimo bimestre dell’anno. Questo non compensa totalmente il calo di ristorazione e locali pubblici, ma tutto sommato siamo tranquilli.

Quindi replicare i 43 milioni di ricavi del 2019 non sarà possibile?

Non credo, ma confido di arrivarci vicino. Inoltre ripongo fiducia nel mercato estero: per il momento, va abbastanza bene, abbiamo un segno leggermente positivo anche se genera “solo” 2 milioni di ricavi.

A proposito, l’estero…

E’ già un paio di anni che abbiamo preso un abbrivio interessante. Anche su prodotti dal posizionamento di prezzo alto. Il discorso vale per l’Italia: stiamo accelerando sui prodotti di maggior valore, anche se i volumi rimangono invariati o leggermente in calo. Direi che se fosse possibile chiudere il bilancio con i valori di oggi lo sottoscriverei: siamo quasi in pari a fatturato anche se con volumi appena inferiori.

Quali sono i prodotti a maggior valore di Berlucchi?

I Millesimati, i Nature – con il nuovo trittico Brut Nature, Nature Rosé e Nature Blanc de Blancs – che si sta consolidando, e Palazzo Lana, vertice assoluto della produzione di Franciacorta, con affinamento sui lieviti che arriva anche a 120 mesi.

Berlucchi controlla la toscana Caccia al Piano e la franciacortina Antica Fratta, entrambe dedicate all’Horeca. Cosa dicono?

Sì, Caccia al Piano è sul’Horeca e, come tale, è più colpita dalla stasi della ristorazione. E’ in negativo per qualche punto percentuale ma niente di drammatico, siamo tranquilli. Caccia al Piano vende 140 mila bottiglie e con il Bolgheri rosso doc che si ritaglia 100 mila bottiglie e un buon posizionamento di prezzo. Poi sopra, c’è il Bolgheri Superiore e il Levia Gravia che, pian piano, ha aumentato i volumi. Infine, abbiamo allargato la gamma con 3 prodotti Igt Toscana: un Rosso, un Vermentino (che avuto un bel successo con l’annata 2017) e poi stiamo facendo delle prove per un Rosato Igt Toscana, a base di Syrah e di Merlot, che a me piace tantissimo. Quindi dopo questi 5 prodotti, in passato erano solo due, ci sarà una novità, probabilmente in primavera. Dobbiamo assaggiare il vino e capire bene.

E Antica Fratta?

Antica Fratta ha una sua caratterizzazione e una tendenza commerciale: è dedicata all’Horeca e all’estero, quindi perderà qualcosa in più di Berlucchi. Fratta fa circa 300 mila bottiglie di solo Franciacorta.

E il Curtefranca bianco e rosso?

Il bianco e il rosso fermi della Franciacorta non li produciamo più.

Di queste 3 tenute a quale si sente più legato?

Questa della Berlucchi in Franciacorta, dove vivo da tanto tempo. Mi diverto e la vivo nel quotidiano: anche in pausa pranzo, cambio le scarpe, e vado a controllare i vigneti. Vivo il territorio, la natura, le colline qui intorno.   

Nel 2017 avete realizzato l’operazione di reverse merger tra società controllante e Berlucchi: questo tipo di operazione era fiscalmente più conveniente?

Non è questo il motivo. Nostro padre ha messo in vendita la quota di controllo di Berlucchi e noi ci siamo offerti di acquistarla. Ma non avendo tutti i soldi abbiamo chiesto un finanziamento, ci hanno dato fiducia e abbiamo realizzato questa operazione.

Da allora avete ridotto annualmente il debito, lo farete anche quest’anno con il covid?

Non ci sono dubbi, sono più che certo. Continuerà anche nel 2020 e lo porteremo sui livelli fisiologici anno per anno. Ricordo che il rientro dal debito lo abbiamo portato avanti malgrado la gelata in Franciacorta dell’aprile 2017 con la quasi assenza di uva. E ora è arrivato il covid.

Condividi L'Articolo

L'Autore

giornalista