Life-Food Waste.StandUp fa centro, in tre anni meno sprechi di cibo
di Collaboratori
Ultima Modifica: 20/09/2019
Più di 10mila aziende agroalimentari coinvolte e 12mila punti vendita sensibilizzati per recuperare le eccedenze a favore degli indigenti: ecco il bilancio dell’iniziativa targata Federalimentare-Federdistribuzione-Banco Alimentare-Unione nazionale consumatori
Più di 10mila aziende agroalimentari coinvolte, 12mila punti vendita sensibilizzati e 500mila consumatori raggiunti: sono questi i principali risultati del progetto LIFE – Food.Waste.StandUp, meno sprechi più solidarietà, presentati oggi a Roma al Palazzo dell’Informazione di piazza Mastai, alla presenza dei promotori del progetto, la capofila Federalimentare, Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare Onlus e Unione Nazionale Consumatori. (Nella foto in alto: Marina Fiori, Giovanni Bruno, Ivano Vacondio, Maria Chiara Gadda, Claudio Gradara, Armeni e Massimiliano Dona)
La campagna di comunicazione e sensibilizzazione contro lo spreco alimentare e per il recupero delle eccedenze ai fini di donazione, che ha coinvolto per tre anni la filiera (industria, distribuzione e consumatori), è co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma LIFE 2014-2020 e supportato anche dalle istituzioni italiane con l’approvazione della legge 166/2016 anti-spreco alimentare, detta anche “legge Gadda” dal nome della prima firmataria, l’onorevole Maria Chiara Gadda, intervenuta oggi alla conferenza stampa plaudendo al progetto Life che “va a sostegno dell’iniziativa legislativa, in quel percorso a tutela del benessere della persona che ha bisogno anche dell’impegno del Terzo Settore, delle imprese e di tutta la filiera produttiva”.
Le dichiarazioni
“I numeri sullo spreco alimentare sono la testimonianza di un’urgenza che la filiera alimentare ha deciso di affrontare insieme attraverso un progetto illuminato che è andato oltre le aspettative” – ha detto Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ricordando che, secondo dati Fao, nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vanno sprecate, per un valore di oltre 2000 miliardi di euro. Ciò significa che 1/3 della produzione mondiale di cibo finisce nella spazzatura. Solo in Italia, in particolare, ogni anno circa 5,1 milione di tonnellate di cibo diventa spreco alimentare, per un valore di circa 12,6 miliardi di euro.
“L’industria alimentare – ha aggiunto il presidente – pur rappresentando nella totalità delle eccedenze solo il 4% e solo il 3% degli sprechi prodotti dall’intera filiera agroalimentare, ha raccolto la sfida e fatto la sua parte nell’opera di sensibilizzazione delle aziende alimentari italiane e di formazione degli addetti. In tre anni, abbiamo raggiunto più di 10mila aziende e formato un centinaio di addetti delle sezioni alimentari confindustriali distribuite su tutto il territorio nazionale. L’abbiamo fatto tramite workshop, webinar e l’invio di materiale informativo, ma anche tramite eventi ad hoc nelle fiere italiane, come Cibus, e internazionali, come Anuga e Sial”.
Il presidente di Federalimentare ha affermato inoltre che “questo progetto non finisce qui, è solo l’inizio di un percorso. L’industria alimentare è interessata e sensibile ai temi di carattere sociale e intendiamo occuparcene, anche perché abbiamo tutte le competenze per farlo”.
“Abbiamo aderito al progetto LIFE-Food.Waste.StandUp con convinzione – afferma Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione – Non solo perché i numeri dello spreco alimentare in Italia sono tali per cui ogni anno ciò che buttiamo sarebbe sufficiente a nutrire tutte le famiglie ancora in condizione di povertà, ma perché vi abbiamo visto l’opportunità di creare un circolo virtuoso tra soggetti pubblici e privati in grado di produrre risultati positivi.
Abbiamo quindi lavorato in due direzioni: da un lato sollecitando la cultura della lotta allo spreco e delle donazioni presso le imprese distributive, mettendo a loro disposizione materiali per consentire formazione manageriale, coinvolgimento dei dipendenti e idee concrete per diventare più efficaci. Oltre 60 aziende coinvolte, operative sul territorio con 12.500 punti vendita e rappresentative del 49% dell’intera Gdo. Dall’altro portando i temi del progetto in giro per l’Italia, promuovendo un Roadshow che in 10 tappe ha toccato le principali aree del Paese, parlando al 70% della popolazione nazionale, attraverso eventi che hanno coinvolto regioni, comuni, imprese, università, enti del terzo settore e cittadini.
Abbiamo voluto, insieme agli altri partner del progetto, creare momenti di confronto, diffondere best practice, smuovere le coscienze, chiedendo ai comuni di attivare forme di premialità per chi dona. Anche attraverso queste forme di incentivazione economica siamo convinti si riuscirà a migliorare la situazione attuale, che vede le donazioni alle persone bisognose raggiungere le 480.000 tons annue ma costituire meno del 9% delle eccedenze alimentari che l’intera filiera produce. I risultati raggiunti nei 3 anni di questo progetto sono importanti, ma il nostro impegno non si ferma qui: la Gdo continuerà nel suo cammino di sostenibilità, ponendosi obiettivi sempre ambiziosi”.
“La lotta allo spreco alimentare non può prescindere dall’educazione del consumatore: è infatti tra le mura domestiche che purtroppo si registrano ancora i maggiori sprechi con circa 85 chilogrammi di cibo pro capite che ogni anno finisce nella spazzatura – ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Le motivazioni sono riconducibili a scorrette abitudini alimentari e retaggi del boom economico che per anni hanno portato le famiglie a riempire i carrelli di prodotti fuori misura frutto di mode, pubblicità e canoni estetici dettati dal marketing. Come prima associazione di consumatori in Italia ci siamo impegnati a sensibilizzare i consumatori verso corretti stili di vita e più consapevolezza sia nel fare la spesa che nel modo di conservare e cucinare gli alimenti: l’abbiamo fatto parlando alla gente con incontri sul territorio, pubblicazioni e materiali digitali cercando di abbattere i pregiudizi e promuovendo i comportamenti virtuosi”.
“Il progetto è stato una grande occasione di collaborazione con partner affermati e prestigiosi come Federalimentare, Federdistribuzione e Unione Nazionale Consumatori, per i quali Banco Alimentare ha svolto un ruolo trasversale mettendo a patrimonio la propria esperienza accumulata in trent’anni di attività nel recupero delle eccedenze alimentari a fini sociali” – ha affermato Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus, nel sottolineare che “Banco Alimentare ha partecipato attivamente a tutte le fasi del progetto portando avanti anche una campagna di sensibilizzazione a livello europeo, grazie alla collaborazione con la Federazione Europea dei Banchi Alimentari”.
Alla conferenza stampa è intervenuta anche la dirigente Mipaaf Marina Fiori che ha sottolineato come il Tavolo nazionale per la lotta agli sprechi e l’assistenza alimentare istituito al Ministero dalla legge 166/2016 “abbia prodotto risultati concreti e di soddisfazione. In particolare dalla partecipazione ai nostri Bandi sono emersi progetti interessanti e innovativi sul contrasto agli sprechi di cibo”.
A cura di Cristina Latessa
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