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Ora anche il turismo dell’olio ha la sua legge

L'”oleoturismo” ha la stessa valenza del turismo del vino. In vigore da oggi 1 gennaio 2020

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 02/01/2020

L’ulivo e l’olio hanno un ruolo fondamentale nell’economia di un territorio e da oggi, 1 gennaio 2020, arriva una importante novità in questo settore.

Il turismo dell’olio ha infatti la sua legge. Nei fatti è stato approvato un emendamento con la legge di bilancio 2020 che ha istituito e riconosciuto l’”oleoturismo”.

Il turismo dell’Olio ha la stessa valenza del turismo del vino

La legge per il comparto dell’olio ha seguito lo stesso iter della nascita, due anni fa il 27 dicembre 2017 n. 205, della legge sull’enoturismo.

L’emendamento, al quale ha lavorato a lungo il senatore pugliese Dario Stefàno,  punta a rafforzare il settore del turismo enogastronomico, ormai considerato asset strategico per la promozione del Made in Italy e dei territori attraverso la valorizzazione di uno dei prodotti più identitari del patrimonio agroalimentare italiano.

Nell’emedamento ci sono tre commi che normano per la prima volta l’oleoturismo, termine con cui si indicano, come recita il 5-octies “tutte le attività di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione”.

La dichiarazione del senatore Dario Stefàno

Era un impegno preso con i produttori italiani – commenta Stefàno – al momento della istituzione della legge sull’enoturismo, ed era pertanto un obiettivo, anche mio personale, per questa legislatura. Aggiungiamo così un altro pezzo importante per irrobustire l’offerta turistica del nostro Paese, dando valore all’agricoltura, ai territori, ai prodotti di qualità, elementi questi sempre più essenziali e ricercati dai turisti enogastronomici, partendo in questo caso dalle potenzialità enormi del turismo legato alle produzioni olivicole”. “Una legge – conclude Stefàno – che dedico alla mia terra, come auspicio affinché, presto, si possa anche cambiare passo per la soluzione del problema della Xyella, per tornare a ricoprire il protagonismo che ci ha fatto scrivere le pagine più belle e significative della storia di un prodotto che è simbolo della Puglia e del Paese intero”.

I fattori chiave per lo sviluppo del turismo legato all’olio

Il 69% dei turisti italiani desidera prendere parte a una esperienza olio, ma solo il 37% vi ha partecipato nel corso dei viaggi più recenti: un mercato ampio ancora da soddisfare con un’offerta più strutturata.

Roberta Garibaldi

Sono dati che sono emersi nel Rapporto ‘La Valorizzazione Turistica dell’Olio’ redatto da Roberta Garibaldi per il 25° anniversario dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio (ANCO).

Secondo lo studio presentato a Siena restituisce un quadro dettagliato delle potenzialità del turismo legato alle produzioni olivicole. Secondo l’autrice “le esperienze a tema olio stanno acquisendo rilevanza all’interno del contesto del turismo. L’olio non è solo un elemento connotante un territorio, ma diviene una potenziale attrazione turistica alla luce del crescente interesse da parte della domanda e il successo degli eventi organizzati dalle Città dell’Olio nel tempo, da Girolio alla Camminata tra gli Olivi, ne sono la dimostrazione”.

La Carta dell’Accoglienza delle Città dell’Olio

Olio e turismo: un legame da potenziare e valorizzare per diffondere la cultura della qualità

La “Carta” è  stata lanciata a Siena….qui su Informacibo

Esce la Carta dell’Accoglienza delle Città dell’Olio

 

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