Il premier Giuseppe Conte scrive alla Federcuochi che rappresenta 20.000 chef e cuochi italiani - InformaCibo

Il premier Giuseppe Conte scrive alla Federcuochi che rappresenta 20.000 chef e cuochi italiani

Alfonso Pecoraro Scanio: "Bene messaggio di Conte a cuochi italiani. Ristoranti vanno aiutati. Sono ambasciatori della cucina italiana". Soddisfatto il presidente della Fic, Rocco Pozzulo: “ma ora ci aspettiamo aiuti concreti”

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 11/11/2020

Dopo il confronto via web tra il premier Giuseppe Conte e lo chef  tristellato Michelin, Massimo Bottura durante Cibo a Regola d’Arte, il Food festival del Corriere della Sera ora il presidente del Consiglio Conte risponde ad una lettera del Presidente della Federazione Italiana Cuochi – FIC, Rocco Pozzullo, che invitava il governo a sostenere le proposte di rilancio di un settore fondamentale per l’economia italiana come quello della ristorazione italiana, insieme, ha scritto Pozzullo “alle filiere agroalimentare e turistico-alberghiera, che registrano oggi una nuova profondissima crisi nei settori dell’accoglienza e della ristorazione a causa della seconda ondata da Coronavirus”. La risposta del premier Conte non si è fatta attendere.

Il premier Conte promette il suo impegno in questo momento di crisi e riconosce il ruolo cruciale della ristorazione italiana

Soddisfatto il presidente di Federcuochi, Rocco Pozzulo: “ma ora ci aspettiamo aiuti concreti

Siamo grati al Presidente del Consiglio per la disponibilità mostrata – ha dichiarato il presidente della Fic, Rocco Pozzulo – ma ora ci aspettiamo che dia seguito alle parole con aiuti concreti e non generalizzati che tengano conto dei sacrifici fatti finora e della drammatica situazione economica in cui versano tante piccole e medie attività, ulteriormente aggravata dal secondo lockdown e oggi al tracollo. Il nostro settore –ha detto tra l’altro il presidente della Fic- rappresenta una fetta considerevole della quota lavoro e dell’economia del nostro Paese, non può essere trattato come la ruota di scorta di un sistema che privilegia i grandi gruppi di interesse a scapito delle piccole imprese e delle numerosissime partite Iva”. 

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, in un video diffuso sui social network: “aiutare un settore che è uno dei più rappresentativi elementi della qualità italiana, legato anche alla credibilità del comparto turistico”

Le parole di Alfonso Pecoraro Scanio

Sono particolarmente soddisfatto della risposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Presidente della Federazione Italiana Cuochi – FIC, Rocco Pozzullo, in cui il Premier si dichiara pronto a condividere le proposte avanzate per un rilancio del settore. I cuochi, gli operatori della ristorazione e i ristoranti vivono oggi una difficoltà enorme. Su sollecitazione della Federcuochi, ho dunque fatto presente al Premier Conte le loro richieste affinché ci sia un’attenzione particolare verso questo settore che vive una drammatica situazione. Un settore che è uno dei più rappresentativi elementi della qualità italiana, legato anche alla credibilità del comparto turistico“. Lo dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde.

Avere dal Premier una risposta così puntuale e specifica, in un momento talmente delicato, avendo la sensibilità di riconoscere ai cuochi italiani il ruolo di ambasciatori della qualità agroalimentare italiana, è senza dubbio un messaggio positivo – aggiunge l’ex Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente – Confido che nei vari DPCM si punti, non solo al ristoro economico, ma anche ad alleggerire il carico fiscale sulle varie realtà della ristorazione. Il rischio è di danneggiare un comparto che oggi sta soffrendo ma che domani sarà fondamentale per una vera ripresa del nostro Paese“.

IL TESTO DELLE LETTERE

Alla C.A. del Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte Roma

Gent.mo Presidente del Consiglio dei Ministri, 

la Federazione Italiana Cuochi, a fianco di UniVerde, Coldiretti ed altre realtà associative del paese, ha sostenuto campagne quali #iomangioitaliano, #noFakeFood e, più recentemente, #ioviaggioitaliano, incoraggiando azioni in questo momento doverose a sostegno delle filiere agroalimentare e turistico-alberghiera, che registrano oggi una nuova profondissima crisi nei settori dell’accoglienza e della ristorazione a casa della seconda ondata da Coronavirus.

Le chiusure anticipate di ristoranti, pub, bar e pizzerie, con le ultime disposizioni restrittive (DPCM del 26 ottobre) hanno limitato drasticamente i servizi di ogni attività ristorativa compromettendo situazioni già estremamente delicate, in primis per la ristorazione fuori casa ma anche per un comparto enogastronomico che guarda ad essa come canale di sbocco privilegiato. Per questo crediamo che proprio la ristorazione debba essere protagonista in futuro di politiche di filiera nazionali o comunitarie, al pari dell’agricoltura.

Malgrado la gravissima situazione determinata dal virus, che nessuno deve disconoscere, dobbiamo constatare d’esserci nuovamente trovati a commentare il rincorrersi di decreti, misure e linee guida che – fuor di retorica – in meno di 10 giorni hanno peggiorato lo stato d’incertezza d’ogni operatore, riportandoci ai mesi di febbraio/marzo scorso quando il virus ancora non era conosciuto. Come associazione professionale di categoria non riusciamo oggi a pronunciare per le nostre imprese e i nostri lavoratori, una parola che valga il tempo utile a programmare la propria attività o la propria vita.

Oggi l’approccio con misure temporanee o transitorie sembra non esser più efficace. Anche il rapido e concreto sostegno che il “DL ristoro” promette, non è commisurato alle perdite subite dal nostro settore e le garanzie assistenziali temporanee non serviranno a rinsaldare la fiducia di imprenditori e lavoratori consapevoli che l’uscita dal tunnel è ancora lontana, mentre i danni già subiti sono fin troppo presenti e strutturali. Anche in nome e per conto di tante filiere ed attività connesse alla cucina professionale, i cuochi italiani chiedono al governo e alla politica che:

  • Le misure previste dal nuovo DL Ristoro: bonus, ammortizzatori, contributi e agevolazioni sulle imposte, riguardino organicamente l’intero settore, tutte le tipologie d’azienda e categorie professionali attinenti, non soltanto alcuni codici d’attività Ateco piuttosto che altri;

  • Una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e apertura delle attività ristorative, tenendo conto che le raccomandazioni all’impiego dello smart working diminuiranno drasticamente per loro la clientela d’uffici e strutture pubbliche dei centri cittadini;

  • Favorire la creazione di piattaforme e canali alternativi di collegamento fra produttori, trasformatori e consumatori, avendo la pandemia ha provocato disfunzioni, oltre che sul piano produttivo, anche nella rete distributiva e logistica dell’agroalimentare, penalizzando soprattutto l’accesso alla ristorazione, ad esempio, delle piccole produzioni tipiche regionali, biologiche o a Km 0;

  • Ribadire attraverso campagne d’informazione i requisiti di sicurezza della ristorazione nazionale e dei prodotti alimentari italiani, contrastando la disinformazione che in ambito comunitario li ha spesso penalizzati;

  • Venga istituito un confronto non episodico tra governo, parti sociali e sindacati, imprese e associazioni di categoria; un tavolo permanente per immaginare il futuro tangibile d’imprenditori e lavoratori del settore;

  • Vengano infine varate misure permanenti sul versante economico e fiscale, attraverso una vera e propria riforma, la sola che possa oggi restituire alle aziende dell’enogastronomia nazionale, e non solo ad esse, la necessaria fiducia per affrontare un momento fra i più incerti e bui della nostra storia.

Distinti saluti  Rocco Cristiano Pozzulo

30/10/2020  Presidente FIC

 

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