La Bontà ha radici profonde, la storia di una piccola realtà vitivinicola, Ruaro
Luciano Salce racconta: “ricordo bene che i biancorossi vicentini nella stagione 1996/1997 vinsero la Coppa Italia” e da quei ricordi si dipana la storia dei vini Ruaro
di Collaboratori
Ultima Modifica: 02/06/2020
Non è certo una novità che ogni qualvolta io mi accinga a scrivere di qualche prodotto inserisca nel testo qualcosa di strettamente personale. Può piacere o non essere gradito ma è il mio stile e mi garba molto. Lo sottolineo perché oggi vorrei parlarvi di una piccola realtà vitivinicola ubicata in Provincia di Vicenza ed essendo io figlio di un vicentino non potrei neanche volendo non ricordare un aneddoto di vita privata.
Mio papà non è mai stato un seguace del pallone, del gioco del calcio, lo ha sempre visto con intelligente distacco, ma almeno una volta lo seguì con più interesse. Ricordo bene infatti che i biancorossi vicentini nella stagione 1996/1997 vinsero la Coppa Italia. Erano gli anni di Francesco Gudolin in panchina e il trofeo venne conquistato in finale con il Napoli.
A pochi giorni di distanza da quel 29 maggio 1997, il giorno della vittoria, mi recai a Vicenza per motivi di lavoro e ricordo che acquistai per mio Papà una sciarpa della squadra della sua città. Sorrise molto quando gliela portai. Un ricordo caro che conservo simpaticamente nel cuore e che oggi riaffiora nel degustare i vini proprio di quella terra.
Vi scrivo infatti di una piccola realtà produttiva nata dalla passione di una famiglia per la campagna veneta, la terra, la vite e per la loro volontà di produrre vini di alta qualità. Pochi ettari di vigneto, circa 6, posizionati sui Comuni di Marano Vicentino e Montecchio Maggiore.
Grappoli buoni, sani e maturi ottenuti con il lavoro vero seguendo il sistema di potatura a Guyot, con un deciso diradamento e trattando le uve con spremiture soffici mediante moderne attrezzature. Gli affinamenti dei vini della cantina vengono effettuati in acciaio e in legno e dal 2016 sono tutti certificati Bio.
Sto raccontando, sia pure in poche righe, la bellissima avventura della Vitivinicola Ruaro, attiva dagli inizi degli anni 2000. Nei vigneti dei due Comuni vengono coltivati differenti vitigni; a Montecchio Maggiore dove il terreno è argilloso e pesante troviamo le uve a bacca rossa, cabernet sauvignon e merlot. A Marano invece la terra è differente con soli 40 centimetri di suolo fertile posizionato su di uno spesso strato di ghiaia; qui le uve a bacca bianca vengono predilette in particolare chardonnay e pinot grigio.
I vini biologici devono essere prodotti da uve esclusivamente biologiche coltivate nel rispetto delle normative BIO, e nella vinificazione l’impiego di solfiti è ridotto al minimo. La loro longevità è data dalla naturale composizione. Ottimo è poi il loro equilibrio.
Tra i piacevoli vini prodotti vi segnalo un vivace Chardonnay denominato Incalmà, ottima la sua miscela di acidità e aromaticità: delizioso come aperitivo con le sue note di frutta fresca a tropicale. Per rimanere sui bianchi un Pinot Grigio, chiamato Faliva, decisamente saporito e aromatico, fresco e morbido, capace di lasciare il palato pregno di sfumature floreali.
Due rossi mi hanno ingentilito la bocca per la loro eleganza. Il primo si chiama Raise ed esprime molto bene la sua natura di vino biologico. E’ un Merlot dal bel colore rosso rubino, morbido e armonico e con profumi intensi che evocano subito il pregiato vitigno seducendo e persistendo. C’è poi un blend prodotto con il 30% di uve merlot e il 70% di cabernet sauvignon, lo hanno battezzato Giaron e il suo essere vellutato e speziato lo pone come il capolista della produzione della casa. I suoi dolci profumi di frutti rossi abbracciano le note speziate. Due vini che ben si sposano con le carni rosse, la selvaggina e i formaggi stagionati.
C’è poi una chicca rappresentata da uno Spumante Brut ottenuto da uve chardonnay provenienti da viti cresciute sul terreno ghiaioso. Ha un delizioso perlage molto fine e un aroma decisamente elegante. Le bollicine e i sentori di frutta impreziosiscono la sua delicata freschezza.
La passione, la voglia di produrre qualità, la scelta ponderata del biologico, la famiglia, la vite e il vino. In un momento storico particolare in cui per molti c’è stata una profonda riflessione sulla vita di tutti i giorni, avere dei capisaldi, dei principi e dei valori significa essere consapevoli che le scelte giuste vanno difese e valorizzate.
La bontà ha radici profonde, dicono in casa Ruaro, è hanno ragione, i loro vini sono piacevoli e io in questa specifica occasione, oltre e godermeli, ho potuto ripensare ad un anfratto della mia vita, a mio Papà e alla sua bella Vicenza.
A cura di Fabrizio Salce
Per saperne di più: Azienda Agricola Ruaro Gianni – Via Trieste n°30 Marano Vicentino (VI)
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