Ambrosetti, incontro sulla filiera agroalimentare oltre le fake news - InformaCibo

Ambrosetti, incontro sulla filiera agroalimentare oltre le fake news

Presentazione dello studio Ambrosetti a Roma con in campo i pezzi da novanta della distribuzione italiana, Francesco Pugliese, Giorgio Santambrogio, Marco Pedroni, e Claudio Gradara

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 02/11/2019

Lunedì 4 novembre 2019, alle ore 13,30 nella sede di Coldiretti, al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, Sala Marina in via Ventiquattro Maggio, 43, a Roma si svolgerà un incontro sul tema “la filiera agroalimentare oltre le fake news“.

Verrà inoltre presentato un rapporto, curato da The european house Ambrosetti, su “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia”.

Francesco Pugliese, Amministratore delegato Conad

Dopo la relazione di Valerio De Molli, Ad The European House-Ambrosetti, scenderanno in campo i pezzi da novanta della distribuzione italiana, Francesco Pugliese, Amministratore delegato Conad, Giorgio Santambrogio, presidente dell’Associazione distribuzione moderna e Ad gruppo Vegè, Marco Pedroni, presidente di Coop Italia,  e Claudio Gradara, presidente Federdistribuzione.

E’ stato invitato all’incontro romano anche il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio.

Vacondio sul Corriere della Sera: “demonizzare la carne rossa e lo zucchero produce effetti negativi”

Il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio domenica 27 ottobre in una intervista sul Corriere della Sera alla domanda del giornalista Michelangelo Borrillo “Quali sono le fake news più deleterie della crisi” ha spiegato che, più che i dazi, teme proprio le fake news, “una delle ragioni per cui i consumi alimentari italiani sono scesi: a forza di spaventali, i consumatori scappano. […] Continuare a sentire che la pasta si fa con grano non buono importato dall’estero, alla fine produce effetti. Negativi”.

Il riferimento è alle campagne di Coldiretti sul grano importato dal Canada a rischio glifosato, domanda il giornalista. La risposta: “Capisco che Coldiretti debba tutelare gli associati, così come è vero che la remunerazione del grano è troppo bassa: per questo sono d’accordo nel valorizzare la produzione nazionale. Ma non bisogna demonizzare quella estera”. Così come non bisogna demonizzare la carne rossa e lo zucchero, alimenti spesso oggetto di notizie false. Attenzione di il presidente di Federalimentare: “Se le false notizie fossero vere, il made in Italy alimentare non sarebbe un marchio premium”. E proprio su questi temi asclteremo le parole e le proposte dei relatori al convegno Ambrosetti.

I dati del precedente rapporto Ambrosetti: il Food & Beverage ha un peso rilevante per l’economia italiana

Il settore italiano del Food & Beverage, oltre a contribuire in modo determinate alla reputazione del nostro Paese nel mondo, grazie alla qualità e unicità riconosciute ai suoi prodotti, ha un peso rilevante per l’economia italiana. Il comparto vanta infatti un fatturato pari a circa 132 miliardi di Euro nel 2016, occupa circa 465.000 persone e esporta prodotti per un valore di 31,5 miliardi di Euro, pari all’8% del totale delle esportazioni italiane.

Si tratta, inoltre, di un settore che ha dato prova di grande resilienza e sul quale gli effetti della crisi economica del 2008-2009 sono stati abbastanza blandi; questa caratteristica ne rafforza ulteriormente il carattere strategico per il nostro Paese.

Alla luce delle analisi e delle considerazioni elaborate relativamente al settore del Food & Beverage italiano, abbiamo individuato alcune priorità che a nostro avviso rappresentano un possibile punto di partenza per la promozione della competitività del settore:

a) Favorire il ridisegno della struttura dimensionale di settore, favorendo un’ottimizzazione dimensionale e la nascita di alcuni “campioni nazionali”;

b) Supportare i processi di integrazione della filiera sia a monte (integrazione con la fase agricola) che a valle (accordi e partnership con le catene di distribuzione);

c) Rafforzare la tutela dei prodotti alimentari italiani non solo attraverso l’utilizzo delle certificazioni di origine, ma soprattutto la gestione attenta degli aspetti doganali e il contrasto di contraffazione e Italian Sounding;

d) Incentivare gli investimenti in innovazione e R&S, in pubblicità e nella distribuzione.

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