Riders, la Cgil fa causa a Deliveroo per “condotta discriminatoria”
La risposta dell’azienda: “Falso, dati personali non vengono usati”
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 20/12/2019
I sindacati Filt, Filcams e Nidil Cgil nazionali fanno causa a Deliveroo. L’accusa mossa dal sindacato, assisto dall’avvocato Carlo De Marchis, è quella di discriminazione collettiva.
Alla base della causa l’utilizzo dell’algoritmo ‘Frank’ per “condotta discriminatoria”.
Le motivazioni
L’algoritmo, nell’elaborare i ranking reputazionali dei ciclofattorini che determinano di fatto le future opportunità di lavoro e le priorità di prenotazione per le consegne – spiega la Cgil – “emargina, fino ad estrometterli dal ciclo produttivo, coloro che non riescono a essere disponibili a loggarsi nelle aree di lavoro assegnate. Il rider che non si adegua alla logica dell’algoritmo viene gradualmente escluso dalle possibilità di impiego, arrivando in alcuni casi a essere deloggato dal sistema”.
La prima udienza è prevista per il 2 gennaio 2020. Il ricorso promosso è il primo del genere in Europa, e “rappresenta –secondo la Cgil- la prima applicazione della legge 128/2019 sui riders”.
La replica di Deliveroo
L’azienda con una nota risponde alla Cgil: l’algoritmo di Deliveroo e ogni altra sua articolazione non discrimina i rider che partecipano, legittimamente, a manifestazioni o scioperi. Né prende in considerazione informazioni personali dei rider quali sesso, età, nazionalità, ordini rifiutati e velocità”.
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