La migliore pizza in Europa? È a Londra, lo dice 50 Top Pizza
di Francesca Sponchia
Ultima Modifica: 24/05/2019
Sì avete capito bene, la migliore pizza in Europa si trova a Londra, ed è 50 Kalò di Ciro Salvo. Lo dice la classifica di 50 Top Europa, svelata in anteprima questa mattina a Identità Golose Milano. Ovviamente l’Italia gioca in un campionato a parte, ed è esclusa da queste 50. Ma l’Europa è terreno fertile per il buon cibo e negli ultimi anni anche per una buona pizza. Scordatevi quelle catene americane che sfornano pizze precotte condite con salame e fagiolini. Non parliamo della tanto discussa pizza con l’ananas, ma della pizza italiana, quella vera che è uscita dal Bel Paese in punta dei piedi per conquistare il Vecchio Continente, e non solo. Perchè 50 Top Pizza ha anche una versione americana e ha l’ambizioso obiettivo di arrivare anche nel lontano oriente dove gli organizzatori, Barbara Guerra, Albert Sapere e Luciano Pignataro, giurano che stanno succedendo cose curiose. Non fatichiamo a credergli, visto che anche nel nostro Paese, posto dove la pizza esiste da sempre, c’è grande fermento intorno all’argomento. Stiamo assistendo a un nuovo Rinascimento della pizza.
Londra, Parigi e Copenhagen ai vertici della classifica europea
50 Kalò di Ciro Salvo Pizzeria London è il vincitore della classifica 50 Top Pizza Europa. Insegna gemella della pizzeria napoletana che l’anno scorso era al terzo posto di 50 Top Pizza Italia. Un angolo di Napoli in Inghilterra dove si fa la fila fuori dalla porta, e la pizza viene preparata proprio come nel ristorante madre: stessi ingredienti e stesso gusto. Forse una scelta un po’ meno interessante e originale rispetto agli altri due locali sul podio, ma che di sicuro rappresenta l’eccellenza della pizza napoletana. Bijou, la pizzeria al secondo posto, è a Parigi ed è guidata da un napoletano, Gennaro Nasti, che fa pizza gourmet. Solo menù degustazione e 30 posti a sedere su prenotazione, oltre a un impasto a base di champagne. Da Secondigliano a Montmartre però si è portato anche la margherita. Il terzo posto è occupato da un locale di cui si è parlato molto negli ultimi anni, il Baest di Copenhagen. Christian Puglisi, mamma danese e padre siciliano, stellato Michelin e la classica pizza napoletana. Quello che per lui è religione però è l’importanza della materia prima e del km0. Lui produce tutto in casa, anche la mozzarella. Per produrla tengono chiuso il locale per una giornata intera. Anche la nduja è autoprodotta con i maiali che vengono allevati nella sua fattoria.
Un’occhiata al resto della classifica
L’Inghilterra si guadagna anche il posto di casa della pizza all’estero con ben 10 insegne presenti in classifica, seguita da Francia (8) e Germania (5). In Germania in particolare c’è da notare come tra queste 5 insegne, ben 3 siano a Berlino: Gazzo al decimo posto, Malafemmena Restaurant al 26esimo e Standard Serious Pizza al 37esimo. La stessa cosa succede a Londra che occupa ben 8 posti in classifica, di cui 3 nei primi 10. Al 17esimo posto troviamo anche una pizzeria di Helsinki, Putte’s bar and pizza, che oltre alla Margherita serve la pizza Silence of the Lamb, con agnello cotto con spezie africane, mozzarella, pomodoro e rucola. Un posto dove non ti immagineresti mai di trovare “La Bella Napoli” è Atene, che è al 41esimo posto. Ma c’è anche Ave Pizza a Varsavia (42), Basilicò a Bratislava (46) e Kytaly a Ginevra (6), che con la consulenza di Franco Pepe è diventata un vero caso internazionale. 50 pizzerie eccellenti rappresentate da 23 Paesi.
50TopPizza: la classifica
Come anticipavo prima la classifica Europea non è l’unica. C’è una classifica italiana, 50TopPizza Italia, e i nomi al vertice verranno svelati il 23 luglio al Teatro Mercadante di Napoli. C’è anche una classifica americana, dove verrà assegnato un premio speciale anche alla miglior pizzeria del sud America. Il mondo della pizza è molto vasto e loro promettono di volerlo coprire tutto. Come viene stabilita la classifica 50 Top Pizza? Ci raccontano che è un mix tra il metodo 50BestRestaurant di San Pellegrino e il metodo Michelin: le aree sono suddivise per Stati o per regione, ci sono dei coordinatori. Si parte con un sondaggio e poi si passa alla visita in anonimato, scontrino da pagare sul posto che poi viene rimborsato dagli organizzatori. Ci sono anche premi speciali offerti dai diversi sponsor, come il premio San Pellegrino Acqua Panna per la miglior pizzeria in Asia o il curioso premio Solania per la miglior pizzeria in Africa. Molto curioso il premio dedicato all’Oceania, offerto da Prosecco Doc, grazie al quale scopriamo che Melbourne è la patria australiana della pizza, che ospita anche Johnny Di Francesco vincitore del campionato del mondo.
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