Mipaaf: garantire in Europa l’origine delle materie prime in etichetta
La Ministra Teresa Bellanova, “lo dico con chiarezza: i sistemi di etichettatura o con bollini rossi non ci piacciono"
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 17/12/2019
Rendere obbligatoria in Europa l’origine delle materie prime in etichetta su tutti gli alimenti.
“E’ un diritto dei cittadini che va garantito”, ha affermato la Ministra delle Politiche Agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova da Bruxelles, intervenendo al Consiglio dei Ministri europei di agricoltura e pesca, “e una questione di trasparenza. Per cambiare l’Europa e renderla più forte bisogna cambiare passo. Per questo insieme ai colleghi di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia chiediamo alla commissione Ue di rendere più forte la legge europea sull’etichettatura. Credo sia positivo che molti Stati Membri abbiano concordato con la nostra posizione. L’apertura della Commissaria Kyriakides sia un’occasione sulla quale lavorare in vista di aprile 2020 e della strategia “Farm to Fork”. Non c’è più tempo da perdere. Il regolamento 775 del 2018 e la scelta di un regime facoltativo di etichettatura ci trova contrari e riteniamo non soddisfacenti le soluzioni scelte. La sperimentazione che in molti abbiamo in corso su latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, pomodori, non può terminare con l’entrata in applicazione del regolamento. E’ necessario lavorare insieme rapidamente perché questi prodotti indichino obbligatoriamente l’origine della materia prima. Non crediamo sia il caso di attendere un nuovo scandalo alimentare per avere una norma di buonsenso come accaduto con tutti gli alimenti che hanno già l’etichetta di origine obbligatoria in Europa”.
“I sistemi dei bollini rossi non ci piacciono”
Quanto ai sistemi di etichettatura a semaforo, ha aggiunto la Ministra Teresa Bellanova, “lo dico con chiarezza: i sistemi di etichettatura o con bollini rossi non ci piacciono. Non danno informazioni nutrizionali corrette ai cittadini e penalizzano in maniera discriminante tanti prodotti della dieta mediterranea o grandi dop italiane e di altri Paesi. Come possiamo dire di promuovere la qualità dei territori con le Dop e Igp, se poi sulla confezione insieme al marchio di qualità europeo si trova un bollino rosso di bocciatura? Non è accettabile. In Italia stiamo completando la sperimentazione di un sistema a batteria che dica al consumatore quale percentuale di fabbisogno giornaliero degli elementi nutritivi ha raggiunto. Dobbiamo guardare allo stile alimentare, a un equilibrio per le diete sane. E l’Italia, che insieme al Giappone è uno dei Paesi con la maggiore longevità al mondo, ha qualcosa da dire su questa materia”.
L’impegno di Coldiretti con Campagna Amica
La Coldiretti con Campagna Amica è impegnata da tempo su questo versante: “per proteggere la nostra salute, prevenire le frodi alimentari e garantire ai consumatori il diritto a sapere, in modo chiaro e trasparente, cosa mettono in tavola, l’unica garanza è proprio quella di avere un’etichetta chiara che indichi l’origine degli ingredienti”.
Molte sono le realtà contro la legge 775 del 2018, che dovrebbe entrare in vigore nel 2020, e proprio la Coldiretti ha raccolto 1,1 milioni di firme in tutta Europa, per spingere la Commissione Ue ad assicurare la trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea.
E recentemente ad Informacibo, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico di Campagna Amica e della fondazione UniVerde, ha dichiarato che questa è una sfida che si può vincere “perché c’è un’alleanza vera con la parte più avanzata dei consumatori e perché gli stessi cittadini chiedono la trasparenza in etichetta non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo”.
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